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Cambi superiori...

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla riforma (''epocale'', dice la Gelmini) delle scuole superiori

05 febbraio 2010

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera definitivo ai tre decreti presidenziali che, dal prossimo anno scolastico (2010-2011), ridisegneranno l'istruzione superiore in Italia. I tre decreti stabiliscono le norme per il riordino di licei, istituti tecnici e istituti professionali.
Una "riforma epocale", senza alcuna "impronta ideologica", ha commentato il ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca Mariastella Gelmini.
La riforma, che partirà solo per le prime classi delle scuole superiori, prevede uno sfoltimento degli indirizzi di studio, la revisione dei quadri orari, più matematica e il potenziamento dello studio delle lingue. I licei saranno ridotti a sei (dagli attuali 450 indirizzi tra sperimentazioni e progetti assistiti): classico, scientifico, artistico, linguistico, musicale-coreutico e delle scienze umane; nei tecnici ci saranno due ambiti di studio (economico e tecnologico), suddivisi in 11 indirizzi (da 10 con 39 indirizzi) con meno ore da passare tra i banchi e più nei laboratori; nei professionali (2 settori e 6 indirizzi da 5 corsi e 27 indirizzi) saranno rafforzate le materie di indirizzo ed è prevista una maggiore flessibilità dell'offerta formativa.

"Per quanto riguarda i licei - ha spiegato il ministro Gelmini - pur apportando emendamenti e alcune modifiche abbiamo utilizzato la riforma Moratti mentre per l'istruzione tecnica abbiamo cercato di mantenere quanto realizzato dal precedente governo. E' quindi incomprensibile - ha proseguito il ministro - la contestazione delle opposizioni in commissione". Per quanto riguarda i licei il ministro ha tenuto a sottolineare che nella riforma si è cercato di coniugare "la tradizione con l'innovazione". E' questo infatti un segmento, ha precisato il ministro, "che anche all'estero ci invidiano ma abbiamo cercato di proiettarlo verso il futuro potenziando ad esempio l'insegnamento della lingua straniera e di una seconda lingua e la previsione per l'ultimo anno dell'insegnamento in lingua di una materia curricolare".
Tra le altre novità evidenziate dal ministro la creazione del Liceo Musicale che, ha assicurato, "sarà realizzata in sintonia con i conservatori" e del Liceo delle Scienze umane. Per quanto riguarda gli istituti tecnici ha quindi assicurato Gelmini "non si tratta di scuole di serie B. Siamo convinti della necessità di due assi differenti ma hanno la stessa dignità. L'istruzione tecnica, tra l'altro - ha aggiunto - può essere una risposta alla crisi".

"Con le riforme varate dal governo che entreranno in vigore dal prossimo anno scolastico, l'Italia avrà delle scuole comparate a quelle degli altri Paesi europei. Saranno in linea con gli istituti dei paesi più avanzati'', ha sottolineato il premier Silvio Berlusconi in una conferenza stampa a palazzo Chigi. ''La scuola superiore necessitava di una riforma perché, secondo quanto ci dichiarano tutte le imprese e le associazioni, la scuola attuale non sforna ragazzi con cognizioni adeguate alle richieste del mondo del lavoro'', ha aggiunto. Poi scherza: "Voglio fare una precisazione. Sarà materia di studio obbligatorio tutta la produzione di canzoni che il primo ministro ha fatto con Apicella...''.

