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Cento colpi di spazzola prima che il film venga fatto. La polemica della scrittrice catanese Melissa P.

La giovane scrittrice catanese: ''Questo film non ha niente a che fare con me''

10 marzo 2005

Che il romanzo scandalo della giovanissima scrittrice catanese Melissa P., ''Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire'', sarebbe dovuto diventare un film lo si sapeva da tempo, e infatti le riprese della versione cinematografica del volume erotico, che ha venduto in Italia un milione di copie, sono iniziate qualche giorno fa a Lecce.
Un inizio al vetriolo, per via delle aspre polemiche fatte scoppiare dall'autrice del romanzo.
Il film, infatti, prodotto dalla Sony Pictures con la collaborazione della Bess Movie Italia di Francesca Neri e Claudio Amendola, al secondo giorno di ciak ha scatenato l'ira di Melissa P. (Panarello): «So che hanno cambiato il titolo, ma ci tengo a sottolineare che è stato stravolto anche il personaggio e che con questo film non ho niente a che fare anche se tutti lo associano a me».

Il film, diretto dal quasi esordiente Luca Guadagnino (The Protagonists), ha per protagonista la diciottenne spagnola Maria Valverde, con Primo Reggiani, Claudio Santamaria, Elio Germano, Fabrizia Sacchi e Geraldine Chaplin nel ruolo della nonna di Melissa.
«In un primo tempo - ha detto Melissa P. - , prima che nel progetto entrasse il regista Guadagnino, io ero dentro il film. La stessa Neri, che ora non mi risponde al telefono, mi aveva tirato dentro. Ho collaborato a una prima stesura della sceneggiatura, con Cristiana Farina, poi mi ha chiesto di interpretare il film: all'inizio avevo declinato l'invito, poi ho preso in considerazione la proposta. Ma quando è arrivato Guadagnino - prosegue l'autrice catanese - la storia è cambiata. Mi hanno dato un trattamento, firmato dallo stesso regista con la Farina e Barbara Alberti, che era un liberissimo adattamento del libro. Anzi, diciamo che per situazioni, dettagli, personaggi, esperienze della protagonista non c'entrava più niente. Ho allora sottolineato queste differenze e il risultato è che sono stata cacciata dal progetto e da tre mesi fanno addirittura finta di non conoscermi''.

Sul set a Lecce, nessuno del cast ha replicato alle accuse.

«Posso fornire - ha continuato nel suo attacco la giovane autrice - molti esempi delle incongruenze e di come è stato travisato il mio testo nella sceneggiatura: mio padre è un venditore ambulante, mentre nel film diventa un ingegnere; mia madre non vende abiti da sposa; non ho nessuna nonna confidente; non sono una ragazzina impacciata che vive come un alieno nel mondo».
Melissa P.anarello, pur consapevole di aver ceduto i diritti per il film, ha già scritto una lettera all'avvocato della produzione, pretendendo di essere ascoltata dagli sceneggiatori: «Se volete raccontare la vita di Melissa a modo vostro, fate pure. Ma che sia la vita di "Melissa" e non quella di "Melissa P.", cioè la mia: la mia vita la tratto bene e esigo che anche gli altri facciano altrettanto. Se non lo fanno sono calunniatori».

Una polemiche questa che per niente si sposa con l'orgoglio dimostrato l'altro giorno da Paulo Simoes, amministratore delegato della Sony Pictures che, dopo la Warner Bros e la 20th Century Fox, inizia a produrre cinema italiano, e che aveva definito questa operazione «una grande sfida» (che costerà 3,5 milioni di euro).
Sicuramente Simoes pensava alla sfida col pubblico italiano nelle sale (il film dovrebbe uscire in sala tra ottobre e novembre), e non ad una sfida del genere, cominciata prima ancora che il film sia stato fatto.

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10 marzo 2005
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