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Caso De Mauro: ecco le "carte segrete"

Note, appunti, relazioni dell’ufficio politico della Questura: da 41 anni negli archivi della polizia, potrebbero spiegare la morte del giornalista

25 marzo 2011

Dopo un oblio durato 41 anni escono dai cassetti le "carte segrete" che potrebbero gettare una luce nuova sull'omicidio del giornalista dell'Ora, Mauro De Mauro, e soprattutto sul movente che spinse Cosa Nostra ad eliminarlo e a farne addirittura sparire il corpo (di lui non si hanno più notizie dal 16 settembre 1970).
In verità, non si tratta affatto di "carte segrete", conservate in qualche covo della mafia, ma di documenti istituzionali tenuti, chissà perché, ben chiusi nei cassetti. Note, appunti, relazioni di servizio dell’ufficio politico della Questura, rintracciati negli archivi polverosi della polizia, dove erano stati per quasi mezzo secolo, senza che nessuno si prendesse la briga di leggerli. In una parola "insabbiati".
Oggi, venerdì 25 marzo 2011, saranno portati nell'aula della Corte d’assise di Palermo davanti alla quale si celebra il processo per il rapimento del redattore. Con un unico imputato alla sbarra: Totò Riina.
L'arrivo delle nuove carte potrebbe determinare un nuovo stop del processo (il 4 marzo era già iniziata la requisitoria dei pm) e anche una riapertura della fase dibattimentale.
I documenti sono stati recuperati su richiesta della stessa corte in base alle tracce emerse in alcune testimonianze tra cui quella di Bruno Contrada che nel 1970 condusse con Boris Giuliano la prima fase delle indagini sul caso De Mauro. Alcuni accertamenti furono delegati dal questore dell’epoca, Ferdinando Li Donni, all’ufficio politico. Le carte, che in un primo momento non erano state trovate, dovrebbero toccare le piste seguite per risalire al movente della scomparsa del giornalista. Ma potrebbero riguardare altre vicende oscure che da 41 anni frenano la ricerca della verità. È probabile che oggi anche la difesa di Riina e le parti civili chiedano un breve rinvio del processo per l’esame degli atti.
Il 22 ottobre 2010 al processo, Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino, depose un verbale di sue dichiarazioni e un memoriale dattiloscritto del padre Vito assieme ad altri documenti riguardanti la strage di piazza Fontana e il golpe Borghese (LEGGI). Ciancimino jr. sostenne di avere appreso dal padre che De Mauro sarebbe stato ucciso su "input istituzionali", di apparati dello Stato.

[Informazioni tratte da Ansa, Corriere del Mezzogiorno.it]

- Dopo 40 anni di depistaggi, la verità sulla morte di Mauro De Mauro (Guidasicilia.it, 05/03/11)

- Cosa nostra, De Mauro e il golpe Borghese (Guidasicilia.it, 15/01/11)

 

 

 

 

 

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25 marzo 2011
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