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Caso Ruby: correttezza... da parte della Questura

Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha ricostruito la vicenda Ruby al Senato

10 novembre 2010

La Questura di Milano, la notte tra il 27 e 28 maggio scorso, non ha commesso irregolarità nelle procedure di registrazione e affidamento di Karima el Maroug, più conosciuta alle cronache come Ruby.
Lo ha ribadito il ministro dell'Interno Roberto Maroni nell'informativa svolta ieri al Senato.
"La Polizia di Stato - ha dichiarato Maroni ricostruendo la vicenda - ha ancora una volta confermato l'equilibrio e la professionalità del proprio personale e ha applicato con assoluta correttezza tutte le procedure di legge".
In base alle procedure e alle indicazioni fornite dal pm di turno presso il tribunale dei minorenni, ha riferito Maroni "venivano svolti tutti gli accertamenti per l'identificazione" di Karima el Maroug. Dopo la fotoregistrazione si è passati all'identificazione. "Tutto ciò è avvenuto prima della telefonata che il capo di gabinetto ha ricevuto intorno alle 23 sul suo cellulare di servizio, da parte di uno dei responsabili del dispositivo di sicurezza del presidente del Consiglio che gli passava poi al telefono il presidente stesso. Nel corso della telefonata il presidente Berlusconi ha chiesto informazioni in merito all'accompagnamento presso la questura di una ragazza di origine nord africana che gli sarebbe stata in precedenza segnalata come parente del presidente egiziano Mubarak".
"Dopo circa un'ora, intorno alle 24, l'addetto alla sicurezza richiamava di nuovo sul cellulare il capo di gabinetto chiedendo ulteriori informazioni sulla vicenda. Gli venne risposto che gli accertamenti erano ancora in corso, secondo le indicazioni del pm del Tribunale dei minorenni. Nel frattempo - ha continuato Maroni - giungeva in questura il consigliere regionale Nicole Minetti che riferiva di conoscere la ragazza, assicurando la disponibilità a prendersi cura della stessa".

Accertato che al momento non vi erano posti disponibili in comunità di accoglienza a Milano o nei dintorni, ha proseguito il ministro dell'Interno, con l'assenso del Pm del tribunale dei minorenni, veniva redatto il verbale di affidamento.
"Alle ore 2 del 28 maggio, otto ore dopo il rintraccio, la minore lasciava la Questura insieme alla Minetti" cosa di cui "veniva informato il tribunale dei minorenni". "Nella vicenda quindi non si evidenziano superficialità o frettolosità, avendo gli uffici della Questura di Milano rispettato tutte le procedure previste dalla legge e dalla prassi costante. Sulla vicenda la Procura di Milano ha sentito il capo di gabinetto della questura e il funzionario di turno, analoga convocazione ha riguardato il questore di Milano Vittorio Indolfi".
"Il 2 novembre il procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, ha dichiarato che la fase conclusiva dell'identificazione, fotosegnalazione e affidamento della minore è stato operato in modo corretto. La correttezza dell'operato della questura di Milano - ha concluso il ministro - è quindi confermato anche dall'autorità giudiziaria". [Adnkronos/Ing]

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10 novembre 2010
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