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Che coss'è l'amor..

Processo "Ruby 2". Nicole Minetti: "Amore vero per Silvio Berlusconi". L'ex consigliere regionale rischia 7 anni di galera

07 giugno 2013

"Al di là delle critiche, tengo a precisare che il mio è stato un sentimento di amore vero nei confronti di Silvio Berlusconi".
Eccola la "verità sull’amore" svelata in aula a Milano dall'ex consigliere regionale Nicole Minetti, nel corso delle sue dichiarazioni spontanee al processo cosiddetto 'Ruby 2'.
All'ingresso in Tribunale, parlando con i cronisti, ha dichiarato: ''Sto benissimo. Una favola. La politica non mi manca".
Nelle dichiarazioni spontanee Minetti, imputata per favoreggiamento e induzione alla prostituzione anche minorile, assieme a Emilio Fede e Lele Mora, ha sottolineato di non aver "mai invitato nessuna delle parti offese alle feste del presidente". Per i tre imputati, nella precedente udienza, la pubblica accusa ha chiesto una condanna a sette anni di carcere (LEGGI).

La notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 l'affidamento dell'allora minore Ruby all'ex consigliere regionale fu "ancora una volta un atto di generosità, pensavo di fare del bene", ha sottolineato. L'ex consigliere regionale ha aggiunto che "solo in quell'occasione la ragazza si è rivelata essere minorenne".
Minetti ha spiegato poi di aver incontrato Ruby per la prima volta il 14 febbraio 2010: "Non ho mai avuto modo di pensare, come gli altri, che avesse un'età diversa da quella che dichiarava". Quanto ai 122 contatti telefonici con lei, contestati dall'accusa, Minetti li ha esclusi "categoricamente".
"Questa storia ha scatenato contro di me una feroce campagna d'odio che non ha precedenti", ha affermato. Una campagna fondata su una "cattiveria e malvagità su cui si dovrebbe indagare". L'ex consigliere regionale ha aggiunto che anche la sua presenza in Tribunale scatenava "qualsiasi nefandezza" sul suo conto, a tal punto che i suoi avvocati le avevano sconsigliato di presentarsi più volte. "All'aggressione mediatica - ha proseguito - è seguita un'ondata di disprezzo tanto grande su di me che continuo a ricevere insulti". Insulti che coinvolgerebbero anche la sua famiglia e che le suscitano "paure che continuo a portarmi dietro".

La ricostruzione delle vicende da parte della pubblica accusa legate al caso 'Ruby 2' è fondata su un "malcelato moralismo'', ha detto l'ex consigliere regionale. "Spero che qualcuno un giorno riesca a spiegarmi cosa ho fatto. I fatti contestati - ha sottolineato - sono sideralmente lontani da ciò che è accaduto".
Nicole Minetti ha poi ricostruito il suo arrivo a Milano e la conoscenza con l'ex premier. "Sono arrivata a Milano nel 2006, a 21 anni, per seguire il corso di laurea in igiene dentale. Ho accompagnato i miei studi cercando di fare qualche lavoretto, la hostess a eventi e fiere. Alla Fiera del ciclo e motociclo, nel 2008, ho stretto per la prima volta la mano all'allora presidente. Ottenni, solo grazie alle mie doti, di entrare nel corpo di ballo di 'Colorado cafè', e qui conobbi Marystelle Polanco che mi parlò con riconoscenza del presidente. Quando lo incontrai lo dissi a Berlusconi. Mi sembrò molto lusingato e iniziò un discreto corteggiamento da parte sua anche tramite la Polanco". "Mi invitò tramite lei alle cene - ha continuato l'imputata - fui da subito affascinata dalla personalità e dal carisma che esercitava su di me. Nacque una grande amicizia che sfociò in una relazione".

Minetti ha poi spiegato così il suo ingresso in politica: "Il presidente mi disse che don Verzè, l'allora rettore del San Raffaele, avrebbe avuto piacere di avere un esponente del suo istituto all'interno del consiglio regionale lombardo". "Un'occasione importante" in vista della preparazione delle liste per le elezioni regionali. L'ex consigliere regionale ha raccontato di aver parlato a Berlusconi del desiderio di cimentarsi in politica. ''Era chiaro, avendo noi due una relazione, che egli sarebbe stato felice di aiutarmi", ha affermato.
Poi, riguardo al suo coinvolgimento nella "gestione delle Olgettine", ossia le ragazze che vivevano negli appartamenti di via Olgettina, Minetti ha parlato di "un puro atto di cortesia". E' capitato che queste non avessero "una busta paga da offrire in garanzia del contratto. Ho avuto torto - ha precisato - di essermi improvvidamente offerta a fare intestare il contratto a me coinvolgendo mio padre per la garanzia". Quanto alle cedole, le portava "talvolta personalmente al ragionier Spinelli, col quale avevo buoni rapporti". Cortesia anche "le rarissime occasioni in cui mi sono offerta di portare i cedole per qualche altra amica".
Infine ha concluso: "Spero che qualcuno un giorno riesca a spiegarmi che cosa ho fatto di così straordinariamente terribile".

Emilio Fede, in una lettera in cui ha annunciato alla corte e ai pm la sua rinuncia alle dichiarazioni spontanee previste oggi, ha scritto: "Mi limito a ricordare che di fronte a voi ci sono, con tutti i loro diritti e doveri, esseri umani e che, come tali, non dovrebbero essere sottoposti a mortificazioni al di là di quelli che sono ancora reati presunti". "Assaggiatore, scene orgiastiche, situazioni bacchiche - prosegue - offrono una triste e aberrante descrizione della realtà, offendono l'imputato che ha sempre e comunque il diritto costituzionale alla presunzione d'innocenza".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it, Corriere.it]

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07 giugno 2013
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