Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Cemento mafioso per la metropolitana di Palermo

Arrestato un imprenditore edile palermitano, pregiudicato, sorvegliato speciale e "benedetto" da Bernardo Provenzano

31 maggio 2011

Ieri la Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Palermo Riccardo Ricciardi, nei confronti di un imprenditore edile palermitano pregiudicato, Andrea Impastato, 62 anni, di Cinisi (Palermo) sorvegliato speciale, già indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. L’imprenditore, che gestisce una cava nel Palermitano, è accusato di avere gestito affari ed aziende nell’interesse dei vertici di Cosa nostra.
Impastato avrebbe imposto per la costruzione del passante ferroviario e per il rifacimento del porto di Balestrate di acquistare il calcestruzzo dalla sue società. Affari gestiti per conto dei boss Bernardo Provenzano e Salvatore Lo Piccolo.

Nel covo di Provenzano dopo il suo arresto fu trovato un pizzino datato 25 febbraio 2006, che sarebbe stato scritto da Lo Piccolo che era in quel periodo latitante. Il boss del quartiere San Lorenzo informava il capomafia di Corleone dell'imminente partenza dei lavori per la realizzazione della metropolitana, invitandolo a fornire il nome di qualche imprenditore di sua conoscenza nella produzione e nella fornitura del calcestruzzo che sarebbe stato inserito nel consorzio che stava creando proprio con Impastato: "... Lo informo, che siccome in breve (forse in aprile) dovrebbe iniziare la metropolitana che è un grosso lavoro e quindi le volevo chiedere che se le interessa qualche calcestruzzi di fare lavorare me lo faccia sapere che la inserisco nel consorziato che sto facendo con Andrea Impastato. In merito attendo sue notizie".
Le intercettazioni sia telefoniche che ambientali confermarono successivamente la diretta partecipazione delle imprese riconducibili a Impastato nei lavori del passante ferroviario attraverso la fornitura del calcestruzzo nei diversi cantieri, che nel frattempo erano stati aperti lungo la tratta compresa tra Carini ed il quartiere di Brancaccio. Nella stessa inchiesta è stato indagato Domenico D'Amico, 61 anni, gia condannato per mafia, con l'accusa di trasferimento di quote delle sue società ad alcuni suoi familiari incensurati, per evitarne il sequestro.
Dell'andamento dei lavori Impastato veniva informato costantemente dai familiari anche durante la detenzione nel carcere Ucciardone in cui si trovava per scontare una condanna per concorso in associazione mafiosa che gli aveva inflitto la corte d'appello di Palermo.
Dai colloqui, intercettati dagli investigatori, è emerso il legame che si era venuto a creare tra il responsabile della associazione temporanea di imprese formalmente aggiudicataria dei lavori ed i titolari di due società entrambe riconducibili alla famiglia Impastato.
L'inchiesta ha svelato anche le pressioni sulla prefettura di Palermo dirette a ottenere le autorizzazioni ai lavori per le società di Impastato negate proprio perché Impastato era stato condannato per mafia con sentenza definitiva.

Dopo l'arresto di Impastato, il presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato, Carlo Vizzini ha così commentato: "L'importante operazione dei magistrati e della Dia di Palermo conferma ciò che da anni sosteniamo e cioè che il ciclo del cemento in Sicilia è interamente nelle mani della mafia. Ma è evidente che ciò accade perchè le imprese che si aggiudicano appalti pubblici stanno al gioco per paura, per quieto vivere, o per connivenza subiscono il monopolio della mafia che droga il mercato". "Ecco un altro comitato d'affari che personalmente ho denunciato alle autorità preposte - ha aggiunto Vizzini - e sul quale mi auguro si possa fare piena e completa luce per 'liberare Palermo e la Sicilia' da coloro che uccidono la libertà d'impresa e rubano il futuro ai giovani: la mafia degli affari".
"Proprio per migliorare i controlli preventivi ed aiutare gli imprenditori che si battono per la trasparenza - ha infine sottolineato l'esponente Pdl - incontrerò la prossima settimana sia il vice capo della Polizia, prefetto Francesco Cirillo, che i rappresentanti di Confindustria, Ivan Lo Bello ed Antonello Montanti". "A questi importanti interlocutori - ha sottolineato Vizzini - chiederò, peraltro, di venire successivamente in audizione alle commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia che stanno mettendo a punto un pacchetto di norme antimafia del quale sono relatore. L'obiettivo - ha concluso - è quello di avere regole chiare e ben applicate per aiutare lo sforzo della magistratura, delle forze dell'ordine, e sostenere il coraggioso sforzo di Confindustria".

[Informazioni tratte da Ansa, Lasiciliaweb.it, Adnkronos/Ing]

- Il cemento della mafia nella metro di Palermo di Salvo Palazzolo (Repubblica/Palermo)

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

31 maggio 2011
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia