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Chi sarà il nuovo Capo dello Stato?

Tra i tanti nomi in lizza (più o meno probabili) per il Quirinale anche quello di tre siciliani...

15 aprile 2013

Ormai ci siamo. Questa è l’ultima settimana nella quale l’Italia si riconosce in Giorgio Napolitano.  Da giovedì 18 aprile, 1007 persone dovranno eleggere il suo successore al Qurinale, ovvero il 12esimo presidente della Repubblica italiana.
In questi ultimi giorni i nomi circolati sono stati tantissimi, alcuni incredibili, altri improponibili, altri ancora solo provocatori o pronunciati in virtù di logiche politiche arroccate nell’iperuranio della politica, distanti anni luce dal sentire popolare.

Dieci di questi nomi sono quelli usciti fuori dalle "Quirinarie" del MoVimento 5 Stelle. Dieci nomi diventati però nove. Infatti, Beppe Grillo si è tirato fuori dalla rosa delle possibilità e ne ha spiagato il motivo lui stesso sul suo blog, ricordando gli orari e le modalità per il voto di oggi. "Oggi, dalle ore 11 alle 21 - ha scritto Grillo - sarà possibile votare il candidato alla Presidenza della Repubblica. Alla votazione possono partecipare gli iscritti al MoVimento 5 Stelle al 31 dicembre 2012 che abbiano inviato i loro documenti digitalizzati. Io ho deciso di non partecipare alla votazione finale e ringrazio per la stima tutti coloro che hanno fatto il mio nome".
I candidati rimangono quindi: "Bonino Emma; Caselli Gian Carlo; Fo Dario; Gabanelli Milena Jole; Imposimato Ferdinando; Prodi Romano; Rodotà Stefano; Strada Luigi detto Gino; Zagrebelsky Gustavo". Domani verrà comunicato il nome più votato che sarà proposto dai parlamentari del M5S.
"Votate con la testa e non col cuore! Se vogliamo fare esplodere le contraddizioni all'interno del Pd non resta che Rodotà o Zagrebelsky", ha consigliato su Twitter ai militanti del M5S Paolo Becchi, docente di Filosofia del Diritto a Genova e considerato tra gli ideologi del Movimento 5 Stelle.

Tra i nomi che circolano, anche quelli di tre siciliani, tre i politici dell’Isola il lizza per la successione di Napolitano, anche loro, come gli altri, frutto delle proposte dei partiti, dei "veti incrociati" e delle esigenze di larghe intese e governissimi.
Uno di questi nomi, a dire il vero, ricopre già un ruolo di grandissimo prestigio, ed il nome di Piero Grasso. Seconda carica dello Stato proposta dal Pd e votata anche dai senatori M5S. Quello di Grasso, tra l’altro, è tra i nomi ultimamente più gettonati.
Altro nome siculo "importante", ma "fuori dal giro" da qualche anno, è quello di Sergio Mattarella, figlio di Bernardo Mattarella e fratello di Piersanti, ex presidente della Regione Siciliana ucciso dalla mafia. Sergio è stato un deputato per la prima volta nel 1983, ministro dei rapporti con il Parlamento nei governi De Mita e Goria, alla pubblica istruzione nel sesto governo Andreotti. Mattarella è, insomma, un moderato. E nonostante abbia fatto parte nell’ultima sua esperienza da parlamentare, dell’Ulivo (ma proveniente dalla Margherita), potrebbe essere "gradito" anche al centrodestra. Nel primo governo D’Alema è stato vicepresidente del Consiglio, poi ministro della Difesa nel "D’Alema bis" e nel secondo governo di Giuliano Amato. Nel 2001 viene eletto alla Camera, come detto, tra le fila della Margherita, e nel 2006 con l’Ulivo. Dal 2008 non siede in Parlamento. Quel Parlamento la cui composizione, però, è frutto anche del suo lavoro. La riforma della legge elettorale in senso maggioritario porta il suo nome. Non a caso, in gergo, è ricordata come "Mattarellum". Attualmente ricopre il ruolo di giudice della Corte costituzionale.

Il tris siciliano verso il Quirinale si chiude col nome di una donna: Anna Finocchiaro. L’ex presidente del gruppo parlamentare Pd al Senato resta nella rosa di proposte di Pierluigi Bersani al centrodestra. Fra i "tifosi" della senatrice siciliana c’è Roberto Maroni, il leader della Lega Nord, che ha più volte espresso giudizi lusinghieri verso di lei, e suggerito l’opportunità di eleggere un presidente donna.
Ma è dal Pd che vengono i problemi, segnatamente da Matteo Renzi che, invece, ha detto chiaro e tondo che né Franco Marini, né Anna Finocchiaro dovrebbero essere sponsorizzati dal partito. Sulla candidatura della Finocchiaro, il sindaco di Firenze ha addotto motivazioni discutibili. Nel corso di un’intervista televisiva, infatti, Matteo Renzi ha detto che l’immagine della Finocchiaro che fa la spesa all’Ikea con la scorta, la rende poco adatta a far passare un messaggio anticasta.

Motivazione che ha scatenato una replica indignata e forte della diretta interessata. "Non mi sono mai candidata a nulla. Conosco bene i miei limiti e non ho mai avuto difficoltà ad ammetterli. Ho sempre servito le istituzioni in cui ho lavorato con dignità e onore, e con tutto l'impegno di cui ero capace, e non metterei mai in difficoltà nè il mio Paese, nè il mio partito. Trovo che l'attacco di cui mi ha gratificato Matteo Renzi sia davvero miserabile, per i toni e per i contenuti". "Trovo inaccettabile e ignobile - ha aggiunto - che (simile attacco, ndr) venga da un esponente del mio stesso partito. Sono dell'opinione che chi si comporta in questo modo potrà anche vincere le elezioni, ma non ha le qualità umane indispensabili per essere un vero dirigente politico e un uomo di Stato".

Intanto, è partito il conto alla rovescia. La situazione italiana è veramente difficile, così difficile che tutti si aspetta l’elezione di un nuovo Capo dello Stato come la venuta di un nuovo Salvatore. Sarà così? Mah? Se poi al Colle dovesse andarci un siciliano... Be’, pure buono, a limite, ma questo ha veramente poca, poca importanza.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, LiveSicilia.it, SiciliaInformazioni.com, Repubblica.it]

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15 aprile 2013
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