Dure le reazioni dell'opposizione. Per Pierluigi Bersani "il riordino della scuola superiore da parte del governo non è una riforma, ma un taglio epocale alla scuola pubblica italiana che - invece di avvicinarci come riferito dal premier - ci allontana dall'Europa e nega pari opportunità di vita, di educazione e di lavoro ai ragazzi e alle ragazze del nostro Paese". Il riordino di cui parla il governo sarebbe in realtà un mero "taglio di risorse, di competenze e di tempo", dovuto alla necessità di Tremonti di far quadrare il bilancio. Per il Pd, a causa di questa riforma, "la scelta compiuta a 13 anni diventa nei fatti irreversibile per la grande differenza di programmi proposti dai diversi percorsi formativi sin dal primo biennio, favorendo la dispersione scolastica, penalizzando i saperi tecnico-scientifici e tagliando le ore di laboratorio negli istituti professionali".
E c'è anche chi si domanda se Berlusconi l'abbia mai letta questa riforma della scuola, perché - dice Antonio Borghesi, vicecapogruppo dell'Italia del Valori alla Camera, "l'impressione è che non l'abbia fatto". Per l'Idv, questa riforma "è stata scritta da Confindustria ed è priva di risorse adeguate".

Il tono delle critiche dell'opposizione si trova anche nella durissima reazione di Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil: "Ciò che il governo ha approvato - ha detto - non è una riforma ma solo una rigorosa applicazione dei tagli decisi dal ministro Tremonti". Da questa riforma - ha spiegato il segretario - "la professionalità del personale uscirà svilita e tantissimi precari, insegnanti e Ata, saranno presto licenziati". Di più, secondo Pantaleo, "la decisione di ridurre l'orario nella classi successive alla prima e nei soli istituti tecnici e professionali, accentua la separatezza tra i diversi segmenti, producendo nei fatti una divisione sociale grave e inaccettabile tra i giovani sulla base del censo e delle condizioni sociali e culturali di partenza".
I sindacati fanno sapere che non molleranno la presa e che anzi, alzeranno il tiro: "Il 17 febbraio ci sarà una grande Assemblea Nazionale della scuola secondaria superiore, aperta agli studenti, alle associazioni e alle forze politiche per decidere tutte le opportune iniziative di mobilitazione. Il 12 marzo poi sarà giornata di sciopero nazionale". Sulla stessa linea anche la Gilda, l'associazione professionale dei docenti italiani, che allude ad una riforma che "penalizza fortemente le seconde, terze e quarte classi su cui ricadranno i tagli previsti dal governo".

Per dirla con le parole usate dalla Rete degli studenti, questa riforma è una "carnevalata" che può valere come scherzo solo se in ballo non c'è il futuro dei giovani e del Paese. Il premier annuncia l'Europa, "per noi invece - dice la Rete - i livelli europei diventano sempre di più un miraggio". Il 20 febbraio, "smaschereremo il governo". Prevista una giornata di mobilitazione nazionale.

I Cobas confermano lo sciopero per il prossimo 12 marzo. "Una riforma sciaguarata" la definisce il portavoce nazionale dei Cobas Piero Bernocchi "che non ha alle spalle alcun progetto didattico, come non ne avevano alle elementari la 'maestra unica' o la devitalizzazione del Tempo Pieno. Si cancellano o si immiseriscono materie importanti di studio, si tagliano ore di insegnamento cruciali (in media 4 ore settimanali in meno), si sopprimono laboratori e esperienze pratiche professionalizzanti, si cacciano decine di migliaia di precari, eliminandone il posto di lavoro, soltanto in nome del Dio Risparmio, a spese di una istruzione sempre più impoverita, giudicata un investimento improduttivo da questo e dagli ultimi governi". "Ma - avverte Bernocchi - la partita non si chiude qui. I Regolamenti dovranno superare ancora non solo le obiezioni del Consiglio di Stato ma ottenere l'approvazione della Corte dei Conti e del capo dello Stato, fino alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Solo allora le scuole potranno presentare l'offerta formativà alle famiglie che, essendo a poche settimane dalla scadenza per le iscrizioni (26 marzo),
dovrebbero iscrivere i figli pressochè 'al buio'
. Soprattutto, in queste poche settimane docenti, genitori e studenti vedranno il progetto distruttivo in tutta la sua brutale concretezza, città per città, paese per paese, con le scuole che spariscono, gli accorpamenti folli, gli indirizzi di studio soppressi".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it]

- Ecco la nuova scuola superiore di Salvo Intravaia (Repubblica.it)

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05 febbraio 2010
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