Carceri al collasso
Nei penitenziari siciliani ci sono 3000 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare
Una bomba pronta ad esplodere da un momento all’altro: la situazione nelle 27 carceri siciliane è ormai insostenibile, con circa 3.000 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare (stimata in 4.400 unità) e un personale del tutto inadeguato a livello numerico. Sono infatti soltanto 4.000 gli agenti di polizia penitenziaria, di cui 800 si occupano del servizio "traduzioni e piantonamenti", mentre almeno il 10% surroga le carenze a livello amministrativo e altri 150 sono divisi tra Provveditorato, Uffici esecuzione penale esterna e tutela di alte personalità politiche. In pratica, soltanto 1.600 agenti possono vigilare nell’arco delle 24 ore sulla sicurezza delle carceri e quindi sugli oltre 7.300 detenuti presenti. Numeri che sono spia di un sistema prossimo al collasso.
"Una situazione esplosiva", la definisce senza mezze misure Gioacchino Veneziano, coordinatore regionale Uil-Penitenziari. "E' semplicemente scandalosa - aggiunge - la mancanza di attenzione della politica verso la Sicilia, l’unica tra le tre regioni penitenziarie più estese dopo Lombardia e Campania, a non avere da tanti anni mezzi, strutture e neppure le risorse economiche. E oggi, gli unici a pagare il prezzo più alto di questa disattenzione sono tutti i lavoratori delle carceri, sia essi del comparto sicurezza che quelli del comparto ministeri. Insomma, la macchina a breve potrebbe bloccarsi".
La polizia penitenziaria, sostiene Veneziano, "non può continuare a combattere in trincea sia la delinquenza comune, che la grande criminalità, facendo fronte solo allo spirito di servizio, poiché la gravissima carenza di personale genera in tutto il territorio regionale la soppressione o la negazione dei riposi e dei congedi, subendo ritardi nel pagamento dello straordinario e delle missioni. Tutto questo - conclude - è inaccettabile. Per rimpinguare gli organici la strada maestra non è chiudere il carcere di Marsala ma effettuare una revisione vera degli organici che in Sicilia sono davvero all’osso".
Un grido d’allarme che viene raccolto e rilanciato da Salvo Fleres, Garante regionale dei diritti dei detenuti. "Più volte e in diverse circostanze ho evidenziato la necessità, ormai improcrastinabile, di implementare l’organico e rivisitare compiti e mansioni del personale attualmente in servizio. Per quanto mi riguarda - assicura - continuerò a sollecitare il governo e il Parlamento affinchè si affronti seriamente e concretamente il problema". [Fonte: Italpress - Corriere del Mezzogiorno]