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Caduti a Nassiriya

Nuovo attentato a Nassiriya. Tre i militari italiani morti, uno è gravemente ferito. Una quarta vittima è un soldato romeno

27 aprile 2006

Il Contingente italiano in Iraq conteggia oggi dei nuovi caduti. A Nassiriya stamane un altro attentato ha ucciso dei soldati italiani. Sono quattro i morti, tre nostri connazionali e un giovane romeno.
Le fonti militari dicono che sul veicolo colpito dall'esplosione, avvenuta lungo una strada nota di Nassiriya, erano cinque le persone a bordo, tre carabinieri e un militare italiano e un soldato della Polizia romena.

Lo scoppio ha ucciso il capitano dell'Esercito Nicola Ciardelli, 34 anni. L'ufficiale era in servizio al 185/mo reggimento acquisizione obiettivi di Livorno. Lascia la moglie Giovanna, un bambino di pochi mesi.
La seconda vittima italiana è il maresciallo dei Carabinieri Franco Lattanzio, 38 anni, originario di Pacentro (Aquila). Era giunto in Iraq il 3 dicembre del 2005. Celibe e senza genitori; mentre il soldato romeno ricopriva la carica di caporale della Polizia militare.
La terza vittima, il maresciallo capo Carlo De Trizio, uno dei due carabinieri ricoverati in ospedale, è deceduto in seguito alle ferite riportate. De Trizio era effettivo al Comando Provinciale di Roma - Nucleo Radiomobile, aveva 27 anni, era nato a Bisceglie, in provincia di Bari. Si trovava in Iraq da soli 13 giorni, essendo giunto a Nassiriya il 14 aprile scorso.L'altro carabiniere che si trovava sulla vettura colpita sarebbe gravemente ferito e presenterebbe ustioni su circa il 30% del corpo.
Il militare rumeno morto era il caporale Hancu Bogdan e aveva 28 anni, secondo quanto fa sapere il ministero della Difesa rumeno. Bogdan faceva parte della Polizia militare rumena formata da 100 uomini e ospitata a Camp Mittica.

L'ordigno esploso alle 08.50 ora locale (06.50 ora italiana) era posto al centro della carreggiata lungo una strada a sud ovest dell'abitato di Nassiriya.
Nell'esplosione è rimasta coinvolta una pattuglia del Contingente italiano composta da quattro veicoli protetti del Reggimento Carabinieri della Msu (Multinational Specilaized Unit) con a bordo un Ufficiale dell'Esercito, 15 militari dell'Arma dei carabinieri e graduato della Polizia Militare rumena. La pattuglia si stava recando al PJOC (Provincial Joint Operation Centre, la sala operativa integrata delle Forze di sicurezza della Provincia). Lo scopo del traferimento era quello di rilevare il personale in servizio presso un comando locale della polizia irachena. Lo Stato maggiore della Difesa fa sapere che ''Sono in corso accertamenti, condotti in stretto coordinamento con la polizia locale, intesi ad individuare la natura dell'ordigno, l'origine dell'esplosione e gli eventuali responsabili''.

L'attentato è avvenuto in un punto di ''un percorso stradale noto e che i militari italiani percorrevano da quasi tre anni''. Lo ha detto il maggiore Marco Mele, portavoce del Contingente italiano in Iraq. Il portavoce ha anche sottolineato che benché l'area di Nassiriya sembri essere più tranquilla rispetto ad altre del Paese iracheno, ''in realtà va ricordato che la situazione è sempre potenzialmente a rischio''. Quanto al clima che adesso si respira tra i componenti del contingente italiano, il portavoce ha detto che ''la vigilanza resta alta, è questo un colpo da ko e però ci risolleveremo. Ricordiamo che la nostra è una missione di sicurezza, umanitaria di collaborazione con le autorità locali per la convivenza civile e andremo avanti''.
L'ultima ''azione ostile'' nei confronti dei militari italiani si era avuta solo 5 giorni fa: un ordigno posto ai lati della carreggiata, fatto esplodere, anche in quel caso, al passaggio di un convoglio. Ma si parlò di una bomba a basso potenziale e di un'azione che poteva dunque essere soltanto dimostrativa.

Il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, avvertito dal ministero della Difesa di quanto accaduto ha subito rilasciato una dichiarazione di cordoglio nei confronti delle famiglie dei caduti: ''Il mio pensiero va alle famiglie delle nuove vittime di Nassiriya. Sento con loro un immenso dolore per la perdita di questi giovani che operavano con onore al servizio della Patria. La mia solidarietà va all'Esercito Italiano e all'Arma dei Carabinieri, ancora una volta duramente colpiti. Tutta l'Italia, unita, si stringe attorno alle Forze Armate per piangere i nostri caduti. Ho fiducia che i responsabili di questo vile attentato saranno individuati e perseguiti''.

Le vittime italiane in Iraq dal novembre 2003
Con i tre militari caduti oggi, sale a 40 il numero degli soldati italiani che hanno perso la vita in Iraq. Ripercorriamo in sintesi i momenti più drammatici che hanno visto coinvolti i soldati italiani in Iraq.

12 novembre 2003. Alle 10.40 (le 8.40 in Italia) un camion sfonda la recinzione della sede della missione Msu (Multinational Specialized Unit) dei carabinieri a Nassiriya, aprendo un varco ad un'autobomba che esplode subito dopo. Muoiono 12 carabinieri, cinque soldati e due civili: i militari dell'Arma sono Domenico Intravaia, Orazio Majorana, Giuseppe Coletta, Giovanni Cavallaro, Alfio Ragazzi, Ivan Ghitti, Daniele Ghione, Enzo Fregosi, Alfonso Trincone, Massimiliano Bruno, Andrea Filippa, Filippo Merlino; i soldati Massimo Ficuciello, Silvio Olla, Emanuele Ferraro, Alessandro Carrisi, Pietro Petrucci. Stefano Rolla e Marco Beci sono i due civili. La base Maestrale, che ospita il personale dell'unità di manovra del Reggimento carabinieri della Msu, è ridotta a uno scheletro di cemento, davanti c'è un cratere profondo otto metri provocato dall'autobomba. In conseguenza dell'esplosione muoiono anche 9 iracheni, mentre i feriti italiani sono 18.

