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Caldo... insopportabilmente caldo

In Sicilia tutti aspettano domani, quando le temperature dovrebbero attenuarsi...

26 giugno 2007

Qui in Sicilia in pochi ci ricordiamo giorni così caldi, non perché in passato non ce ne siano stati (qualcuno dirà subito ''io mi ricordo ventanni fa un'estate intera con temperatura a 50 gradi''), ma perché quando la sofferenza è grande e presente, tendenzialmente si è portati a rimuovere quelle passate e concentrarsi sulle attuali.
E' anche vero che in questi ultimi quattro giorni le temperature che hanno interessato il Sud Italia, e in particolare la nostra Sicilia, sono state sicuramente ragguardevoli, e dobbiamo poi aggiungerci che l'estate, quella del calendario, è entrata solo qualche giorno fa. Luglio e Agosto hanno ancora da venì, e quelli dovrebbero essere i mesi più caldi... Pensarci è terrorizzante.

Si deve attendere domani perché si attenui questa prima ondata di clima torrido. Intanto il vento di scirocco continua a spazzare il Palermitano, soffocando città e paesi e alimentando diversi incendi che hanno messo a dura prova decine di squadre di vigli del fuoco. Disagi anche per le ferrovie: a causa di uno dei tanti incendi, un treno è stato costretto a fermarsi più del previsto a Bagheria a causa di un vasto focolaio divampato lungo la strada ferrata Palermo-Messina. Il caldo inusitato ha causato anche il ripetersi di interruzioni dell'energia elettrica a singhiozzo in varie zone del Capoluogo.
Nelle due più gradi e più calde città siciliane, Palermo e Catania, si è registrato un vertiginoso aumento nelle vendite di condizionatori d'aria, e il servizio 118 dei due città ha effettuato centinaia di interventi, senza contare le chiamate di persone in preda al panico per il caldo e rassicurate dagli operatori del servizio d'emergenza. Tra le persone soccorse nel capoluogo dell'isola, anche l'autista di un autobus in servizio urbano, che ha fermato il mezzo e ha chiamato l'ambulanza. Poco dopo una signora si è sentita male mentre attraversava a piedi l'assolata piazza Castelnuovo, davanti al teatro Politeama. A Trapani, invece, un sessantenne cardiopatico è morto mentre stava parcheggiando l'auto, per un arresto cardiaco provocato dall'afa.

Emergenza per le temperature infernali si è registrato anche nelle fabbriche siciliane. Si sono fermate imprese come la Fiat di Termini Imerese e il petrolchimico di Priolo e Gela: un migliaio gli operai mandati a casa, soprattutto addetti ai lavori di saldatura e metallurgia in aree all'aperto.
''A questi lavoratori - ha detto dice Dino Zappulla della Cgil - sarà garantita la cassa integrazione''.
Alla Fiat di Termini Imerese, invece, ieri buona parte degli operai del secondo turno hanno rinunciato a 70 euro, la paga netta di un giorno di lavoro, pur di non rimanere otto ore nei reparti di verniciatura e lastratura, alle prese con forni e saldatrici, mentre all'esterno dello stabilimento la temperatura supera i 40 gradi. Gli operai del primo turno, invece, sempre per il caldo avevano disdetto la manifestazione davanti ai cancelli per lo sciopero indetto da Fim-Fiom e Uilm contro la riforma Maroni sulle pensioni.
''Il clima nella fabbrica è insostenibile. C'è troppo caldo'', ha detto il segretario della Fiom di Termini Imerese, Roberto Mastrosimone ricordando che ''agli operai della Fiat, come invece accade per altri lavoratori, non spetta la cassa integrazione per cause legate a calamità naturali''. Così la Fiom ha fatto sapere di aver chiesto l'intervento della Ausl competente ''per verificare eventuali rischi per la salute degli operai'' e quello dell'assessorato regionale alla Sanità, affinché siano predisposte misure a sostegno dei lavoratori.

