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Cgil, Cisl e Uil contro la manovra, ma separate

I tre sindacati hanno deciso di protestare contro la manovra Monti, ma in tempi e modalità diverse

06 dicembre 2011

La manovra Monti, approdata ieri in Parlamento, ai sindacati non piace (LEGGI). Ma non c'è unione tra di loro. Cisl e Uil, infatti, sono partiti in quarta, da sole, chiedendo ai loro iscritti di attuare lunedì 12 dicembre uno sciopero-protesta di due ore, a fine turno, per andare davanti alle prefetture e "richiedere con forza di aprire il negoziato" in particolare su pensioni e fisco.
L'iniziativa, annunciata nel corso di una conferenza stampa congiunta tra i due segretari generali Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, ha suscitato stupore da parte della Cgil e irritazione per una decisione presa senza consultarsi con il sindacato di Corso Italia così come era stato deciso il giorno prima. A stretto giro, il contro-annuncio: quattro ore di sciopero, chieste dalla confederazione sempre per lunedì 12, contro un manovra considerata "iniqua", un "colpo durissimo" a lavoratori e pensionati.

L'unione Cisl-Uil - "Chiediamo a tutti i lavoratori della Cisl e della Uil, chiediamo a tutti i militanti, iscritti e dirigenti di fare lunedì prossimo uno sciopero-protesta nelle ultime due ore di lavoro per recarci presso tutte le prefetture per far sentire la nostra voce e richiedere con forza di aprire un negoziato. A Roma saremo sotto il parlamento", ha spiegato Bonanni della Cisl. E alla Cgil ha detto: "Ci chiede di discutere, siamo felici di questo, se sono d'accordo con noi sulla richiesta preliminare di contrattazione, di negoziato, se condivide questa impostazione benissimo. Diversamente marceremo divisi e colpiremo uniti", ha aggiunto Bonanni. Su previdenza e fisco, ha sottolineato ancora il leader della Cisl, non si è avuta la possibilità di discutere nemmeno un minuto. E da parte del governo c'è stato "un vero e proprio blitz a scapito delle parti sociali". Ma, ha avvertito: "Agiremo in tutti i modi per far fallire il tentativo di ridurre le parti sociali a comparse. Chiederemo incontri con tutti i gruppi parlamentari perché il parlamento deve garantire una discussione equilibrata". E sul mercato del lavoro ha lanciato un altro messaggio: "Dico chiaro e tondo al presidente del Consiglio ed al ministro del Lavoro: il sindacato non c'è per licenziare la gente".
Anche l'Ugl aderisce, condividendo con Cisl e Uil "modalità e motivazioni della protesta che intende ottenere dall'esecutivo un vero negoziato", spiega il segretario generale Giovanni Centrella. "Anche noi - aggiunge il sindacalista - chiederemo ai nostri lavoratori di organizzare insieme a Cisl e Uil presidi davanti alle Prefetture e a Roma di essere presenti davanti al Parlamento, così come insieme alle altre due Confederazioni chiederemo di essere ricevuti nel corso dell'iter parlamentare dalle rappresentanze politiche".

Come risaputo, anche la Cgil si esprime contro la manovra proposta dal governo, che, afferma la confederazione di Corso Italia in una nota, "contiene poche novità positive (sulla crescita e sulle infrastrutture) e molte parti gravi che non la configurano come una manovra equa, ma che carica su lavoratori e pensionati (già colpiti dalle precedenti manovre) un carico pesantissimo". Visto che il governo non ha voluto un confronto con le parti sociali, in particolare sulla previdenza, "chiediamo al Parlamento, al quale presenteremo precise proposte, di correggere la manovra sui temi indicati, proponendo anche come reperire le risorse", sostiene il sindacato confederale. Che bacchetta anche Cisl e Uil per aver preso decisioni autonome dopo che si era concordato di agire insieme per cambiare la manovra. Già da oggi la Cgil promuove "presidi davanti alle Prefetture, con il coinvolgimento dei Comuni, delle Province e Regioni su questo tema, pronta a favorire iniziative unitarie dove si determineranno le condizioni".
Già prima dell'annuncio dell'agitazione di quattro ore, la Cgil ha affidato il suo commento ad un post caustico su Facebook. "La scelta di Cisl e Uil è in continuità con la 'strategia del sottoscala' di palazzo Grazioli", si legge sul social network. Dove si spiega come, dopo l'incontro con il premier Monti, ci si era lasciati, tra Camusso, Bonanni e Angeletti, con la volontà di una iniziativa comune. Volontà confermata dallo stesso Angeletti che dava appuntamento oggi ai tre leader sindacali. Intanto, si legge ancora nella ricostruzione affidata a Facebook, nei territori la Cisl dava indicazioni per avviare iniziative autonome in risposta all'ipotesi temuta di uno sciopero della Cgil. "Ecco quindi - conclude il post - l'irritazione della Cgil". Oltre al malumore, si sottolinea poi il "maggior stupore" per la decisione di Bonanni e Angeletti. Il fatto cioè che davanti a provvedimenti così gravi "il problema di Cisl e Uil sia unicamente quello di avere un confronto e non le necessarie modifiche". Quello che la Cgil, continua il post, rivendica "con forza e che otterrà".

[Informazioni tratte da ANSA, Repubblica.it]

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06 dicembre 2011
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