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Cascio contro Russo

Il presidente dell'Ars: "L'assessore alla Salute si dimetta". Il governatore Lombardo prende le difese di Russo: "Cascio ha superato i limiti che il suo ruolo impone"

07 novembre 2011

"Mi domando fino a che punto all'interno delle istituzioni democratiche di questa regione sia possibile continuare a tollerare la presenza di un assessore che continua ad auto referenziarsi e che ritiene di essere al di sopra di tutto e tutti, disattendendo completamente le logiche del dibattito parlamentare, ignorando con tracotanza e sufficienza qualsiasi tipo di istanza di chiarimento nei confronti del suo operato, per sottrarsi sempre e comunque alla risposta dei colleghi parlamentari, e che ora, come se ciò non bastasse, crede, diversamente da tutti noi, di dover essere immune alla valutazione della pubblica opinione e di dover rappresentare l'unica eccezione alla libertà di stampa".
Sono le parole del Presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Francesco Cascio, commentando l'iniziativa dell'assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, che attraverso un esposto all'ordine dei giornalisti avanza l'ipotesi di esercizio abusivo della professione a carico della giornalista Miriam di Peri, per il dossier sulla riforma sanitaria dalla medesima pubblicato sull'ultimo numero di "S". (LEGGI)

"L'assessore - ha affermato ancora Cascio - invece che replicare e rispondere con puntualità a quesiti e chiarimenti su fatti circostanziati, ogni volta propone coreografiche mistificazioni, sterili polemiche o, peggio ancora, insinua fatti gravissimi. Così è avvenuto anche in occasione del dibattito sulla mozione di censura nei suoi confronti: ai deputati che gli chiedevano contezza su questioni e punti determinati del suo agire, lui riservava insulti, additandoli come appartenenti a un sistema affaristico, mafioso e clientelare. Finora ho taciuto, come l'equilibrio del mio ruolo impone, ma adesso ritengo che la misura sia colma. L'assessore, piuttosto che continuare a molestare questo Parlamento, dovrebbe trovare il buon senso per dimettersi. La sanità non è di Russo, ma di tutti e non può trattarla come se fosse una sua proprietà".
Conclude Cascio: "Un assessore che se ne infischia della sfiducia plateale votata dalla maggioranza dei deputati eletti dal popolo e alza il tiro contro chi dice o scrive cose che non gli piacciono e solleva su ogni quesito che gli si pone un polverone, nell'arrogante, ma ormai vano, tentativo di gettare fumo negli occhi e confondere le idee di operatori e cittadini, arrivando pure a considerarsi onnipotente rispetto alla libertà d'informazione, che se è libera vale per gli altri e vale anche per lui, deve dimettersi".

In difesa dell'assessore alla Sanità, per l'ennesima volta, è sceso in campo il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo. Attraverso il suo blog, Lombardo ha scritto al presidente Cascio la seguente lettera aperta: "Caro presidente Cascio disapprovo fermamente l'attacco che hai rivolto all'assessore Massimo Russo perché hai superato i limiti che 'l'equilibrio del tuo ruolo impone', che sono quelli della misura e convenienza".
"Russo non minaccia la libertà di stampa - aggiunge il governatore - al contrario la tutela rivolgendosi all'ordine professionale e non invece minacciando o acquisendo la compiacenza dei giornalisti, o pretendendo e ottenendo di farli cacciare dalle Tv e dai giornali, come chi governa da Roma in giù è abituato o è tentato di fare. E semmai - osserva Lombardo - tutela i cittadini dall'abuso della disinformazione della mistificazione cui talune testate talvolta si dedicano, specie quando si inaridiscono le fonti finanziarie che hanno da sempre costituito uno dei fiumi dello sperpreso regionale".

"Sai bene - sottolinea il presidente della Regione Siciliana - che Russo non ha subito alcune sfiducia, poiché solo 29 deputati su 90 hanno votato una censura, che mi permetto di continuare a dubitare dovesse essere trattata, ai quali argomenti Russo ha replicato con puntualità e scrupolo con una memoria di ben 30 pagine. A Russo, che opera tra mille difficoltà, ostacoli, resistenze e ostruzionismi dobbiamo riconoscere il merito di averci tirato fuori dalle secche di un piano di rientro complicato e esigente, come non hanno saputo fare taluni suoi colleghi di altre regioni che pagano il mancato risparmio vedendosi sottratti miliardi di euro da fondi Fas che sono destinati agli investimenti. E dobbiamo riconoscergli - sostiene Lombardo - il merito di avere avviato la ristrutturazione di un sistema sanitario nel quale non credo si possa essere certi che non vi allignasse il germe dell'affarismo, del clientelismo e della mafia. Russo opera con asprezza e durezza, è vero, piuttosto che col fare accattivante e accomodante di qualche suo collega del passato, un po' ruffiano, un po' ladro, un po' puttano, ma certo simpatico, gentile e sempre disponibile di cui ne tu, ne io, ne i siciliani possono sentire la nostalgia".
"Russo - ricorda il governatore - ha lasciato un mestiere rischioso che gli avrebbe consentito di dispensare giustizia, verità e libertà. Si è messo in discussione, e ogni giorno per difendere il suo progetto è disposto a farsi aggredire e talvolta anche insultare. Lo fa per la Sicilia, della quale si dice bene e benissimo e nei tavoli romani e non solo. Avremmo bisogno di tanti altri come lui, e io ho la fortuna di collaborare in giunta con figure di questo stampo. Russo - conclude Lombardo - ha il dovere di farsi conoscere meglio anche e soprattutto da te. Mi auguro che la stampa onesta lo aiuti di più. Sono certo che mi darai ragione".

[Informazioni tratte da LiveSicilia.it, Lasiciliaweb.it, www.raffaelelombardo.it]

 

 

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07 novembre 2011
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