10 marzo 2004. Viene ferito un carabiniere nel corso di una sparatoria a Nassiriya. Tra gli episodi più cruenti da registrare nel corso dell'anno, la cosiddetta 'battaglia dei ponti', scontro armato con i miliziani sciiti legati a Moqtada Al Sadr per il controllo dei ponti sull'Eufrate, che il 6 aprile causa il ferimento di undici bersaglieri. Coinvolti nel conflitto a fuoco gli uomini della Task Force Eleven, circa 500 militari intervenuti per ripristinare l'ordine pubblico. I bersaglieri italiani vengono fatti oggetto di colpi d'arma da fuoco e rispondono con le armi in dotazione.

2-3 maggio 2004. Altri episodi, uno dei quali coinvolge anche il comandante del contingente, generale Gianmarco Chiarini: un mezzo di pattuglia sul quale viaggia l'ufficiale italiano è fatto oggetto di colpi di arma da fuoco da parte di un gruppo di assalitori. I militari italiani rispondono al fuoco.

Nella notte tra il 6 e il 7 maggio 2004 quattro colpi di mortaio esplodono nelle vicinanze della sede della Cpa, l'autorità provvisoria di governo.
Tra il 14 e il 16 maggio, nuova violenta fiammata di scontri a fuoco: prese di mira con razzi Rpg e colpi di mortaio la base White Horse, la base Libeccio e la sede della Cpa di Nassiriya, bersagliata dai miliziani appostati nel vicino ospedale cittadino. Matteo Vanzan, 23 anni, lagunare del Reggimento Serenissima, viene colpito da una scheggia di mortaio all'arteria femorale. Ricoverato in ospedale, muore dopo un disperato intervento chirurgico nelle prime ore della mattina del 17 maggio.

5 giugno 2004. Convogli militari italiani vengono attaccati per due volte nella stessa giornata nei dintorni di Nassiriya. Contro i soldati di Antica Babilonia, che scortano un convoglio di cooperazione civile-militare impegnato nella ristrutturazione di un edificio scolastico e di una struttura veterinaria, vengono esplosi in tutto cinque razzi Rpg.

10 giugno 2004. Un ordigno esplode nelle vicinanze di una pattuglia di Lagunari, senza provocare feriti.
Il 25 giugno vengono esplosi colpi di arma da fuoco contro gli elicotteri italiani in Iraq. Presi di mira due Ab412 dell'esercito italiano in servizio di perlustrazione notturna a trenta chilometri da Nassiriya. L'attacco non provoca danni ai mezzi né feriti, gli elicotteri si allontanano dalla zona degli spari senza riportare danni e senza rispondere al fuoco.

5 luglio 2004. Il primo caporalmaggiore Antonio Tarantino muore in seguito ad un incidente stradale nel quale rimane coinvolto mentre percorre la strada che separa le due basi di White Horse e di Tallil.

21 gennaio 2005. Muore il maresciallo Simone Cola, di 32 anni, da Ferentino. Era il mitragliere a bordo di un elicottero dell'Esercito, in volo di perlustrazione su Nassiriya.

4 marzo 2005. L'ufficiale del Sismi Nicola Calipari cade ad un check point americano sulla strada per l'aeroporto di Bagdad dove stava andando per riportare in Italia Luciana Sgrena, appena liberata dopo un drammatico sequestro. Ma l'auto con Calipari, l'ostaggio e un ufficiale dei Ros sarà colpita dal fuoco dei soldati Usa: Calipari viene ucciso, la Sgrena ferita.

15 marzo 2005. Il sergente Salvatore Marracino muore per un incidente durante una seduta di addestramento.

31 maggio 2005. Cade un elicottero AB-412 dell'Aviazione dell'esercito in forza al 6.ROA, con base presso l'aeroporto di Tallil. Le vittime sono il tenente colonnello Giuseppe Lima, 39 anni di Roma e il capitano Marco Briganti, 33 anni di Forlì, e i mitraglieri di bordo, il maresciallo capo Massimiliano Biondini, 33 anni di Bagnoregio (Viterbo) e il maresciallo ordinario Marco Cirillo, 29 anni di Viterbo.

16 giugno 2005. Nessuna vittima tra i soldati italiani investiti dall'esplosione di un ordigno nella zona di Nassiriya. L'ordigno contro i militari italiani è esploso al passaggio di un veicolo 50 chilometri a nord di Nassiriya, senza provocare feriti. Solo il mezzo ha riportato lievi danni. Solo il parabrezza del veicolo è rimasto scheggiato, ma l'ordigno non ha provocato feriti tra i militari.

14 luglio 2005. Muore, in un incidente d'auto, Davide Casagrande, un militare del contingente italiano a Nassiriya. Casagrande, sergente del quarto reggimento alpini paracadutisti di Bolzano, era impegato in una normale attività di ricognizione, insieme ad altri 5 militari del suo reggimento. Mentre percorreva una strada nella periferia sud-est di Nassiriya l'automezzo è uscito di strada, verso le 12:30, ribaltandosi. Nell'incidente sono rimasti feriti anche altri due militari.

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27 aprile 2006
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