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Caso Bnl-Unipol: Berlusconi rinviato a giudizio

L'ex premier, davanti ai giudici milanesi, ha sostenuto di non aver mai ascoltato la telefonata fra Piero Fassino e Giovanni Consorte

08 febbraio 2012

Il gup di Milano Maria Grazia Domanico ha rinviato a giudizio Silvio Berlusconi per rivelazione del segreto istruttorio nell'ambito del passaggio di mano dell'intercettazione tra Piero Fassino e Giovanni Consorte ai tempi della mancata scalata della Bnl da parte di Unipol. Il processo inizierà il 15 marzo davanti ai giudici della seconda sezione penale.
"Mai ascoltato conversazioni del genere" altrimenti "me lo ricorderei", ha dichiarato ieri mattina il Cavaliere davanti al gup. E, secondo quanto riferito dal suo legale Niccolò Ghedini, l'ex premier ha spiegato di non aver mai dato ordine di pubblicare su 'Il Giornale' il contenuto dell'intercettazione. Diversa la ricostruzione degli inquirenti per i quali, stando alle dichiarazioni di altri indagati che per la stessa vicenda hanno scelto il rito abbreviato e il patteggiamento, Berlusconi avrebbe ascoltato il nastro direttamente nella sua villa di Arcore alla vigilia del Natale 2005.

Il giudice per le indagini preliminari Maria Grazia Domanico ha rinviato a giudizio Berlusconi per una vicenda su cui la stessa Procura aveva chiesto l'archiviazione delle accuse a carico dell'ex presidente del Consiglio. Il pubblico ministero Maurizio Romanelli al termine delle indagini preliminari aveva chiesto di prosciogliere l'ex premier, spiegando che non c'era alcuna prova del suo coinvolgimento nella violazione del segreto d'ufficio. Una conclusione che però non aveva trovato il consenso del primo gup, Stefania Donadeo, che aveva imposto alla procura un'imputazione coatta. Così al magistrato non era rimasto che formulare l'accusa e chiedere il rinvio a giudizio.

Ieri mattina Berlusconi si è presentato in aula, ha reso dichiarazioni spontanee e si è sottoposto all'interrogatorio. Ha spiegato di avere ricevuto la visita ad Arcore di uno specialista di intercettazioni della Procura, ma di averne un ricordo assai vago perché nella sua residenza brianzola riceve molte persone. L'ex premier ha poi assicurato di non avere mai ascoltato il nastro di Fassino, altrimenti, ha affermato, se lo ricorderebbe. Ma, dopo due ore di camera di consiglio, il giudice Domanico ha pronunciato la sua ordinanza di rinvio a giudizio.

Per la pubblicazione dell'intercettazione Fassino-Consorte erano finiti sotto accusa Roberto Raffaelli, titolare della Rcs, l'azienda di intercettazioni che aveva registrato per conto della Procura la telefonata tra Fassino e il presidente di Unipol Giovanni Consorte, un paio di intermediari e l'editore del Giornale Paolo Berlusconi. Raffaelli e gli intermediari sono già usciti di scena dopo aver, alcuni, patteggiato la pena, altri con rito abbreviato. Paolo Berlusconi è attualmente sotto processo. Nel corso dell'inchiesta, Raffaelli aveva ammesso di avere portato un file audio con la registrazione della telefonata Consorte-Fassino nella residenza di Berlusconi ad Arcore, la vigilia di natale del 2005. Ma aveva anche precisato che il lettore audio, in quell'occasione, si era inceppato.

La decisione del gup "è un altro bel colpo per il Tribunale di Milano", ha commentato Ghedini aggiungendo: "Questa è una storia incredibile, tutta milanese". Ancora una volta, per il legale, è evidente la volontà dei giudici milanesi di voler portare Berlusconi "all'ennesimo processo". Del resto "è l'unico processo in Italia per questo reato...". "E' tutto come da programma - ha ironizzato il legale - e ormai abbiamo perso il conto dei processi" a carico di Silvio Berlusconi.
"Di fronte alla decisione dell'autorità giudiziaria di rinviare a giudizio Silvio Berlusconi, Piero Fassino come già preannunciato ha dato mandato ai suoi legali di costituirsi parte civile quale parte offesa". A darne notizia, in una nota, il portavoce del sindaco di Torino Gianni Giovanetti. [Adnkronos/Ign]

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08 febbraio 2012
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