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Catostrofi e bufale

Dalle trivellazioni alle previsioni allarmistiche: ecco le 'bufale' sui terremoti

03 giugno 2012

Compagnie petrolifere e cambiamenti climatici che causano terremoti; sciami sismici che potrebbero addirittura durare anni. Ogni calamità porta con sé polemiche, dubbi, interpretazioni varie e anche qualche bufala. L'ultima, in ordine di tempo, imputa il sisma emiliano alle indagine petrolifere, tra trivellazioni, fracking e stoccaggio del gas metano nel sottosuolo. Una "polemica montata su un nulla di fatto", secondo FederPetroli, ma anche secondo i geologi. Prendiamo i due intensi eventi sismici del 1570 e del 1639, che hanno avuto una magnitudo stimata di 5.5. Anche in quei casi, come oggi con il terremoto che ha scosso l'Emilia, "i report dell'epoca dicono che 'si sono formati della Pianura Padana fenomeni di liquefazione', e non si può davvero dire che all'epoca si trivellasse", spiega all'Adnkronos Gianvito Graziano, presidente del Consiglio nazionale dei geologi, sottolineando che "le forze in gioco sono talmente tanto più grandi di quello che potrebbe essere l'effetto di una trivellazione, da rendere questa ipotesi fantasiosa".

La liquefazione è un fenomeno naturale che ha conseguenze disastrose, quando si presentano tre elementi contemporaneamente: sabbia, acqua e sisma. E in Emilia c'erano tutti e tre. Il fenomeno avviene in terreni sabbiosi e in presenza di acqua, nel momento in cui arriva l'onda sismica, creando un effetto che si configura come perdita di resistenza meccanica del terreno. Le sabbie vanno in liquefazione e a risentirne sono i fabbricati, "potrebbe essere il caso dei capannoni crollati, ma su questo si pronuncerà la magistratura".

E' stato poi detto che lo sciame sismico potrebbe addirittura durare anni. Una previsione allarmistica, secondo Graziano, che se dovesse azzardare una previsione ipotizzerebbe "al massimo alcuni mesi, ma è una cosa che non si può prevedere: studiare, sì, e anche fornire probabilità giorno per giorno, ma parlare di anni mi sembra un'ipotesi improbabile".
E qui si apre la questione delle previsioni, sempre dibattuta in caso di terremoto, soprattutto negli ultimi anni, dal sisma de L'Aquila in poi. Un mito da sfatare, per il presidente dei geologi, perché "prevedere un terremoto semplicemente, ad oggi, non è possibile. E' giusto continuare a studiare e non arrendersi al fatto che ancora non abbiamo trovato la chiave di lettura di questi eventi, ma oggi è solo possibile fare delle previsioni probabilistiche". E anche quando si parla di probabilità, però, tutto può accadere: in Emilia la probabilità di un sisma era appena dell'1%.

"La più grande bufala sul terremoto", per Graziano, resta però quella che lo imputa ai cambiamenti climatici. Pura fantasia, alla quale si contrappone una realtà fatta di rischi idrogeologici che "interessano più del 70% dei comuni italiani", sottolinea Graziano. Contro questa situzione si può fare molto, la prima cosa è uscire dall'ottica dell'emergenza e iniziare ad investire sul territorio per salvare vite, patrimoni architettonici e culturali. [Adnkronos/Ign]

 

 

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03 giugno 2012
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