Intanto le istituzioni tentano di correre ai ripari con un sistema di sorveglianza e previsione delle ondate di calore e un vademecum su come comportarsi nelle giornate calde, elaborati dal Dipartimento Osservatorio epidemiologico dell'assessorato regionale alla Sanità. Quali precauzioni adottare per difendersi dal caldo, quali gli effetti delle alte temperature sull'organismo sono, infatti, alcuni dei consigli che si possono trovare sul sito internet del DOE, all'indirizzo www.doesicilia.it. Oltre a una sezione dedicata alla ''Prevenzione Caldo: informazioni per la popolazione'', vi è un ''Piano di assistenza per la popolazione di Catania'', quella che è stata effettivamente più martoriata in questi giorni, e il ''sistema nazionale di sorveglianza, previsione e di allarme per la prevenzione degli effetti delle ondate di calore sulla salute della popolazione''. Quest'ultimo è stato già attivato, nel 2004, dal dipartimento della Protezione Civile con il coordinamento, per gli aspetti tecnici, del Dipartimento di Epidemiologia della Asl Roma E, individuato come Centro di competenza nazionale (Cc) ai sensi della direttiva del presidente del Consiglio dei ministri del 27 Febbraio 2004.

Gli obiettivi principali del programma sono la realizzazione di sistemi di allarme per la prevenzione degli effetti del caldo sulla salute, denominati Heat Health Watch Warning Systems (HHWWS), che utilizzano le previsioni meteorologiche al fine di individuare, fino a 72 ore di anticipo, il verificarsi di condizioni ambientali a rischio per la salute e l'impatto sulla mortalità a esse associato.
Sulla base di tali previsioni, viene elaborato un bollettino giornaliero per ciascuna delle città coinvolte. Catania e Palermo sono tra le 17 città italiane dove sono attivi i sistemi HHWW. Intanto c'è anche chi, come il capogruppo all'Ars di An, Salvino Caputo, ha presentato una mozione al presidente della Regione per chiedere lo stato di calamità per tutta l'Isola.

Il Primo Rapporto sul cambiamento climatico e salute in Italia
Per ogni grado in più della temperatura media, la mortalità aumenta del 3%. E' il dato a cui sono arrivati gli studiosi contenuto nel Primo Rapporto sul cambiamento climatico e salute in Italia, coordinato dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per conto dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (Apat), presentato ieri a Roma. ''Non solo siamo preoccupati dalla previsione di morti e malattie che ne derivano, ma ne stiamo già verificando gli effetti'', ha detto Roberto Bertollini, direttore del Programma speciale Salute e ambiente dell'Oms Europa. ''Le 35 mila morti dell'ondata di calore dell'estate 2003 in Europa ne sono il primo esempio allarmante''.
Problemi globali - Lo studio ha preso in esame in modo globale i problemi derivati dall'aumento delle temperature media. Con il caldo aumenta, per esempio, l'inquinamento da ozono, importante causa di malattie respiratorie; si rafforza il pericolo di malattie come la febbre del Nilo occidentale e la leishmaniosi, e aumentano anche le malattie legate all'acqua inquinata. La popolazione, poi, è sempre più esposta a inondazioni e frane. Aumenta, con la temperatura, anche il rischio di intossicazione alimentare: negli ambienti con una temperatura al di sopra dei cinque gradi, all'aumentare di 1 °C della temperatura media in una settimana i casi di infezione di salmonella crescono del 5-10%. Il rischio di intossicazione da alghe e da cianobatteri potenzialmente tossici aumenta e le fioriture più precoci sono causa di disturbi allergici, così come una possibile invasione di nuove specie di piante allergizzanti.

Piogge - Secondo l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che ha partecipato alla stesura del rapporto, negli ultimi 50 anni le precipitazioni in Italia sono diminuite del 14%. E' probabile una diminuzione del 25% delle precipitazioni invernali nella regione mediterranea e nell'Italia settentrionale e un contemporaneo aumento della frequenza di precipitazioni estreme. Dal 1981 al 2004 c'è stato un aumento del 14% del numero di giornate calde (temperatura massima superiore a 25 gradi) e fra il 1961 e il 2004 si è evidenziata una riduzione media di circa il 20% dei giorni di gelo (temperatura minima inferiore o uguale a 0 gradi). Si intensificheranno le giornate torride, aumenterà la temperatura del mare e le estati saranno sempre più simili a quella del 2003.
Gas serra - Le emissioni di gas serra continueranno ad aumentare. Attualmente il contributo italiano è pari a circa l'11% delle emissioni in Europa e a circa il 2% delle emissioni globali. Fra il 1990 e il 2005 in Italia le emissioni totali di gas serra sono aumentate di circa il 12%, in particolare per le industrie dell'energia (32%) e i trasporti (26%). [Corriere.it]

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26 giugno 2007
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