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Bruno Contrada tornerà a Palermo

Il giudice ha accolto la richiesta del suo legale e gli ha concesso i domiciliari a casa sua

02 ottobre 2008

AGGIORNAMENTO
"Slitta il rientro a casa di Contrada" - Bruno Contrada
non potrà rientrare presto nella sua casa di Palermo, dove il giudice di sorveglianza di Napoli ha disposto che sconti la condanna a 10 anni di reclusione per concorso esterno all'associazione mafiosa. L'ex funzionario del Sisde sarà ricoverato al Policlinico "Federico II" per due interventi: l'applicazione di una protesi dentaria e l'asportazione di un polipo al colon, per sospetta neoplasia. Lo rivela il legale dell'ex 007, l'avvocato Giuseppe Lipera, sottolineando che "finalmente un uomo di 77 anni, gravemente malato, potrà, dopo 16 mesi, rivedere la moglie e passare del tempo con i suoi nipotini e i suoi figli".
Per le patologie di cui soffre, il penalista, annuncia, chiederà ai giudici che Bruno Contrada, che "non è assolutamente in grado di affrontare un viaggio lungo e stancante, possa tornare a Palermo in aereo". "Magari - auspica Lipera - senza scorta, visto che non è a rischio evasione, ma con un medico ed un infermiere".
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Bruno Contrada, l'ex funzionario del Sisde condannato a dieci anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, torna a Palermo. Contrada, infatti, detenuto ai domiciliari per gravi motivi di salute in casa della sorella Anna, in provincia di Napoli, tornerà nel capoluogo siciliano. Lo ha deciso il giudice di sorveglianza di Napoli che ha accolto la richiesta del suo legale, Giuseppe Lipera.

"Siamo soddisfatti della decisione del giudice - ha commentato l'avvocato Lipera - perché finalmente Contrada potrà riabbracciare la moglie Adriana che non vede del maggio del 2007, perché anche lei gravemente malata e impossibilitata a spostarsi".
Un "provvedimento giusto, opportuno e adeguato alle esigenze di giustizia, spero che seguirà un evolversi positivo della mia lunga e tristissima vicenda giudiziaria", ha commentato Contrada. Le sue parole le ha affidate alla sorella Anna presso la cui abitazione a Varcaturo, vive da quando gli sono stati concessi i domiciliari.
"Poiché il tribunale di sorveglianza di Napoli ha ritenuto sussistenti i motivi per la concessione a mio favore della detenzione domiciliare - ha detto Contrada - principalmente per l'età avanzata, per gravi motivi di salute e per l'assenza di qualsiasi motivo ostativo, ho accolto con soddisfazione il giusto provvedimento di trasferimento a Palermo nella mia abitazione quale sede naturale della misura ristrettiva".

Appena ha saputo della concessione dei domiciliari a Palermo, Contrada ha immediatamente telefonato alla moglie e ai figli. L'ex agente del Sisde ha ringraziato il suo legale e la sua famiglia. Ha detto di aver ricevuto "tantissime telefonate di congratulazioni e solidarietà, anche da tanti appartenenti alle forze dell'ordine, ex colleghi, superiori e subordinati". "Mi auguro di avere il differimento della pena, di avere giustizia, ma più di tutto la revisione del processo: lo voglio per i miei figli", questo, Contrada, lo ha ripetuto spesso in questi mesi e ancor di più oggi.
Anche la moglie Adriana si è detta commossa: "E' stata una bellissima notizia. Tutta la nostra famiglia è molto contenta e appena Bruno tornerà a casa faremo una grande festa. Potrà rientrare solo dopo un'operazione già prenotata all'ospedale di Napoli, quindi passerà ancora qualche giorno".
"Mio marito è un uomo dello Stato e la sua patria è venuta sempre prima di tutto, quindi ha sempre accettato le decisioni della magistratura - ha proseguito -, basti pensare che non ha mai voluto abbandonare la sua tessera di riconoscimento del ministero degli Interni, che ha pure rinnovato, nonostante i lunghi anni di sofferenze. Adesso potrà finalmente tornare a casa".

"Simili i casi Contrada ed Andreotti" -  Nessuna prova, inattendibilità dei collaboratori di giustizia che parlano di fatti di "cui non sono a direttamente a conoscenza, ma soltanto per sentito dire" ed un'evidente analogia con altri due processi che si sono conclusi con altrettante assoluzioni: i casi del senatore Giulio Andreotti e del giudice Corrado Carnevale. Sono le linee guida della memoria difensiva depositata nella cancelleria della V Sezione penale della Cassazione dall'avvocato di Bruno Contrada che chiedono la revisione della sentenza di condanna a 10 anni di reclusione per concorso all'associazione mafiosa.
L'avvocato Giuseppe Lipera ha appellato, infatti, il rigetto della Corte d'Appello di Caltanissetta nel febbraio del 2008. Il sostituto procuratore generale della Cassazione, Salvatore Selvaggi, ha chiesto di respingere la richiesta della difesa. Nel ricorso si ricorda che è pendente un processo per calunnia a Contrada nei confronti dei pentiti Calogero Pulci e Giuseppe Giuca.
L'avvocato Lipera chiede il rigetto della sentenza dei giudici nisseni e di sollevare questione di legittimità costituzionale sul concorso esterno all'associazione mafiosa. 

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it]

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02 ottobre 2008
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