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Cemento mafioso per la nuova Pretura di Palermo

Maxi sequestro di beni all'imprenditore Bordonaro, proprietario di una cava di marmo e coinvolto nel sistema degli appalti di Cosa nostra

17 giugno 2011

La Dia (Drezione Investigativa Antimafia) di Palermo ha sequestrato beni per complessivi tredici milioni di euro all'imprenditore Giuseppe Bordonaro, 52 anni, proprietario di una cava, condannato con sentenza definitiva per associazione mafiosa. Il sequestro ha riguardato beni immobili, quote e beni aziendali di varie società, macchine di grossa cilindrata, una imbarcazione da diporto e denaro.
L'imprenditore, coinvolto nel sistema dell'illecita aggiudicazione degli appalti, dopo la condanna aveva ceduto una serie di proprietà che continuava a gestire attraverso prestanomi: tra queste anche la cava che porta il suo nome.

Da anni Giuseppe Bordonaro, insieme ai fratelli Pietro e Benito e il padre Salvatore, morto nel 2005, gestiva cave di pietra, produceva e commercializzava calcestruzzo, conglomerati bituminosi, cemento, materiale per costruzioni e marmo. Dalla cava Bordonaro, anch'essa sequestrata, si estrae un marmo pregiato, la pietra di Billiemi.
Grazie all'appartenenza a Cosa nostra, Bordonaro ha consolidato la sua posizione nel settore degli appalti, così come emerso dalle indagini, suffragate anche dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Baldassare Di Maggio, Calogero Ganci e Salvatore Cangemi.
Bordonaro partecipava al cosiddetto "metodo Siino" in base al quale Cosa nostra controllava il sistema di aggiudicazione degli appalti, a mezzo di un "tavolino tecnico", del quale facevano parte imprenditori, politici e mafiosi, e che era diretto dal Angelo Siino, chiamato il "ministro dei lavori pubblici" della mafia.
I Bordonaro risultano avere effettuato la fornitura del calcestruzzo per la costruzione della nuova Pretura di Palermo.

Giuseppe Bordonaro, condannato nel 2007 per mafia a 4 anni e mezzo, aveva posto in liquidazione tutte le società a lui riconducibili, che sono state nuovamente costituite e intestate ai fratelli Pietro e Benito.
Il vincolo che lega i Bordonaro a Cosa nostra è confermato da un "pizzino", trovato ai mafiosi Salvatore e Sandro Lo Piccolo al momento del loro arresto avvenuto il 5 novembre 2007, riferibile a dei lavori in subappalto effettuati a Punta Raisi (Pa), nel quale si legge testualmente: "Bordonaro - Palermo - tu sai chi è".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa, Lasiciliaweb.it, SiciliaInformazioni.com]

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17 giugno 2011
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