Bulli e... bulli
Prepotenza, trivialità e cinismo sul telefonino e sul web. I tempi sono cambiati anche per i bulli
L'ultimo caso segnalato dagli organi di informazione è avvenuto l'altro ieri a Messina, all'Istituto socio pedagogico ''Felice Bisazza''. L'ennesimo caso di bullismo, l'ennesima cartina al tornasole, forse, della nostra odierna società.
Un attimo di distrazione, ed una professoressa d'inglese dell'istituto messinese è stata colpita alla testa da una bottiglia d'acqua lanciata all'uscita dal plesso scolastico da un alunno, che subito è riuscito a far perdere le proprie tracce approfittando del momento di confusione. L'insegnate è stata ricoverata al Pronto Soccorso dove le è stato riscontrato un ematoma alla testa. Dopo le cure del caso è stata dimessa ma nella mattinata, a causa di un abbassamento della vista è stata nuovamente portata in ospedale per accertamenti ulteriori e nei prossimi giorni verrà sottoposta ad una tac.
La polizia indaga per risalire all'autore del gesto. Fondamentale potrebbe rivelarsi l'aiuto di qualche testimone.
Già, la polizia indaga... Ecco, sembra si sia arrivati al punto di sguinzagliare le forze di polizia sulle tracce di un bullo che, con molta probabilità, in virtù del sempre più dilagante ''fenomeno emulativo'', in parte accresciuto anche dai media, crede di poter mettere in atto azioni delinquenziali (perché - senza voler esagerare - sarebbe bene ci ricordassimo che l'impertinenza quando diventa prepotenza è un atto di ''comune delinquenza''), impunemente. La eco mediatica, la ''furbizia'' e la prevaricazione (diffusi ed accettati controvalori divenuti preziosi elementi valorizzanti), fanno il resto. Insomma, sembra che a ''marcire'' sempre di più non è solo il Pianeta Terra ma anche i suoi abitanti.
Ma, nel disprezzo di un moralismo mellifluo ed ipocrita, se ci si chiede: ''Ma insomma, volete fare credere che è storia il fatto che a scuola, come in qualsiasi altro posto di aggregazione, il più forte faccia il prepotente con il più debole?'', una risposta che ci sentiamo di dare è questa: sicuramente è un atteggiamento sociale che è stato sempre presente, ma al quale si sono aggiunte le componenti della volgarità, quella della trivialità, ed un aumento di cinismo e crudeltà, veicolati e diffusi dall'utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione. Come dire: i tempi sono cambiati anche per chi fa e chi riceve angherie.
E non ce ne siamo accorti, ovviamente, solo noi, anzi, nei confronti del bullismo a muoversi è stato nientemeno che il ministero della Pubblica Istruzione, che ha assunto tutta una serie di impegni netti e precisi.
Il ministro della Pubblica istruzione in persona, Giuseppe Fioroni, ha avvertito che la scuola nei confronti del bullismo ''non fa più lo struzzo'' e ha sollecitato per questo la ''fine della gogna mediatica''. Psicologi, sociologi e pedagogisti chiedono alla scuola, ma anche alla famiglia e al mondo degli adulti di aiutare i giovani a superare quegli stati di disagio che portano frequentemente alla violenza, veicolata, sempre più spesso, da tv, internet e videogiochi.
''Qui non si tratta più di goliardie e stupidi scherzi - ha affermato don Fortunato Di Noto, presidente dell'associazione Meter, che si sta impegnando a monitorare il materiale internet riguardante atti di bullismo e di delinquenza nelle scuole -. Spesso con determinata volontà, abbinata alla stupidità, si offendono e colpiscono ignari docenti o stessi studenti con una violenza gratuita che spessa fa molta paura. Le norme e le direttive non vengono rispettate e non applicate con una certa severità pur non dimenticando l'insegnamento delle regole del convivere civile''.
Dal dicembre del 2006 l'associazione ha scoperto e denunciato alla polizia postale di Catania 86 video del genere su Internet.
