Cgil e Legambiente denunciano un grave fatto: inagibili il 58% degli edifici scolastici in Sicilia
E intanto le scuole crollano come niente…
Il 46,64% degli edifici scolastici ha quasi 40 anni (è stato costruito prima del 1965), il 57% delle scuole non possiede il certificato di agibilità statica e igienico-sanitaria, il 70% non ha certificato di prevenzione incendi, il 22,47% ha urgente bisogno di interventi di manutenzione.
L'associazione ha inoltre sottolineato in una nota, l'esiguità degli stanziamenti per l'edilizia scolastica nelle ultime Finanziarie: 60 miliardi di lire stanziati nel 2001; nulla esce dalla casse dello Stato sotto questa voce nel 2002; nel 2003 c'è voluta la tragedia di San Giuliano per vedere elargiti 10 milioni di euro. Contemporaneamente, però, sono stati tagliati i fondi destinati alla realizzazione dell'anagrafe edilizia.
Nel luglio di quest'anno, poi, il ministero dell'Istruzione ha messo a disposizione 20 milioni di euro per la sicurezza nelle scuole, da destinarsi per il 50% alla formazione del personale, il restante 50% per le altre iniziative previste in materia di igiene e sicurezza sul lavoro (valutazione del rischio, adeguamento delle attrezzature e dei materiali destinati all'attività didattica).
"E’ sicuramente un fatto positivo che siano stati stanziati con la Finanziaria 2003 finanziamenti per la sicurezza nelle scuole - afferma Vittorio Cogliati Dezza, responsabile Legambiente scuola e formazione - non ci si può nascondere che sono però poca cosa". "E' inquietante che dello stato dell'edilizia scolastica in Sicilia si parli solo quando si verificano episodi gravi come quello di Messina", questa l'osservazione di Enza Albini, segretario generale della Cgil scuola siciliana, a proposito del crollo avvenuto nella scuola elementare "Galati" di Messina, e che fortunatamente non ha avuto conseguenze tragiche.
La Cgil scuola rileva che nell'isola il 254 delle scuole è in affitto, il 67,89 degli edifici scolastici regionali non ha il certificato di conformità, il 57.97 è privo di agibilità. Dati, insomma, che si commentano da soli, e che rappresentano un vero e proprio atto di accusa per il ministro Moratti.
La Finanziaria nazionale ha stanziato al riguardo per il Paese "solo 11 milioni di euro, mentre le ultime stime - ricorda la sindacalista - quantificano il fabbisogno per un piano straordinario pluriennale di investimenti in 7,5 miliardi di euro".