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Casa mia, casa mia per piccina che tu sia... mi costi quanto una Reggia di Caserta

Dal 2001 le case hanno subito un rincaro del 40 %. Forte anche il ricaro degli affitti

02 febbraio 2005

Vent'anni di lavoro per 90 mq
Case in rialzo del 40% dal 2001, mentre le retribuzioni sono cresciute dell'11% in 4 anni

di Luisa Grion e Rosa Serrano (la Repubblica del 28 gennaio 2005)

Comperarla è una impresa quasi impossibile, ma anche per mantenerla o prenderla in affitto il prezzo da pagare è alto: la casa è una delle principali fonti di spesa delle famiglie italiane. Per quest'anno le previsioni annunciano un netto peggioramento, sotto tutti i punti di vista: ci vorranno più rate di mutuo per coprirne l'acquisto, lieviteranno i costi sostenuti per riscaldarla e illuminarla, Ici e tassa sui rifiuti saranno più salate.
Lo denuncia un'indagine della Intesa dei Consumatori che, mettendo assieme tutte le spese sostenute per l'abitazione, annuncia che alla fine del 2005 chi ha una casa di proprietà avrà speso l'8 per cento in più rispetto al 2004, chi vive in affitto il 7,10 %.

E la tendenza trova conferma anche nelle previsioni di Nomisma che - pur notando un lieve raffreddamento del mercato - fa sapere che nei prezzi al metro quadro è previsto un ulteriore aumento: il 5 per cento circa.
Ma le maggiori difficoltà, fanno notare i consumatori, s'incontrano proprio al punto di partenza: al momento dell'acquisto, operazione in teoria resa "conveniente" - almeno nelle aree metropolitane - dal lievitare dei canoni d'affitto. L'Intesa ha fatto un calcolo: per acquistare 90 metri quadri di qualità media, in un quartiere semicentrale di una grande area urbana ora servono 20 anni di stipendio. Quattro anni fa ne bastavano 15 . Questo perché, nel periodo in questione, mentre i prezzi al metro quadro sono aumentati del 39,1 per cento, le retribuzioni sono state adeguate solo per il 10,9.
Alle stesse conclusioni arriva l'inchiesta di Nomisma: misurando i prezzi sugli ultimi cinque anni, quelli delle case - nelle grandi aree urbane - sono lievitati del 56,5 per cento. Solo nel corso del 2004 le quotazioni sono salite del 9,7. Il record va alla città di Roma, dove i prezzi di abitazioni e appartamenti, negli ultimi cinque anni sono aumentati dell'80 per cento circa (ma Milano e Firenze la seguono a ruota). E non è andata meglio per gli affitti: dal 2000 ad oggi, segnala Nomisma, il canone medio nelle grandi città è aumentato del 46,8 per cento (ma Roma ha registrato un picco dell'85, 2).

Eppure, la ricerca prevede che nel 2005 il boom di compravendite subirà solo una lieve frenata: lo 0,3 per cento appena. Nonostante il lievitare dei prezzi infatti la domanda è destinata a restare alta, sia perché il mattone è ridiventato un'importante forma d'investimento, sia perché chi ha liquidità da investire non ha molte alterantive "garantite", sia perché mutui bassi e affitti alti "spingono" - comunque - all'acquisto.
Certo, visti i prezzi, qualche segnala di stanca c'è: "I tempi medi di vendita si stanno allungando in tutte le tipologie immobiliari" afferma Luca Dondi, ricercatore di Nomisma "e anche nel mercato delle locazioni c'è una crescente difficoltà per i proprietari ad affittare i loro appartamenti: soprattutto a trovare un cliente credibile che possa assicurare pagamenti regolari".

Ma il vero guaio, sottolineano i consumatori, è capire chi può comprare e chi no. "Ormai siamo arrivati all'emergenza - dice Rosario Trefiletti leader di Federconsumatori - la situazione è particolarmente drammatica proprio per i giovani, che non riescono ad uscire dalla casa dei genitori e per le fasce meno abbienti che non possono di certo comperare un'abitazione, ma ora nemmeno a pagarne l'affitto. Non per nulla, vista la caduta del potere d'acquisto degli ultimi anni, nelle cause di sfratto è aumentata la percentuale degli affittuari che escono perché non più in grado di versare l'assegno". Il fatto è , dicono i consumatori, che "la programmazione territoriale è del tutto assente, così pure la politica per la casa". Suggeriscono di "aumentare l'offerta, compatibilmente con i vincoli territoriali, e mettere in piedi un sistema strutturato per aiutare le famiglie che non ce la fanno". Primo passo: "non tagliare i fondi destinati alla politica per l'abitazione, come invece sta accadendo".

...E non finisce qui
Sono scattate ieri gli annunciati rincari di bolli e concessioni governative. Il decreto legge è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. 
I rincari interessano soprattutto la compravendita di case. L'importo delle imposte di registro, ipotecaria e catastale stabilito da misura fissa passa da 129,11 a 168,00 euro. Particolarmente colpita dai rincari la casa, che vede passare l'Iva sulla compravendita della prima abitazione da 387,33 euro a 504 euro, l'imposta di registro sempre sulla compravendita della prima casa da 258,22 a 336 euro, il bollo per la registrazione telematica del rogito da 176 a 230 euro.

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02 febbraio 2005
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