Candidare Totò Cuffaro come capolista al Senato? Un errore madornale! Parola di Famiglia Cristiana

[...] Il Centro ora c'è, e ridefinisce le posizioni politiche. Si può discutere a lungo se ciò sia l'effetto di una scelta "obbligata" e non spontanea di un Casini che, a differenza della decisione libera e forte di Tabacci e Pezzotta, è stato costretto a smarcarsi dal Centrodestra. Sia come sia, ora il Centro esiste e bisogna farci i conti.
E tuttavia, di fronte all'unica forza che afferma espressamente la sua ispirazione cristiana, ci saremmo aspettati qualcosa di diverso e più innovativo, per allontanare il dubbio di una buona occasione (forse l'ultima?) sciupata malamente. Ci saremmo aspettati, da Casini soprattutto, un gesto di coraggio in più, che avrebbe dato a questo tentativo un profilo più alto e più credibile. Avremmo preferito un soggetto totalmente nuovo e non l'assemblaggio di due simboli, in modo da collocarsi definitivamente al di fuori delle ambiguità di un passato non sempre lineare (perché i voti e le presenze di certi candidati, tipo Cuffaro?). [...] (leggi tutto l'articolo)

La candidatura di Cuffaro come capolista per l'Udc al Senato non è una bella cosa e a sottolinearlo non è né la sinistra radicale, né il PD, ma l'autorevole settimanale cattolico Famiglia Cristiana. Secondo un editoriale di questi giorni del periodico dei Paolini la candidatura dell'ex presidente della Regione Siciliana, condannato a cinque anni di reclusione, è principalmente frutto della ''mancanza di coraggio'' del leader Pierferdinando Casini. “Perché i voti e le presenze di certi candidati, tipo Cuffaro?”, si chiede il periodico cattolico rimproverando, appunto, all'ex presidente della Camera la mancanza di quella necessaria volontà di dare una svolta vera alla politica italiana. “Ci saremmo aspettati qualcosa di diverso e di più innovativo, per allontanare il dubbio di una buona occasione (forse l'ultima?) sciupata malamente”.

Da parte sua, Casini ha evitato di rispondere all'interrogativo-denuncia di Famiglia Cristiana (''perché Cuffaro?''), non citando nella sua replica il grande contribuente siciliano ma limitandosi a un giudizio politico sull'accordo con la Rosa Bianca: “Condivido il parere di Famiglia Cristiana. Siamo consapevoli dei limiti di quest'intesa ma la risposta arriverà con la costituente di centro che nascerà con le elezioni politiche”. Invece non ha voluto evitare la risposta il diretto interessato, il cattolicissimo Totò Cuffaro, che nei suoi sette anni di governo si è mosso con agilità lungo il confine fra politica e fede, e che fino al giorno della sentenza lo ha rinfrancato fino alla fatale ''guantiera di cannoli''. “Famiglia Cristiana ha assunto posizioni precise, a me non favorevoli, già durante la campagna elettorale del 2006. Ai miei valori, quelli della famiglia, della vita e dell'accoglienza, preferì quelli della signora Borsellino e di una coalizione che si schierava a favore dell'aborto. Già in quella circostanza scrissi una lettera al direttore ma non ebbi risposta”. Questa la risposta-spiegazione di Cuffaro, che ha palesato la sua perplessità “davanti all'attenzione riservata alle candidature dell'Udc e non ad altre proposte dal Pdl o dal Pd”.
Per quanto rigurda la non risposta del suo leader ha detto: “Non conta nulla che Casini non mi abbia difeso in questa circostanza, l'ha fatto pubblicamente tante di quelle volte che non posso certo lamentarmi... So bene di aver ricevuto una condanna pesante, anche se ribadisco che è stato accertato che non ho favorito la mafia. Ma sento il calore della gente, la fiducia nel mio operato politico. Saranno gli elettori, ancora una volta, a giudicare”.

[Informazioni tratte da un articolo di Emanuele Lauria pubblicato da la Repubblica Palermo]