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Carcere da morire...

Un agente penitenziario ragusano ha tentato il suicidio, ora è in coma. Il poliziotto aveva chiesto il trasferimento per assistere la moglie malata

05 agosto 2010

Poteva essere l'ennesima "vittima del carcere", ma questa volta l'esito della vicenda non è stato incrontrovertibile. Parliamo di un tentativo di suicidio sta volta non di un detenuto ma di un assistente capo di polizia penitenziaria ragusano di 44 anni, in servizio nel carcere di piazza Lanza, a Catania, da un mese distaccato nel carcere di Ragusa, la notte scorsa nel garage di casa, nel capoluogo ibleo, ha tentato il suicidio impiccandosi con una corda. Ora si trova ricoverato in coma nell'ospedale di Ragusa. Ad accorgersi del tentativo di suicidio è stata la moglie, che ha dato subito l'allarme.

La notizia è stata resa nota dal vice segretario generale dell'Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria (Osapp) Domenico Nicotra, secondo il quale il tentativo di suicidio "è da ricondurre alle continue ed inutili richieste dell'uomo, con 23 anni di servizio, di un trasferimento definitivo a Ragusa, del quale aveva necessità per assistere la moglie malata, e al disagio dell'uomo, costretto a spostarsi in auto ogni giorno". Nicotra ha sottolineato "il malessere che si vive nelle carceri italiane, dato da diversi fattori come il sovraffollamento e lo stress continuo causato anche dagli svariati tentativi di suicidio da parte dei detenuti".
"I poliziotti penitenziari - ha affermato il sindacalista - sono giornalmente caricati del gravoso compito di sorvegliare sui detenuti ed evitare questi avvenimenti, ma per quanto diligente e ben istruito possa essere il poliziotto, nessuno può evitare che prima o poi questa situazione gli si rivolti contro".

"La situazione negli istituti penitenziari catanesi, così come su tutto il territorio nazionale, è diventata impossibile da gestire per tutto il personale di polizia penitenziaria. Personale stanco e allo stremo per il sovraccarico di lavoro, aggravato dalla ben nota carenza di organico,d alle carenze strutturali e al sovraffollamento della popolazione detenuta", dice il segretario nazionale della Uilpa Penitenziari, Armando Algozzino. "Da diversi anni abbiamo lanciato un grido di allarme per la difficile, impossibile situazione venutasi a creare nelle carceri. Ogni giorno - aggiunge - dobbiamo redigere veri e propri bollettini di guerra per gli innumerevoli atti di autolesionismo. Nei 6 istituti penitenziari della provincia di Catania il 70% del personale è pendolare. Ciò incide, aggravandola, la condizione psicofisica del personale".
Algozzino ha rivolto un appello al ministro della Giustizia Angelino Alfano e al capo del Dap: "Anzichè presentare un piano carceri 'politico', realizzabile forse tra alcuni anni, si assumano la responsabilità di varare norme emergenziali che possano far fronte, risolvendole, tante criticità".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa]

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05 agosto 2010
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