Buongiorno Italia, gli spaghetti al dente...
...un “comunista” come presidente... Giorgio Napolitano è l'undicesimo presidente della Repubblica
“Si sono presi tutto”, grida Silvio Berlusconi. “La maggior parte dei Comuni, delle Province, delle Regioni è in mano ai comunisti. Ora anche il Governo, la Camera, il Senato e pure il Qurinale hanno occupato! E' un colpo si stato!”.
E' vero, pur con un Paese spaccato a metà, il centrosinistra occupa la maggior parte delle cariche italiane a tutti i livelli. Occupa, sì, ma legittimamente. Questa grande presenza del centrosinistra è stata voluta dagli italiani che hanno regolarmente votato, quindi “l'occupazione comunista” è stata eletta, di volta in volta, dal popolo italiano. In democrazia può succedere. A meno che, tutti i risultati delle elezioni degli ultimi anni non siano state taroccate puntualmente dall'occulto potere bolscevico. E c'è chi crede in questa ipotesi.
Certo, non è stato granché il metodo di proposta utilizzato dal centrosinistra per la nomina dei candidati al Quirinale e, senza nulla togliere al prestigio del nuovo presidente della Repubblica, l'elezione di Giorgio Napolitano, uomo che tutti speriamo riuscirà ad essere figura super partes, si iscrive nel solco della solita politica italiana, vecchia e incapace di veri rinnovamenti.
Ci sarebbe voluta una donna come presidente per dimostrare che l'Italia ha veramente voglia di voltare pagina. Invece, tutto si è svolto in maniera tristemente classica, seguendo le logiche che appartengono solo alla politica e ai politicanti.
Comunque, senza perdere la speranza in un futuro diverso e migliore, adesso l'Italia potrà avere un nuovo governo e da ieri ha un nuovo presidente della Repubblica.
Giorgio Napolitano, diessino dal passato decisamente di sinistra è stato eletto ieri successore di Ciampi al Colle, con la maggioranza assoluta dei voti dell'Aula di Montecitorio.
Un'elezione, come il Paese, divisa in due, o quasi. Se, infatti, l'Unione si è presentata compatta nell'esprimere la propria preferenza, la CdL ha seguito la linea, per altro già annunciata, di votare scheda bianca.
L'opposizione aveva più volte chiesto una rosa di candidati alla maggioranza di governo e di fronte alla sola candidatura, comunque "dignitosa" e meritoria, è stato da tutti sottolineato, ha preferito votare scheda bianca. Con la sola eccezione della Lega, che ieri ha votato coesa per il proprio leader Umberto Bossi.
Ad onor del vero, sino all'ultimo all'interno della CdL è stata presente l'incognita dell'Udc, soprattutto dopo le aperte dichiarazioni di voto a favore di Napolitano espresse dai due esponenti Follini e Tabacci. Ma alla fine è prevalsa la volontà di restare uniti, se pur con qualche rammarico. L'altro ieri, infatti, il leader dell'Udc ed ex Presidente della Camera, Pierferdinando Casini, pur ribadendo la fedeltà del suo partito alla CdL, aveva dichiarato che sarebbe stato "un errore non votare per Napolitano". E proprio Casini è stato tra i primi a commentare positivamente l'avvenuta elezione. "L'Italia ha bisogno di un uomo che rappresenti tutti gli italiani e sono sicuro che Napolitano sarà garante di tutti gli italiani".
Ma la correttezza dell'Udc non è stata subito creduta dall'ex premier Silvio Berlusconi che in un intervista rilasciata a Panorama ha detto: “Nella prima votazione sul nome di Gianni Letta ci sono venuti a mancare 60 voti. Sessanta traditori, tutti con nome e cognome, tutti parlamentari dell'Udc di Pier Ferdinando Casini. Da lì in poi la Casa delle Libertà ha scelto la linea della scheda bianca”.
Tale dichiarazione ha subito scatenato la replica risentita del segretario dell'Udc: “Berlusconi smentisca”, ha ammonito Lorenzo Cesa che si è detto “incredulo e indignato”. “Letta - ha proseguito Cesa - conosce la stima autentica e sincera e i profondi rapporti di amicizia che lo legano alla maggior parte di noi. Non mi capacito di una tale follia, né posso capirne il motivo. È ovvio che mi aspetto nel giro di pochi minuti una smentita perché ho il dovere di tutelare l'onore di 60 parlamentari e di 2 milioni e mezzo di cittadini italiani che hanno votato il mio partito”.
E il segretario dell'Udc è stato effettivamente accontentato dopo pochi minuti. “Mai pronunciato la frase su Casini e gli amici dell'Udc”, ha spiegato il Cavaliere che ha smentito anche di aver concesso un'intervista a Panorama.
Sull'elezione di Giorgio Napolitano invece, Berlusconi ha prima ribadito il suo no ad un candidato di parte al Quirinale, poi ha rivolto al nuovo Capo dello Stato i suoi “freddi” auguri: "Tanti auguri a Napolitano: auspichiamo che svolga il suo ruolo con imparzialità".
Berlusconi è poi dovuto intervenire nuovamente per sedare le polemiche sorte dopo le dichiarazioni del leghista Roberto Calderoli. "Non riconosciamo Napolitano Presidente della Repubblica: se dovessero andare in porto le verifiche sui 70 parlamentari sub judice per le irregolarità del voto, tutto può saltare", ha detto il senatore della Lega. Ma Berlusconi ha subito smentito: "certo che riconosciamo Napolitano come Presidente", ha detto il leader della CdL, che poi, interrogato sulla futura possibilità di dialogo con il centrosinistra, ha risposto: "abbiamo già fatto un'offerta, ma è stata rigettata. Comunque, siamo persone ragionevoli".
Infine, rispondendo ai cronisti sull'idea di rilanciare la proposta di uno sciopero fiscale, il Cavaliere ha detto che l'idea resta valida nel caso in cui il centrodestra vedrà un “comportamento dannoso” da parte della sinistra: “È una cosa che abbiamo già appalesato, ove vi sia un comportamento da parte della sinistra che noi ritenessimo dannoso per il Paese, in questo caso metteremo in campo tutte le possibilità che in ambito democratico esistono per resistere a provvedimenti che non ritenessimo utili al Paese...”.
Intanto, Giorgio Napolitano, che salirà al Quirinale per il passaggio di consegne con Ciampi lunedì prossimo, parla già da presidente. Oggi, il giorno dopo l'elezione, il neo capo dello Stato, in attesa dell'insediamento che avverrà all'inizio della settimana prossima, risponde così ai giornalisti che l'attendono sotto casa in Vicolo dei Serpenti e gli chiedono quale sarà il suo primo pensiero per gli italiani: “Cercherò di contribuire ad una maggiore serenità nella vita del Paese”. Dichiarazione flash, prima di salire in auto e dirigersi verso palazzo Giustiniani, dove ha il suo ufficio.
Auguri al nuovo presidente della Repubblica Italiana.