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Caso Gesip: braccio di ferro tra Regione Sicilia e Comune di Palermo

Se la Regione Sicilia e le parti sociali non modificano l'accordo sulla Cig in deroga...

15 marzo 2013

È braccio di ferro tra Comune di Palermo e Regione siciliana sulla vertenza Gesip. Se la Regione e le parti sociali non modificano l'accordo di programma quadro sugli ammortizzatori sociali in deroga per il 2013 - che esclude i dipendenti di società e enti a capitale pubblico dalla possibilità di accedere al paracadute sociale - potrebbe saltare il piano triennale elaborato dal Comune di Palermo per la Gesip e concordato con il ministero del Lavoro, l'Inps e i sindacati, che prevede il rientro in servizio per 20 ore settimanali dei lavoratori dal 2 maggio 2013 fino al 2016, con una paga di 900 euro al mese e annessi contributi previdenziali e assegni familiari.
È quanto si legge in una nota del Comune, all'indomani del vertice romano con il ministro del Welfare Elsa Fornero, i rappresentanti dell'Inps e dell'amministrazione comunale, su ammortizzatori sociali in deroga per il 2013 e vertenza Gesip, disertato dal governatore siciliano Rosario Crocetta, e per questo annullato dallo stesso ministro (LEGGI).

Così l'unica alternativa per i 1.800 dipendenti della società, di cui il Comune è socio unico, sarebbe il licenziamento, accompagnato da un'indennità di disoccupazione, l'Aspi (l'Assicurazione sociale per l'impiego) da mille euro lordi al mese per i primi 8-12 mesi (a seconda che il lavoratore abbia meno o più di 50 anni). Il piano B del Comune prevede anche di utilizzare gli operai in progetti di utilità collettiva, con una paga di 900 euro al mese, ma senza assegni familiari nè contributi. La durata dei progetti (non si sa se finanziato con un fondo ad hoc di 15 milioni di euro l'anno creato dal Comune), però, non è specificata.
Intanto, l’Amministrazione comunale di Palermo ha lamentato di non aver ricevuto alcuna comunicazione formale in merito al vertice sulla Gesip convocato per oggi a Palazzo d’Orleans, dal presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta.
"È ovvio che l'amministrazione comunale è interessata a garantire i servizi ai cittadini e un reddito ai lavoratori - ha detto il sindaco Leoluca Orlando -. Qualora venissero formulate e formalmente presentate ipotesi di soluzioni alternative a quella elaborata dal Comune in accordo col Ministero e l'Inps, vi sarà la massima disponibilità al confronto, purché basato su atti formali".

ECCO IL PIANO DEL COMUNE DI PALERMO
Ritorno al lavoro con la qualifica di lavoratori dipendenti: dal 2 maggio 2013.
Trattamento economico: 900 euro lorde più gli assegni familiari più i contributi pensionistici.
Impiego: progetti di utilità collettiva ed in attività formative di riqualificazione professionale finalizzate ad un piano di mobilità orizzontale compatibile con le norme sul patto di stabilità dei comuni. Il piano di utilizzo, varato sulla base della necessità di servizi presentato da tutti gli Uffici comunali.
Ore di lavoro: 20 settimanali.
Status giuridico: costanza del rapporto di lavoro dipendente; proseguendo il rapporto contrattuale ed essendo in sospensione, i lavoratori sono impiegati, come previsto dall’art. 7 della legge 468/97, dal Comune.
Carico finanziario: INPS, Comune, Regione. Per la prima volta in Italia una amministrazione comunale si fa carico di integrare con fondi propri le specifiche risorse destinate da Stato e Regione, a fronte di una utilizzazione dei lavoratori in attività di utilità collettiva concordate con le Oo.Ss. La Regione contribuisce tramite inserimento nella CIG in deroga, il cui costo viene progressivamente diminuito nel tempo. Il carico economico per il Comune è crescente, via via che diminuisce il carico economico per la Regione.
Durata del Piano: dal 2013 al 2016. Durante questo periodo, i lavoratori che ne hanno diritto saranno accompagnati a trattamenti pensionistici. Il Comune interverrà inoltre con un contributo rivolto ai lavoratori che volessero usufruire di mobilità volontaria extra aziendale. Contemporaneamente il Comune farà una valutazione complessiva dei servizi resi e del fabbisogno occupazionale di tutte le società partecipate, riservandosi la possibilità di concordare con i lavoratori e le Oo.Ss. ulteriori miglioramenti che fossero possibili in base alle normative e alle disponibilità finanziarie.
In sintesi, il Piano del Comune prevede quindi: mantenimento del rapporto di lavoro dipendente, erogazione di un sostegno al reddito, copertura contributiva ai fini pensionistici e utilizzazione lavorativa in attività di utilità collettiva per 20 ore settimanali.

Piano da attuare in caso di mancata concessione della CIG in deroga. Vista l’impossibilità della Gesip (che si trova in liquidazione ed è priva di attività ordinaria) di far svolgere attività lavorativa, sarà necessaria ed obbligatoria la cessazione del rapporto di lavoro e il riconoscimento del trattamento Aspi per 8 o 12 mesi (8 mesi per chi ha meno di 50 anni e 12 mesi per chi ha più di 50 anni).
Ritorno al lavoro con la qualifica di lavoratori dipendenti: non previsto
Trattamento economico: 1.000 euro lordi senza assegni familiari e senza contributi previdenziali per i primi 8/12 mesi dopo il licenziamento. Successivamente, 900 euro lorde senza assegni familiari e senza i contributi pensionistici.
Impiego: 8/12 mesi in ASPI e successivamente, progetti di utilità collettiva.
Ore di lavoro: da stabilire.
Status giuridico: lavoratori di pubblica utilità.
Carico finanziario: INPS, Comune. Secondo le modalità previste dalla legge, al fine di sostenere il reddito dei lavoratori Gesip, il Comune provvederà ad utilizzare direttamente i lavoratori in progetti di utilità collettiva, stanziando un fondo di €. 15.000.000 annui per la copertura dei costi di utilizzazione (900 euro lordi senza assegni familiari e senza copertura contributiva a fini pensionistici).
Durata del Piano: non prestabilita, legata alle disponibilità economiche del Comune.

[Informazioni tratte da ANSA, GdS.it, SiciliaInformazioni.com]

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15 marzo 2013
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