Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Caro Monti, fermi il Ponte sullo Stretto...

Le associazioni ambientaliste consegnano al governo una lettera e un dossier chiedendo il blocco dell'iter per l'opera sullo Stretto

21 dicembre 2011

"Il governo eviti il punto di non ritorno dell'avvio dei cantieri e rigetti il progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina". Sono le associazioni ambientaliste (Fai, Italia Nostra, Legambiente, Wwf, Associazione mediterranea per la natura) a premere affinché si fermi l'iter che porterebbe, in seguito, alla costruzione del ponte, evitando di dover pagare 56 milioni per il progetto esecutivo e 425 milioni per "l'avvio anche di un solo cantiere".

Gli ambientalisti - che ieri al Senato hanno presentato un dossier di 245 pagine con osservazioni e contestazione del progetto - hanno scritto una lettera indirizzata al premier Mario Monti affinché rigetti il piano. Nello specifico chiedono a Monti, in qualità di coordinatore del Cipe, che si consideri "il progetto definitivo del ponte, a proprio insindacabile giudizio, non meritevole di approvazione, senza che il contraente generale possa avanzare richieste per il riconoscimento di maggiori compensi e che la Stretto di Messina spa receda dal contratto pagando solo le spese sino a quel momento sostenute dal general contractor".
Il progetto, redatto dalla Stretto di Messina spa (concessionaria interamente pubblica) e da Eurolink (General contractor), costa 66 milioni di euro di fondi pubblici per elaborati che - affermano le associazioni - "risultano estremamente carenti sia dal punto di vista tecnico che dell'impatto ambientale ed idrogeologico". Un progetto, concludono, che "non può essere ritenuto definitivo".

Insieme alla lettera una dettagliata "contro-relazione" che ha impietosamente ricordato i tanti aspetti critici e spesso persino paradossali del progetto. Ben 245 pagine di osservazioni che le organizzazioni hanno prodotto, come scrivono allo stesso premier, "nell'ambito della procedura speciale di Valutazione di Impatto Ambientale per le infrastrutture strategiche". Detto fuori dal reverente linguaggio burocratico utilizzato nella lettera, la questione di fondo per le associazioni ecologiste è che il Ponte è pericoloso in quanto sarebbe un azzardo ingegneristico compiuto in una delle zone più sismiche del Mediterraneo; è un'infrastruttura inutile dal punto di vista della mobilità e della promozione dello sviluppo economico; costa uno sproposito, 8,5 miliardi di euro, che potrebbero essere usati in maniera molto più proficua; rappresenta una minaccia paesaggistica e ambientale, sia per l'impatto che avrà l'apertura di decine di cantieri sulle due rive dello Stretto, sia per la migrazione di milioni di uccelli (4,3 sono stati quelli censiti in volo in appena un mese e mezzo di controlli radar).
Obiezioni vecchie, che vengono ripetute ormai da anni e che vale la pena ricordarne alcune: il Ponte sullo Stretto, ricordano Fai, Italia Nostra, Wwf, Legambiente e Man nelle loro osservazioni, avrebbe una campata lunga 3,3 chilometri, mentre la più lunga esistente al mondo (Akashi Kaikyo, in Giappone) è di appena 1,9, km. Il ponte giapponese è però solo stradale, mentre quello tra Reggio e Messina dovrebbe essere sia stradale che ferroviario. Per costruire quest'ultimo, secondo i progettisti, sarebbero sufficienti appena 6 anni, mentre per Akashi Kaikyo ne sono occorsi ben 12. I cantieri per i lavori occuperebbero inoltre sul versante siciliano uno spazio pari a oltre tremila campi da calcio, mentre su quello calabrese ne sarebbero sufficienti "appena" la metà.

"Dobbiamo battere sul tasto dello spreco che rappresenterebbe il Ponte in un momento drammatico come l'attuale", ha sottolineato il presidente dei Legambiente Vittorio Cogliati Dezza. Non a caso a dare manforte a questa campagna era presente alla conferenza stampa una piccola pattuglia di parlamentari di diverse forze politiche, dal Pd all'Udc, da Fli ai Radicali.
"Il Ponte è un progetto fallito e incompatibile con l'attuale fase economica che vive il paese - commenta ad esempio il futurista Fabio Granata - da solo rappresenta un costo pari a oltre un terzo dell'ultima manovra Monti". Il democratico Francesco Ferrante sottolinea invece un'altro aspetto della particolare contingenza: "Proprio perché quello in carica è un governo tecnico - dice - mi auguro che non abbia una posizione ideologica e fermi il progetto attraverso lo strumento istituzionale della valutazione di impatto ambientale".

Al fianco delle associazioni ambientaliste si è schierata l'Italia dei valori: "Come non essere completamente d'accordo con loro: il ponte sullo Stretto è l'ottava meraviglia del mondo degli sprechi, sulla cui inutilità l'Italia dei Valori non ha alcun dubbio. In tempi di crisi, buttare a mare 66 milioni di euro di fondi pubblici per un'opera che non sarà mai realizzata è sbagliato", dice il senatore Gianpiero De Toni, capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione Trasporti del Senato. "Occorre fermare definitivamente il Progetto - prosegue il senatore - finché si è in tempo e comunque prima che il Cipe approvi il progetto definitivo. Al contempo, occorre assicurare che in Calabria e in Sicilia siano effettuati quegli interventi strutturali sulla viabilità e sulla navigazione necessari allo sviluppo delle Regioni e delle loro attività economiche, in linea con i progetti dei corridoi europei definitivi nell'ambito dell'Unione".

[Informazioni tratte da Lasiciliaweb.it, ANSA, Repubblica.it]

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

21 dicembre 2011
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia