Buon Feste ai lavoratori Fiat. Annunciato un'ulteriore stop per lo stabilimento di Termini Imerese
A Termini la produzione si fermerà dal 20 dicembre al 7 gennaio e dal 24 gennaio al 4 febbraio
Produzione ferma alla Fiat per quindici giorni, dal 27 dicembre al 9 gennaio, a causa delle difficoltà del mercato. Difficoltà che per il 2005 non accennano a diminuire, al contrario, secondo le stime del Centro Studi Promotor, il mercato dell'auto in Italia dovrebbe scendere rispetto al 2004 del 6,6 per cento, attestandosi intorno a quota 2 milioni 100 mila contro i 2 milioni 250 mila previsti per il 2004.
Il calo previsto per il prossimo anno nel mercato auto, ha spiegato il direttore del Centro Studi Promotor, Gianprimo Quagliano, è da considerare "fisiologico" poiché il mercato italiano si è mantenuto per ben otto anni su una media annua di 2.340.000 immatricolazioni.
Nonostante il calo delle vendite di auto previsto per il prossimo anno, però, secondo il direttore del Centro Studi Promotor, "le potenzialità per un ulteriore sviluppo del tasso di motorizzazione del paese non si sono ancora esaurite". Semmai, sono le difficoltà economiche generali del Paese a far temere una fase di stallo anche per l'auto.
Intanto dal 27 dicembre al 9 gennaio, dunque, rimarranno chiuse le linee di Mirafiori, Cassino e Melfi.
Per Termini Imerese oltre alle due settimane di cassa integrazione già programmate se ne aggiungeranno altre tre. Il nuovo provvedimento di Cig scatterà il 24 gennaio e terminerà il prossimo 4 febbraio. Il rientro in fabbrica dei 1.400 lavoratori Fiat è previsto per il 7 febbraio.
Quindi i lavoratori di Termini Imerese che entreranno in Cig il prossimo 20 dicembre e ci rimarranno fino al 7 gennaio, con il rientro fissato per giorno 10 gennaio, dopo due sole settimane di lavoro, ritorneranno a fermarsi per tre settimane.
Lavoreranno solo lo stabilimento di Pomigliano, da dove escono i modelli Alfa Romeo e quello della Sevel Val di Sangro, dove si fanno i veicoli commerciali.
In poche e amare parole circa 16.000 lavoratori andranno in cassa integrazione.
I sindacati parlano della "più lunga fermata produttiva nella storia dell'azienda".