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Caccia ai mandanti dell'omicidio Rostagno

Intanto una teste parla della comunità Saman: "C'erano molte gelosie e liti"

22 novembre 2012

Una nuova indagine della Direzione distrettuale antimafia di Palermo per risalire ai mandanti dell'omicidio del giornalista e sociologo Mauro Rostagno, assassinato a Valderice il 26 settembre 1988. Alla Corte di assise di Trapani si celebra intanto il processo con due imputati: il boss mafioso Vincenzo Virga, accusato di essere il mandante, e Vito Mazzara, indicato come killer. L'esistenza di "altri soggetti diversi dagli imputati" è emersa oggi durante l'udienza del processo, quando il presidente della Corte di assise, Angelo Pellino, ha letto una lunga e articolata ordinanza con la quale ha rigettato la richiesta dell'avvocato Vito Galluffo, difensore di Mazzara, di acquisire il verbale di deposizione dell'ex terrorista Renato Curcio, resa, nel settembre dello scorso anno, ai pubblici ministeri della Dda di Palermo, proprio nell'ambito dell'indagine parallela. Negli ambienti della Procura si sottolinea tuttavia che l'indagine, finalizzata all'individuazione dei mandanti del delitto, è a carico di ignoti.

Intanto ieri, citata dalla difesa, ha deposto Francesca Lipari, 48 anni, ospite tra l'85 e i primi anni 90 nella comunità terapeutica fondata da Mauro Rostagno, "Saman". "Durante la mia permanenza alla Saman, ho avuto una relazione con Rostagno. È durata poco e fu parallela a quella tra Chicca Roveri (la compagna di Rostagno) e Luciano Marrocco (ospite della Saman). Le due storie si interruppero quasi contemporaneamente. Dopo, Rostagno e Roveri tornarono insieme".
La teste ha riferito di conflittualità sorte tra Marrocco e Rostagno tanto che il giovane della comunità tentò di dar fuoco al "gabbiano", l'alloggio riservato ai dirigenti della Saman. Sono tuttavia emerse discordanze sulla collocazione temporale della relazione e dell'episodio. In aula, Lipari ha detto che la storia con Rostagno risale all'estate dell'86, ma in un verbale del 23 maggio del '96 la teste aveva invece parlato dell'estate dell'87. Quanto al tentativo di incendio, Lipari ha sostenuto ieri che questo avvenne sempre nell'86, due anni prima dell'omicidio. Ma la sorella di Lipari, Rita, deceduta, ha dichiarato in un precedente interrogatorio che la vicenda si verificò tra il 22 e il 23 settembre del 1988, quindi solo qualche giorno prima del delitto.
Incalzata dalle domande dall'avvocato Stefano Vezzadini, legale del boss Vincenzo Virga, Lipari è apparsa infastidita e ha accusato la difesa di stare "effettuando una manipolazione" delle sue dichiarazioni.

Un'altra contraddizione emersa, riguarda l'allontanamento dal "gabbiano" di Rostagno da parte di Francesco Cardella, guru della comunità Saman. "Rostagno - ha detto Lipari - fu trasferito nelle stanze degli ospiti per un'intervista sul mensile King (pubblicata nell'agosto dell'88, un mese prima dell'omicidio) in cui, secondo Cardella, Rostagno si era sostituito alla sua figura". Ma, a tal proposito, l'altra teste di ieri, Anna Bono di 50 anni, anche lei un'ex ospite della struttura di Lenzi, ha dichiarato: "Penso che l'allontanamento dal gabbiano sia avvenuto per problemi di coppia". Nel corso della sua testimonianza, Lipari ha raccontato di essere stata a Lenzi fino al 24 settembre e di essere stata successivamente trasferita nella sede di Milano della comunità "perchè Cardella - ha detto - stava mettendo su questo centro e aveva bisogno di persone affidabili per gestirlo. Ritenne importante prendere me e portarmi là".

[Informazioni tratte da ANSA, Italpress, Corriere del Mezzogiorno]

- "Non so com'è morto Mauro Rostagno" (Guidasicilia.it, 08/11/12)

 

 

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22 novembre 2012
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