C'è bisogno di più umanità!
Mentre Juncker parla di un'Unione senza unione, la Chiesa (grazie al Papa) apre le porte ai rifugiati
"In Europa è arrivato il momento della sincerità e non dei discorsi vuoti. L'unione non versa in buone condizioni. Manca l'unione e manca anche l'Europa".
Parole dure e severe quelle con cui il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha aperto il suo discorso sullo stato dell'Unione davanti al Parlamento di Starasburgo. Il presidente ha richiamato tutti a un impegno comune, a rispettare le regole, che pure ci sono, ma che spesso vengono ignorate, ma soprattutto ad accogliere con umanità quanti fuggono dalla guerra e dal terrore dello Stato islamico.
"La prima priorità dell'Unione europea sono i migranti e i rifugiati - ha detto a chiare lettere Juncker -. Non è il momento di spaventarsi, ma è il tempo di essere coraggiosi, determinati e di concertare azioni per i rifugiati". "Non dobbiamo mai dimenticare che l'Europa è un continente di rifugiati", ha aggiunto.
"L'Unione europea deve accogliere sul proprio territorio la gente che fugge dallo Stato islamico", ha sottolineato il presidente della Commissione europea aggiungendo: "Fino a che ci saranno problemi in Libia e la guerra in Siria questi problemi non spariranno. Ma nessun muro o barriera o mare fermerà chi fugge dall'Is".
Dunque, non può esserci Unione europea senza unione, concetto detto, ripetuto e ribadito, che questa volta diventa però parola ufficiale e principale del Parlamento europeo.
Concetto detto, ripetuto e ribadito anche quello di Papa Francesco che, rivolto a tutte le parrocchie d’Italia, ha chiesto rifugio per tutti i migranti.
Appello che a Palermo è stato subito ascoltato. Secondo la Caritas in città sono otto le parrocchie che hanno dato già la propria disponibilità; una cinquantina, invece, a livello regionale.
Anche il parroco della cattedrale di Palermo, don Filippo Sarullo, è pronto a raccogliere l'appello del Papa e aprire le porte del duomo (inserito nella Heritage list dell'Unesco) ai migranti. "La mia parrocchia è impegnata in opera di carità alle famiglie disagiate che si rivolgono a noi, aiutiamo italiani ed extracomunitari - dice don Filippo Sarullo -. Siamo pronti ad aprire le porte della Cattedrale, viviamo di opere di carità".
Già da un anno la diocesi palermitana è impegnata in attività di sostegno ai migranti che fanno tappa in città dopo essere stati soccorsi in mare nel Canale di Sicilia. Palermo, infatti, è un luogo di frontiera e da tempo la Caritas porta aventi il progetto "Rifugiati a casa mia", definito da don Sergio Mattaliano, che dirige l'organismo pastorale palermitano, "un percorso di accoglienza e integrazione. Nella mia parrocchia, nel quartiere Falsomiele, sono quindici i rifugiati che abbiamo accolto e anche altri parroci hanno fatto lo stesso".
Anche Don Angelo Tomasello della chiesa San Gabriele Arcangelo, che si trova nella zona di Altarello, è pronto a fare la propria parte. "Da tempo le parrocchie sostengono le attività della Caritas - dice il sacerdote - la mia disponibilità c'è, ma bisogna mettere in piedi un sistema di coordinamento con le istituzioni, c'è un iter giuridico e burocratico da seguire quando i migranti mettono piede nel nostro Paese. Al netto di questi problemi, siamo pronti a fornire la nostra disponibilità".
Intanto il Vaticano ha annunciato che ospiterà un nucleo familiare di circa cinque persone. "L’Elemosiniere del Papa prenderà contatto con il cardinale Francesco Montenegro di Agrigento e con la Caritas di Lampedusa - ha detto l’Arciprete della Basilica di San Pietro, cardinale Angelo Comastri - per individuare famiglie tra le ultime arrivate, quelle con maggiore disagio e difficoltà, in modo che abbiano subito due braccia aperte che possano accoglierle".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it, Corriere del Mezzogiorno]