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Che le ''braccia'' ritornino all'agricoltura!

La ricetta di Confagricoltura contro la crisi: ''Una politica agricola nuova e condivisa a livello europeo''

28 marzo 2009


Foto di Giuseppe Leone

Una ricetta più equilibrata e politiche dell'agricoltura che favoriscano l'aumento della base produttiva, e una liberalizzazione più graduale e mirata degli scambi commerciali di materie prime agricole, per evitare squilibri e speculazioni sul mercato mondiale, con regole comuni da studiare insieme agli altri Paesi.
Questi, per Confagricoltura, gli obiettivi da realizzare con una partnership mondiale, per l'agricoltura e la sicurezza mondiale di cui si  discuterà al primo G8 agricolo, ed emersi al Forum Futuro Fertile di Taormina, che si conclude oggi, sabato 28 marzo 2009.
Secondo Confagricoltura "dare stabilità e certezza al mercato agricolo su scala mondiale è necessario per il progresso dell'agricoltura in una doppia, imprescindibile, direzione: da un lato la soluzione al problema della sicurezza alimentare, sia in termini di garanzia di approvvigionamento che di salubrità; dall'altro un aumento diffuso della qualità della produzione".

Le proiezioni delle Nazioni Unite segnalano che la popolazione mondiale è destinata a crescere rapidamente: oggi ci sono 6,7 miliardi di abitanti, entro il 2015 saranno superati i 7 miliardi; e poi 8,1 miliardi nel 2030 e più di 9 entro il 2050. Anche per questo, è stato osservato al Forum di Taormina, l'agricoltura non potrà mai passare di moda, sia perchè risponde al bisogno primario e fondamentale dell'uomo, quello di mangiare, sia perchè in futuro saranno sempre di più le persone da nutrire.
Per questo, secondo Confagricoltura, c'è bisogno di un rilancio delle produzioni, di regole comuni e di strumenti per gestire il mercato, che non possono andare né nella direzione del protezionismo, né in quella di una liberalizzazione sfrenata degli scambi, che causerebbe squilibri devastanti, soprattutto a scapito dei Paesi in via di sviluppo. Un aumento dei prezzi, inoltre, non sarebbe positivo nemmeno per i Paesi in via di sviluppo prevalentemente agricoli: un prezzo maggiore favorisce l'export a scapito del consumo interno; buona parte delle instabilità sociali in occasione della crisi alimentare mondiale è stata innescata proprio dalla 'fuga' delle produzioni; molti dei Paesi meno sviluppati sono importatori netti di materie prime agricole, non esportatori. E quindi sarebbero colpiti negativamente da un aumento dei prezzi. 

E sempre dal palco del Forum Futuro Fertile, il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni, ha voluto lanciare una proposta che interessa il nostro Paese. Crisi? Disoccupazione? Paura di restare senza lavoro? Se il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha augurato nei giorni scorsi che tutti i disoccupati e gli imprenditori senza lavoro "si trovino qualcosa da fare", per Federico Vecchioni la risposta è una sola: "Tornare in campagna a lavorare. Sempre che se ne abbia la voglia".
L'agricoltura può infatti rappresentare una forza decisiva per il rilancio economico del sistema Italia. "Quello che è avvenuto nell'agricoltura negli ultimi anni, sotto il profilo occupazionale, ha confermato che il lavoro stagionale ha una portata significativa. Oltre il 93 per cento degli occupati in agricoltura sono occupati stagionali", ha dichiarato Vecchioni. E il recente meccanismo del voucher ha "certamente facilitato il percorso di flessibilità tra domanda e offerta visto che l'accesso alle quote è stato sempre un problema per l'agricoltura sotto i periodi di potatura, raccolta e così via".
Quindi oggi, nella fase di crisi che si sta attraversando, secondo Vecchioni l'agricoltura "può rappresentare un serbatoio importante per riallocare una domanda di occupazione derivante da altri settori"

[Informazioni tratte da la LaSiciliaweb.it]

- Nell'agricolutura siciliana ci sono 30.000 posti a rischio (Guidasicilia.it, 14/03/09)

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28 marzo 2009
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