Cambiamenti climatici: la Sicilia a forte rischio
Allarme dell'Enea: le mappe mostrano forte correlazione tra piovosità nell'Isola, dissesto idrogeologico e densità di eventi catastrofici.
Che in Italia alle piogge corrispondano troppo spesso delle calamità naturali appare chiaro se si guarda alla cronaca di questi giorni, ma la correlazione è stata già fatta anche a livello scientifico: se si consultano le mappe dell'Enea e dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) che correlano piovosità, rischio idrogeologico e densità dei disastri si vede che tutto è 'già scritto' da diversi anni.
La mappa della piovosità italiana vede i picchi principali proprio nell'area della Liguria e del nord della Toscana, sulle Alpi, con punte sul Friuli Venezia Giulia, e lungo gli Appennini soprattutto al Sud, con Campania e Calabria fra le più bersagliate. La carta del rischio idrogeologico si sovrappone quasi completamente alla prima: gli esperti hanno censito 29 mila 517 chilometri quadrati di aree a rischio, quasi il 10% del territorio italiano. Nel dettaglio il 4,1% della superficie italiana è a rischio alluvioni, il 5,2 a rischio frane e lo 0,5% a rischio valanghe.
L'Enea ha preparato anche una mappa con le zone con maggiore densità di eventi catastrofici: nella cartina, in cui le aree con più puntini rossi, corrispondenti a molte catastrofi, si sovrappongono anche in questo caso a quelle con maggiori piogge, le zone più colpite sono la Liguria, l'Umbria e in generale le zone appenniniche o le regioni con molte aree collinari, come le Marche. Punteggiate di rosso sono anche la Campania meridionale, la Calabria, la Basilicata e le coste della Sicilia.
Anche se la sensazione 'visiva' sembra mostrare alcune zone meno a rischio, il conto di frane e alluvioni fatto sulla base dei dati storici non è confortante, e ogni regione sembra pagare il suo tributo: in Liguria, ad esempio, su un totale di 235 comuni 196 sono stati colpiti da almeno uno di questi eventi, in Piemonte 646 comuni sui 1.209, in Lombardia 759 su 1.546 comuni, mentre in Umbria siamo a 90 su 92 e persino in Puglia, che nella mappa appare verde, sono stati interessati 193 comuni su 258.
Gli esperti hanno anche calcolato come varieranno i rischi con i futuri cambiamenti climatici: a causa delle piogge più intense aumenteranno ad esempio le colate di detriti su arco alpino e pre-alpino, versanti dei rilievi calabresi meridionali e dei rilievi siciliani nord orientali e sui rilievi di specifiche aree montuose peninsulari (tra cui Versilia e penisola Sorrentina). Le colate rapide di fango e i flash floods, come quelli che stanno colpendo la Liguria in questi giorni, sono destinati ad aumentare lungo tutto l'Appennino, mentre sulla catena alpina ci saranno sempre più eventi di tipo franoso, causati dallo scioglimento dei ghiacciai. [Lasiciliaweb.it]