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Brutta, sporca e cattiva... la Sanità

Dai risultati delle indagini del Nas la Sicilia è risultata la Regione italiana con gli ospedale più sporchi

12 gennaio 2007

''Non può esistere un ospedale italiano che non sia pulito e non rispetti le norme di igiene e sicurezza a tutela dei malati''.
Il ministro della Salute, Livia Turco, è stata lapidaria nel commentare i dati delle ispezioni dei carabinieri del Nas in 321 ospedali italiani (scelti a campione), che le sono stati consegnati ieri.
''Dobbiamo poter individuare una precisa catena di responsabilità che coinvolga tutto il personale che si occupa della sanità italiana, a partire dai direttori delle aziende e dai direttori sanitari. Dobbiamo capire - ha precisato il ministro - che anche la sanità italiana è tra le priorità di questo Paese e ha bisogno di investimenti. Non solo autostrade e Tav, quindi: è ora di investire anche negli ospedali''.

Ecco, dunque, quali sono le carte che il ministro della salute ha messo sul tavolo durante il conclave del governo, a Caserta, che si chiuderà oggi.
Spazzare via la malasanità, dunque, e redarguire aspramente tutti i riconosciuti e riconoscibili responsabili, dopo le ispezioni fatte dai carabinieri tra l'8 e il 9 gennaio in 89 ospedali del Nord, 113 del Centro e 119 del Sud e delle Isole.
I risultati delle indagini dicono che il 17,4% delle 321 strutture controllate dai Nas violano regole che prevedono segnalazioni all'autorità giudiziaria. Per semplificare: in Italia un'ospedale su sei è ''fuorilegge''.
Altro dato rilevante emerso dalle ispezioni quello riguardante le carenze sul piano dell'igiene, pulizia e conservazione degli ambienti. Queste carenze sono state registrate nel 7,5% della totalità degli ospedali ispezionati, concentrati in quattro Regioni. Il totale delle strutture dove sono state riscontrate irregolarità è di 24 nosocomi, così distribuiti: in Sicilia 12, nel Lazio 7, in Calabria 4, in Campania 1.
Quindi, e purtroppo ce lo aspettavamo, la maglia nera va alle Regioni centromeridionali, e tra queste la Sicilia ha il numero più alto di ospedali sudici.

Come dire, un altro primato da vergogna all'interno del Sistema Sanitario della grande isola a Statuto Speciale. Infatti, oltre ad essere tra le prime regioni per numero di presunti casi di malasanità registrati nell'anno appena trascorso, si scopre adesso che la Sicilia ha anche gli ospedali più sporchi d'Italia. In ben 12 strutture sanitarie, sulle 25 controllate dai reparti speciali dell'Arma, sono state riscontrate ''carenze d'igiene, pulizia e conservazione degli ambienti''.
Due locali-deposito sono stati chiusi per carenze igieniche nell'ospedale Policlinico 'Giaccone' a Palermo e nel nosocomio di Partinico, mentre sporcizia, abbondante umidità e problemi d'infiltrazione sono stati riscontrati in altre strutture tra cui 'Villa Sofia' e 'Cto' a Palermo e il 'Sant'Antonio Abbate' a Trapani. Nel reparto malattie infettive della 'Casa del Sole', a Palermo, sono state trovate carenze alle strutture.
Insomma, i militari del Nas hanno dovuto lavorare alacremente in Sicilia riempiendo decine di verbali in cui hanno evidenziato le carenze igieniche nelle sale d'aspetto, nei corridoi, nei bagni e nei tunnel di collegamento tra i vari padiglioni degli ospedali.
Anomalie che si aggiungono alle altre disfunzioni registrare durante le ispezioni che hanno visto impegnati in Sicilia oltre cento carabinieri, tra quelli in servizio nei tre gruppi Nas che operano nell'isola e gli uomini dei comandi provinciali.

I controlli sono stati effettuati su 25 ospedali: 14 sono i nosocomi dove sono state riscontrate irregolarità segnalate alla magistratura, mentre 10 sono i casi di violazioni amministrative. Nella provincia di Catania sono quattro le strutture ora al vaglio dell'autorità giudiziaria: l'ospedale 'Ascoli Tomaselli', il 'San Luigi e Currò', l'Ausl 3 e il presidio ospedaliero di Militello Val di Catania.
A Enna la maglia nera va all'Ausl 4, al 'Leonforte' e all'Umberto I, mentre nella provincia di Caltanissetta il disco rosso è scattato per il 'Sant'Elia', il 'Raimondi' di San Cataldo e il 'Vittorio Emanuele III' di Gela. Anomalie sono state riscontrate dai Carabinieri anche nell'Azienda Usl 5 Messina, nel presidio 'San Vincenzo' a Taormina, nel Policlinico Universitario 'Giaccone' a Palermo e nel 'Vittorio Emanuele II' a Castelvetrano (TP).
I carabinieri hanno rilevato inoltre 'gravi carenze igienico strutturali in depositi di presidi medico-chirurgici e di materiali vari non aperti al pubblico' che hanno portato alla chiusura dei locali in un ospedale e il ''cattivo stato o alterazione degli alimenti'' in un nosocomio.
In una struttura ospedaliera i Nas hanno accertato casi di ''assenteismo'', mentre in un altro nosocomio sono stati trovati farmaci scaduti.
Alla Sicilia va infine un altro ''bel'' primato: in quattro ospedali, tra cui il Policlinico di Palermo e il Vittorio Emanuele II di Castelvetrano (TP), i Nas hanno riscontrato irregolarità nella tenuta dei registri dove vengono iscritti i farmaci stupefacenti.

''Bisogna saper leggere i dati - ha detto l'assessore regionale alla Sanità, Roberto Lagalla -. Il livello delle nostre strutture ha punte di eccellenza ma sappiamo anche che ci sono limiti strutturali che vanno migliorati. Le 14 infrazioni hanno rilievo amministrativo e penale e dunque non hanno assolutamente ricadute sulla qualità e la continuità dell'assistenza. Occorre comunque sempre massima attenzione e vigilanza riguardo l'igiene e richiamo tutti al senso di responsabilità nelle quotidiane azioni professionali. Purtroppo c'è un gap strutturale ed organizzativo atavico tra Nord e Sud che in Sicilia stiamo colmando con interventi mirati''.

Aspettando, dunque, che anche in Sicilia non esistano più ospedali che non siano puliti e non rispettino le norme di igiene e sicurezza, e visto che l'Isola corre di primato in primato, purtroppo tutti negativi, ne vogliamo ricordare un altro che va a chiudere vergognosamente il cerchio della Sanità siciliana: la spesa sanitaria siciliana è fra le più alte di tutte le regioni italiane.

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12 gennaio 2007
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