C'è chi va in vacanza e chi no... A settembre, probabilmente, si saprà come è andata l'estate italiana 2005
C'è chi dice ''mi aspettavo peggio'' e chi sostiene che ''al peggio non c'è mai fine''.
Si è fatto e si fa un gran parlare su come il popolo italiano ha potuto, può e potrà affrontare le spese delle vacanze. E sono state tante le previsioni che hanno descritto tutto e il contrario di tutto.
Per esempio, pochi giorni fa una ricerca di Federalberghi puntava l'indice su quanti italiani, in questa estate 2005, impossibilitati dalla crisi sarebbero rimasti a casa (leggi). Oggi, sempre Federalberghi dichiara che, nonostante le previsioni degli esperti del settore turistico e la recessione che in questi ultimi anni ha colpito il settore turistico, la spesa media turistica degli italiani sarà pari ad 852 euro rispetto agli 810 euro dell'estate 2004.
Insomma, gli italiani si confermerebbero un popolo amante del relax e del divertimento.
Secondo alcuni dati in mano alla stampa, la spesa media dei nostri connazionali che, da giugno a settembre, si appresta a trascorrere o ha trascorso le proprie ferie in un'esotica località straniera è salita da 1.095 euro dell'estate scorsa a circa 1.145 euro, una crescita pari al 4,6 per cento.
In discesa è invece il numero degli italiani che ha deciso di rimanere in Italia: la spesa media è passata dai 745 euro del 2004 ai 716 euro di quest'anno, circa il 3,9 per cento in meno.
In testa alle classifiche come ogni anno sono le località marine, scelte da circa il 72 per cento degli italiani che resteranno nel nostro Paese. Tra le mete più ''gettonate'' Sardegna, (12,3%); seguita dalla calda ed accogliente Sicilia con l'8,7% e la Puglia, con i suoi uliveti secolari (l'8,3%).
A seguire l'Emilia Romagna e la Toscana; con poco distacco si posiziona il Veneto e il Trentino Alto Adige, insieme alla Calabria. (dati pubblicati dall'Aise)
Comunque, si sottolinea, che nonostante questa voglia di evasione e di libertà, l'italiano è molto attento alle proprie ''tasche'', tanto da preferire una vacanza ''fai da te'', utilizzando il telefono e internet, piuttosto che rivolgersi all'agenzia di viaggi.
Ma senza aguzzare tanto l'udito, il rintocco di un'altra campana ci descrive una situazione ben diversa. Altro che tutti in vacanza ci dice un'indagine SWG-Confesercenti, nella quale si legge che ''gli italiani che quest'estate andranno in vacanza saranno 21 milioni, due in meno rispetto allo scorso anno, con una perdita di circa 3 miliardi di euro di entrate per l'intero settore''.
I motivi, tanti. C'è un nuovo modo di vivere le ferie, la crisi economica, la paura degli attentati terroristici.
Per colpa di questi ultimi, per esempio, le richieste per la Gran Bretagna sono crollate del 30%. Le bombe di Sharm el-Sheikh poi, hanno provocato la disdetta pressoché totale delle prenotazioni almeno fino ad ottobre, non solo per la località egiziana del Mar rosso, ma anche per i viaggi sul Nilo e le visite al Cairo.
Certo ''l'effetto sul nostro sistema turistico è però modesto - ha dichiarato Claudio Albonetti presidente Assoturismo Confesercenti -. La stragrande maggioranza dei turisti che si è rivolto ad una agenzia di viaggi ha cambiato destinazione preferendo pacchetti equiparabili dal punto di vista economico. Mete prevalenti di questi turisti appaiono, Grecia Spagna e Croazia. Solo un 20% di chi aveva prenotato l'Egitto sceglie l'Italia, preferendo destinazioni marine. Decisamente modesta, meno del 10%, la quota di coloro che sull'ondata emotiva degli attentati di Londra e Sharm hanno annunciato l’intenzione di rinunciare del tutto ai propri progetti''.
Ma, a parte questo, sembra che (e questo ormai da tempo) gli italiani abbiano cambiato il modo di intendere le proprie vacanze. Infatti sono sempre di più coloro che dividono le proprie vacanze in più spezzoni nel corso dell'anno, riducendo complessivamente la durata delle ferie, che scelgono periodi di bassa stagione, che utilizzano tutte le possibilità offerte da Internet e dalle occasioni ''last minutes''. E almeno questo non contraddice quanto detto sopra.
Queste ''nuove'' tendenze hanno generato curiose implicazioni psicologiche: le aspettative che scaturiscono dalla vacanza breve, infatti, sono altissime. In pochi giorni il turista desidera concentrare tutte le esperienze che prima si articolavano nell'arco di un periodo più lungo e continuativo, cercando (spesso invano) di raggiungere la migliore qualità possibile spendendo il minimo.
Insomma, dall'indagine SWG-Confesercenti si evince che la ripresa del settore turistico tarda ad arrivare, e in una situazione tanto complessa appare inevitabile la flessione della classica vacanza di tre settimane al mare, a vantaggio dei trasferimenti frequenti e di breve durata.
Nel pieno della stagione estiva 2005 tra gli operatori turistici prevale ancora il pessimismo, anche se il 61% delle imprese scommette sul ''tutto esaurito'' nelle due settimane centrali di agosto.