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Cantiere fermo!

I costruttori siciliani lanciano l'allarme: "In Sicilia continua il crollo delle gare d'appalto di competenza regionale"

22 settembre 2015

Parlavamo ieri dell’esorbitate numero di opere incompiute in Italia e più specificamente di quello abnorme riguardante la Sicilia. Grazie all’aggiornamento dei dati dell'Anagrafe delle opere incompiute di interesse nazionale, il ministero delle Infrastrutture ha potuto segnalare che a livello nazionale le opere incompiute, al 2014, risultano 868, di cui 215 in Sicilia. Si parla dunque di un quarto di tutta Italia per un valore di 420 milioni di euro (LEGGI).
Lavori fermi, bloccati, tra i più svariati motivi, anche per il crollo continuo delle gare d’appalto.

E proprie del crollo delle gare d’appalto di competenza regionale, pubblicate sulla Gazzetta ufficiale e monitorate dall’Ance Sicilia, vogliamo oggi parlare.
Nel periodo gennaio-agosto 2015 si è registrata un’ulteriore flessione del numero di bandi (155 contro i 172 dello stesso periodo del 2014, -9,88%) e degli importi posti in gara (189,1 milioni a fronte di 211,4 milioni dei primi otto mesi dello scorso anno, pari a -10,55%).
La provincia con il peggiore calo è stata Caltanissetta (-50% di gare e -81,50% di importi), mentre vi sono state insolite impennate a Catania (+37,50% di gare e +93,37% di importi) e a Ragusa (+62,50% di gare e + 142,40% di importi).

Analizzando le serie storiche annuali complete, emerge che il mercato degli appalti in Sicilia ha ormai toccato il fondo. Dal 2007, anno di inizio della crisi, con 1.238 gare per 1 miliardo e 269 milioni di euro, si è progressivamente scesi di oltre il 50%, fino al 2011, quando invece si era registrata una minima ripresa (615 gare, +7,89% rispetto al 2010, per 563 milioni, +5,42%). Ma dal 2012 è ricominciata inesorabile e costante la discesa, che nel 2014 ha segnato appena 307 gare per 356,4 milioni. Rispetto al 2007, la flessione è stata di -75,20% per numero di gare e di -71,93% per importi.
Il 2015, come detto, prosegue la serie negativa, portando ad agosto, rispetto al 2007, la soglia di perdita a -81,05% per numero di gare e a -78,75% per importi a bando.

"Spiace rilevare - osserva Santo Cutrone, presidente facente funzioni di Ance Sicilia - come l’attuale governo regionale non abbia saputo invertire la tendenza. Sicuramente - precisa Cutrone - ha inciso la situazione ereditata dalle precedenti amministrazioni, ma il mancato utilizzo dei fondi europei ha fatto il resto. A ciò si aggiunge un elenco di 425 opere cantierabili per 3,7 miliardi di euro, presentato a fine aprile a Roma al ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, che restano inspiegabilmente in stand by, quando invece, a livello nazionale, si registrano dati positivi sulla ripresa del settore delle costruzioni".
Cutrone sottolinea come in Sicilia "anche a livello di singoli assessorati, non si rileva un particolare dinamismo nella pubblicazione di bandi di gara. Anzi, vengono definanziate opere da completare per coprire disavanzi di bilancio e pagare spese assistenziali, come accaduto nella giunta regionale del 14 settembre scorso: alla realizzazione della nord-sud è stato sottratto un importo di 87,9 milioni che si aggiunge ad un precedente definanziamento di 172 milioni già operato dalla giunta regionale lo scorso 20 giugno".

Una speranza è rappresentata dall’avvio della nuova programmazione dei fondi europei, per la quale "l'auspicio è che vi sia, da parte della classe politica e della burocrazia, una necessaria inversione di tendenza che non faccia perdere ulteriori risorse e consenta finalmente di aprire cantieri in Sicilia".

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22 settembre 2015
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