C.R.A.Z.Y.
Due storie d'amore s'intrecciano, l'amore di un padre per i suoi cinque figli e l'amore di uno dei figli per il padre
Noi vi segnaliamo...
C.R.A.Z.Y.
di Jean-Marc Vallée
Storie straordinarie di gente ordinaria in cerca d'amore e felicità. Un dramma familiare diverso da tutti. Due storie d'amore s'intrecciano, l'amore di un padre per i suoi cinque figli e l'amore di uno dei figli per suo padre, un amore così forte che lo costringe a vivere nella menzogna.
Quel figlio si chiama Zac Beaulieu, nato il giorno di Natale del 1960. Zac è il bellissimo, quarto figlio di una famiglia composta da cinque maschi, una madre presente e amorevole ed un padre sicuramente burbero ma orgoglioso dei suoi magnifici ragazzi.
Ma i magnifici ragazzi iniziano il cammino della vita proprio a cavallo tra gli anni '60 e '80: gli anni in cui è fantastico trasgredire alle regole! La scuola, le ragazze, la scoperta della sessualità, le canne, le discoteche, i locali, i punk e i dark, i litigi con il padre e soprattutto la musica - dei Pink Floyd, di David Bowie, dei Rolling Stones - compagna essenziale delle loro giornate.
Anno 2005
Distribuzione Istituto Luce
Durata 127'
Regia Jean-Marc Vallée
Con Marc-André Grondin, Pierre-Luc Brillant, Danielle Proulx, Michel Côté
Sceneggiatura François Boulay e Jean-Marc Vallée
Musiche David Bowie, Rolling Stones
Genere Commedia
La critica
''Simpatico C.R.A.Z.Y. (...). E se il soggetto è di quelli 'politically correct' e un po' risaputi (i problemi di un giovane che vorrebbe rinnegare la propria omosessualità), è proprio la musica a dare un valore aggiunto al film; caricandosi, al caso, di un efficace ruolo simbolico (...)''
Roberto Nepoti, 'la Repubblica'
''(…) non è tanto la bravura cinematografica quanto la sensibilità umana del regista a dare al film una profondità di sentimenti, una speciale rarità.''
Lietta Tornabuoni, 'La Stampa'
''Una specie di Donnie Darko in versione gay da tè e simpatia, repressione et ipocrisia come da copione: furba parata di mutazioni psico-socio-musicali con qualche buon momento di energetica sincerità che si perde però nel meccanismo un po' ripetitivo di droga, sesso e rock'n'roll. (...)''
Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera'
''Tratto distintivo del film è lo stretto intreccio con la colonna sonora. Il regista Jean-Marc Vallée riesce qui al suo meglio, restituendo, con i tratti di un'iconografìa musicale specifica, gli umori e le trasformazioni di un'epoca. Si spazia dai Rolling Stone ai Pink Floyd, da David Bowie (con Space Oddity a rappresentare la distanza tra la terra e il cielo, tra la base di controllo e l'astronauta perso tra le stelle) alla già citata Patsy Cline. Proprio la musica di quell'epoca riscatta, nel senso della libertà e iconoclastia, il cuore conservatore di una tradizione familiare solida ma repressiva verso le diversità e originalità.''
Dario Zonta, 'l'Unità'
Note: presentato alla II edizione delle ''Giornate degli Autori'', Venezia 2005