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Catania ha abbandonato Laura

Il dramma della studentessa catanese rimasta paralizzata dopo essere stata colpita da una pallottola vagante davanti l'università

21 ottobre 2011

Era una bella mattina quella del primo luglio dell'anno scorso per Laura. Una mattina splendida, come solo in Sicilia a luglio possono essercene, resa ancora più luminosa dalla soddisfazione d'aver meritato un bel 30 e lode in Spagnolo. All'improvviso, però ... 
"Voglio tornare a Catania, è una città che amo. Non vedo l'ora di rivedere l'ex monastero dei benedettini dove c'è la mia facoltà. Ero felice lì, e per me il tempo si è fermato a quella mattina, quando ero raggiante per il 30 e lode appena avuto nell'esame di spagnolo. Poi quella pallottola mi ha colpita...".
Laura Salafia, la studentessa rimasta paralizzata agli arti inferiori e superiori dopo essere ferita da una pallottola vagante in piazza Dante a Catania il 1 luglio del 2010, dopo quindici mesi trascorsi all'ospedale di Montecatone, vicino Imola, chiede che la sua vicenda non venga dimenticata. A sparare fu un pensionato che voleva colpire un uomo che, a suo dire, lo insultava. Il processo è in corso e il pm ha chiesto la condanna dell'imputato a 16 anni di reclusione.
L'Università e il Comune non si sono costituiti parte civile al processo contro Andrea Rizzotti, l’uomo che l’ha ridotta in queste condizioni. E lo stesso processo che andrà a sentenza la settimana prossima rischia di trasformarsi in una beffa. L’unico imputato ha infatti avuto accesso al rito abbreviato e dunque potrà godere di un notevole sconto di pena ma soprattutto non pagherà alcun risarcimento in quanto risulta nullatenente.

"Ricordo tutto - aggiunge Laura tra le lacrime in un'intervista concessa all'emittente televisiva regionale Telecolor - il sangue che scendeva, il respiro che diventava sempre più corto, la nebbia che mi ha avvolto il cervello.. Quel giorno la mia vita è cambiata per sempre...". "Chiedo di poter vivere in una casa, che però non possiedo, adatta a me come sono adesso - auspica Laura - e chiedo l'assistenza necessaria per vivere la mia nuova vita. Non provo rabbia per quanto mi è successo - spiega - è inutile, con la rabbia si vive peggio e io non mi posso permettere di vivere peggio di così. Dopo i primi giorni di solidarietà, attenzione, promesse - ha ricordato ancora la studentessa - nessuno tra quanti ora dovrebbero garantire il mio diritto ad una vita dignitosa, si è più fatto sentire. Dove sono le istituzioni? Dov'è il presidente della Regione? Dov'è il sindaco di Catania? A loro io ora chiedo aiuto".

Nei primi giorni dopo la tragedia per Laura si mobilitò tutta Catania con fiaccolate e cortei, mentre le istituzioni promettevano solennemente che non l’avrebbero mai lasciata sola. E invece, mentre lei affronta il suo calvario, attorno le si è creato il vuoto.
Oggi il peso per assistere e curare Laura grava esclusivamente sulle spalle dei genitori che in 14 mesi non l’hanno mai lasciata un solo giorno. Ma a Montecatone debbono starci a loro spese, pagando 900 euro al mese solo di affitto. "Invece di parlare di cose astratte i giudici perché non vengono qui - si dispera Antonino, padre di Laura - perché non vengono a vedere con i loro occhi com’è ridotta Laura. Lo capiscono che ho perso una figlia? Da sola non riesce a cacciare via neanche una mosca. E’ completamente bloccata, la dobbiamo imboccare, sistemare sulla sedia a rotelle, assistere in tutto". "Ci hanno lasciati soli - ribadisce il fidanzato di Laura, Antonio Guarino - siamo stati abbandonati dalla città e dalle istituzioni. I primi giorni tutti avevano interesse a farsi riprendere dalle telecamere, poi non si è fatto sentire più nessuno".
Laura e la sua famiglia hanno bisogno d'aiuto. Lei ce l'ha sempre messa tutta fin dal primo momento. "Ce la farò - raccontava subito dopo essere arrivata a Imola - e quando uscirò da qui voglio tornare a vivere ancora a Catania, dove ci sono tante persone perbene. Non vedo l’ora di riprendere a studiare e realizzare i miei sogni. Voglio laurearmi e poi sposarmi".
Dal giorno della tragedia ha fatto molti progressi riuscendo anche a liberarsi del respiratore artificiale ma da sola non può continuare a lottare con la stessa forza del primo giorno.

[Informazioni tratte da Lasiciliaweb.it, Corriere.it]

- Catania, città malata (Guidasicilia.it, 02/07/10)

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21 ottobre 2011
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