Un altro segnale che avverte di come stiano incredibilmente dilagando tali fenomeni che sfociano con sempre maggiore frequenza in episodi di vera e propria microcriminalità, sono le segnalazioni arrivate al numero verde antibullismo (800.66.96.96), istituito dal Ministero della Pubblica Istruzione, nelle sole sei settimane di vita del servizio: 4.437 telefonate.
Nelle prime 6 settimane di vita del servizio, dal 5 febbraio al 27 marzo, alle 10 postazioni di ascolto sono arrivate circa 120 telefonate al giorno.
A presentare nei giorni scorsi questi primi risultati del servizio è stato il Ministro Fioroni, il quale ha anche illustrato le attività svolte dagli Osservatori permanenti creati in tutte le Regioni per contrastare il fenomeno.
Il numero, al quale collaborano esperti in psicologia giuridica, sotto la responsabilità scientifica di Laura Volpini, permette di segnalare casi, chiedere informazioni generali sul fenomeno e su come comportarsi in situazioni critiche.
Come ha reso noto Giuseppe De Rita, segretario generale del Censis, la maggior parte delle telefonate ricevute sono state effettuate dai genitori o dai familiari (37,5%), seguiti dagli insegnanti (31,4%) e dagli studenti vittime di episodi di bullismo (23,2%). Nel corso di queste prime sei settimane di attivazione si è registrato un progressivo aumento delle richieste di consulenza da parte degli insegnanti, segno che la scuola sta prendendo coscienza del fenomeno e sta cercando strumenti efficaci per affrontarlo. Il numero maggiore di denunce viene dalle scuole secondarie di primo grado (35%), poi dalle primarie (25%), dai licei (19%), dagli istituti tecnici e professionali (15%) e dalla scuola dell'infanzia (5%).
Circa il 69% delle chiamate denuncia prepotenza, violenza o episodi isolati, mentre il 31% è di carattere informativo.
Le vittime sono ragazzi o ragazze che vengono percepiti come vulnerabili per alcune caratteristiche di tipo psicologico (timidezza, hanno pochi amici, hanno un buon rendimento scolastico), psicofisico (handicap fisico, ritardo mentale), psicopatologico (problemi di autismo o altro), etnico (sono stranieri) e sociali (vestono abiti non firmati, si inseriscono in gruppi classe già precostituiti).
Il ''braccio operativo'' del numero verde, ha ricordato Fioroni, è costituito dagli Osservatori regionali permanenti sul bullismo che, mettendo in sinergia le diverse forze sociali e politiche del territorio (enti locali, associazionismo, scuole, università, Asl, prefetture, tribunali per minorenni), permettono di dare una risposta immediata, concreta ed efficace alle numerose richieste di aiuto.
Esiste inoltre un sito internet (www.smontailbullo.it) che, voluto e creato dai ragazzi e gestito dalla Consulta provinciale degli studenti di Bergamo, registra circa 1.100 accessi al giorno.
Inoltre, le azioni governative contro il bullismo sono strettamente connesse a quelle che si stanno già realizzando per prevenire il disagio giovanile.
Tra queste azioni ''di sistema'': l'elevamento dell'obbligo scolastico a 16 anni, che renderebbe i ragazzi più consapevoli nelle scelte per la loro formazione e il loro futuro; la riforma dell'esame di Stato, ''per ridare serietà e importanza a un momento formativo fondamentale''; il potenziamento dell'insegnamento della musica, delle scienze e dell'educazione motoria a scuola; i premi all'eccellenza; l'apertura delle scuole di pomeriggio; l'approfondimento della conoscenza della Costituzione; più spazio alla partecipazione studentesca; la promozione dell'educazione alla salute; ed il miglioramento dell'accoglienza degli alunni stranieri.
Tutte azioni propositive e sicuramente buone. Dispiace però, non vedere nell'elenco azioni che riguardano la classe insegnate che deve produrre, mettersi in gioco totalmente, sempre più stesso rischiare, senza avere in cambio un giusto riconoscimento.