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Il medico siciliano di Emergency contagiato dall'Ebola è guarito ed è stato dimesso

02 gennaio 2015

E' stato dimesso oggi dall'istituto Spallanzani il medico italiano di Emergency che era stato infettato dal virus Ebola in Sierra Leone. Le condizioni del medico sono notevolmente migliorate nell'ultimo periodo e, secondo quanto si apprende, il paziente potrebbe dunque uscire dall'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive già nella giornata di oggi.
Oggi, durante una conferenza stampa allo Spallanzani, Fabrizio Pulvirenti ha detto le sue prime parole in pubblico, accanto al ministro Beatrice Lorenzin e a Cecilia Strada, oltre a tutti i medici che hanno lavorato per salvargli la vita: "Hanno fatto qualcosa di grande per me", ha detto con voce ferma.

"Dopo i primi giorni durante i quali, per mantenere la mente impegnata, cercavo di analizzare ogni sintomo, c'è stato un momento in cui la luce si è spenta, per un periodo di due settimane il medico è stato spiazzato dal paziente. Di quel periodo non ricordo più nulla""Con il personale - ha affermato - si è creato un rapporto amichevole, di affetto. Li abbraccio uno per uno per quello che hanno fatto per me".
"E' impossibile ricostruire il momento del contagio, per quanto mi riguarda sono cosciente di aver eseguito tutte le procedure in maniera corretta", ha aggiunto ancora Pulvirenti. Il medico di Emergency era stato ricoverato all'Istituto Spallanzani lo scorso 25 novembre, dopo essere stato trasportato in urgenza dall'Aereonautica Militare italiana dalla Sierra Leone - dove operava presso un centro di Emergency e dove era stato colpito dal virus - presso l'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani, centro di riferimento per Ebola. Dopo alcuni giorni dal ricovero le condizioni del paziente si erano improvvisamente aggravate, richiedendo il trasferimento nell'Unità di Rianimazione ad alto isolamento. Successivamente il quadro clinico ha iniziato a mostrare significativi miglioramenti, fino ad arrivare ad una condizione definita dai medici come buona. Il medico italiano è stato sottoposto ad una serie di trattamenti sperimentali per il Virus Ebola, dal momento che non esiste ancora una terapia standard contro tale patologia. I farmaci sperimentali, incluso il plasma derivato da sangue di pazienti guariti da Ebola, sono stati ottenuti grazie ad una collaborazione internazionale che ha visto anche l'impegno di una speciale unità  dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.

Presso lo Spallanzani, un team di una trentina tra medici e infermieri si è preso cura ininterrottamente del paziente zero italiano per il virus Ebola. Prima di Natale, al medico, il medico di Emergency ha ricevuto una telefonata da parte del presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, il quale ha sottolineato come il Paese debba valorizzare simili personalità. Auguri di buone feste sono giunti al paziente anche da parte del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che gli ha telefonato lo scorso 26 dicembre. Sempre il 26 dicembre, il medico ha deciso per la prima volta di raccontare la propria esperienza con una lettera inviata alla sua Ong e che è stata resa pubblica. Nella lettera, il paziente ringrazia i sanitari, ricorda i colleghi impegnati in Africa nella lotta contro il virus ed afferma di non sentirsi un "eroe" ma neanche un "untore", bensì un soldato caduto in battaglia contro questo terribile virus.

Per Fabrizio Pulvirenti, originario di Catania, sono stati 37 lunghissimi giorni e ora finalmente è guarito. "Tornerò in Sierra Leone per terminare quanto iniziato - ha sottolineato Fabrizio Pulvirenti -, anche se per un periodo limitato, una volta che avrò ricostruito il mio tono muscolare. Non sono un untore e non sono un eroe, sono stato meno fortunato dei miei colleghi". "Un minimo di contributo - ha incluso - credo il mio caso lo abbia dato alla comunità scientifica internazionale, un caso in più da studiare, per analizzare la malattia".

- "Non sono un eroe, ma un soldato rimasto ferito nella battaglia" (Guidasicilia.it, 27/12/14)

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02 gennaio 2015
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