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Camera e Senato, Romano e Vizzini

Stamane sono arrivate alla Camera e al Senato le richieste del Gip Morosini per l'utilizzo delle intercettazioni di Romano e Vizzini

20 ottobre 2011

E' arrivata stamane alla Camera la richiesta del gip di Palermo, Piergiorgio Morosini, per l'utilizzo delle intercettazioni tra il ministro Saverio Romano e il tributarista palermitano Gianni Lapis, ritenuto il prestanome di Massimo Ciancimino. Si tratta di 25 conversazioni considerate dal giudice "rilevanti" per le indagini che vedono Romano indagato per corruzione aggravata dall'aver agevolta Cosa nostra.
Le carte sono state trasmesse questa mattina dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, al presidente della giunta per le autorizzazioni, Pierluigi Castagnetti. E' probabile che la giunta se ne occupi a partire dalla prossima settimana. Il parere della giunta passerà poi al vaglio dell'aula di Montecitorio, che avrà l'ultima parola sulla decisione di concedere o meno l'uso delle intercettazioni.
Anche le conversazioni fra il deputato Pdl Carlo Vizzini e Lapis sono finite a Roma, questa volta al Senato. Adesso, i due rami del Parlamento dovranno autorizzare l'uso delle intercettazioni nell'inchiesta della Procura di Palermo che vede indagati i due esponenti politici per corruzione.
Vizzini, come Romano, ha sempre negato di aver intascato tangenti dal prestanome di Ciancimino e ha spiegato ai magistrati di aver avuto solo indietro dei soldi che avrebbe affidato a Lapis a titolo di investimento personale.

Saverio Romano: "Non temo intercettazioni" - "Non temo le intercettazioni di Palermo e anzi mi auguro che vengano presto autorizzate". A comunicare il pensiero del ministro, il suo legale, Raffaele Bonsignore, il quale sottolinea che è "evidente il tenore vacuo delle intercettazioni" di cui la magistratura ha chiesto alla Camera l'autorizzazione all'utilizzo. Dalle trascrizioni risulta anche che Romano "non ha mai agito per consentire all'impresa Graci di usufruire dei benefici previsti dalla cosiddetta legge Prodi". "L'interessamento - aggiunge l'avvocato Bonsignore - invece, come tra l'altro risulta da una lettura attenta delle intercettazioni, era quello di procurare al professor Gianni Lapis la copia di alcuni documenti relativi ad una procedura concorsuale alla quale aveva ricorso quell'impresa per consentirgli di utilizzare tale documentazione in una sede processuale relativa al fallimento della Sicilcassa, processo nel quale egli era imputato nella qualità di componente del collegio dei sindaci di quella banca".

Carlo Vizzini: "Un passo avanti verso la verità" - "Quello di oggi è un altro passo avanti verso verità e giustizia. Adesso chiederò alla giunta per le autorizzazioni ed all'aula di autorizzare la Procura di Palermo ad utilizzare le intercettazioni in questione. Intendo così continuare a comportarmi da comune cittadino che proprio perché ricopre una carica pubblica non vuole temporeggiare ed avvalersi di alcuna prerogativa. Da più di due anni ho fornito la mia piena collaborazione alla Procura di Palermo, rinunciando alle prerogative parlamentari e consegnando documenti, conti bancari e corrispondenza privata".

- "Rilevanti" intercettazioni (Guidasicilia.it, 15/10/11)

- "Davamo soldi a tutti" (Guidasicilia.it, 19/10/11)

 

 

 

 

 

 

 

 

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20 ottobre 2011
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