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Chi smantellerà la Costa Concordia?

Il porto e i Cantieri di Palermo in pole position per accogliere il relitto della nave di crociera

11 gennaio 2014

Conto alla rovescia per la demolizione della Costa Concordia. La decisione entro marzo. E salgono le quotazioni del porto di Palermo per accogliere il relitto della nave di crociera naufragata al Giglio giusto due anni fa.
Mancano meno di due mesi all'assegnazione della commessa più ambita per i cantieri navali di mezzo mondo. I lavori di demolizione del relitto della Costa Concordia infatti sono quasi un buono del tesoro dal sicuro incasso per chi se li aggiudicherà. E nelle ultime ore i Cantieri navali dell’Acquasanta sembra abbiamo guadagnato diverse posizioni sulla concorrenza.

"Vorrei ricordare al ministro Orlando che il trasferimento della nave Costa Concordia non presenta problemi riguardo alla distanza del porto di destinazione. Infatti l'utilizzo della nave-sottomarino Vanguard consentirà di caricare il relitto, e di spostarlo in sicurezza in qualsiasi porto italiano senza alcun rischio per i cittadini e per l'ambiente. Perciò la scelta di dove smantellare la Concordia non può essere legata alla vicinanza, ma piuttosto alla capacità della struttura portuale di operare un simile intervento", afferma Simona Vicari, sottosegretario allo Sviluppo economico. "In questo senso - continua - Palermo è il sito più idoneo, visto che presenta tutte le attrezzature necessarie, ma soprattutto non necessita di alcun intervento di ristrutturazione, così come dichiarato da Fincantieri. Quindi smantellare la Concordia a Palermo si può fare e non comporta spese aggiuntive".  
"Sono convinta che lo smantellamento della Concordia possa avvenire a Palermo. Non solo abbiamo un bacino di carenaggio storico, ma anche le competenze e l'entusiasmo necessari per compiere questa difficile operazione. Ho sentito di ipotesi fantasiose: dalla Cina all'Inghilterra. Perché? Valorizziamo e utilizziamo le nostre risorse". sostiene la deputata dei popolari Per l'Italia Gea Schirò.

La 'gara' per il porto che si incaricherà di smaltire il relitto della Costa Concordia, dunque è ancora aperta, ma si tratta dell'ultimo miglio: manca una manciata di settimane per la decisione finale prevista a marzo. Una gara che vede impegnati, come ha ricordato il capo della protezione civile Franco Gabrielli, ben 12 porti di sei nazioni. Sì, perché l'ipotesi che la destinazione finale del relitto, che sarà rimosso a giugno dall'Isola del Giglio dove si trova dal naufragio del 13 gennaio 2012, sia lontano dai confini nazionali è tutt'altro che remota. Il ministro dell'ambiente Andrea Orlando ha espressamente detto che il governo "preferirebbe una destinazione nazionale". Gli ha fatto eco il governatore della Toscana Enrico Rossi, che pure ha voce in capitolo, spezzando una lancia per il vicino porto di PiombinoMa la partita sembra assolutamente aperta. E non lascerebbe molti margini la 'prenotazione' da parte di Costa, nello scorso ottobre, della piattaforma Vanguard, la nave semisommergibile in grado di 'caricare' la Concordia: il suo uso, viene spesso fatto notare, è utile qualsiasi sia la destinazione ma sarebbe assolutamente necessario per portare il relitto lontano dalle coste italiane. Magari in Turchia, o in Francia, oppure in Norvegia o in Gran Bretagna ed ancora fino in Cina: questi i Paesi i cui porti si sono candidati per lo smaltimento.

Piombino, Genova, Civitavecchia e Palermo sono invece i porti italiani in lizza. "Abbiamo tutto quanto serve per intervenire e siamo pronti a farlo", spiega Luigi Merlo, presidente dell'Autorità portuale di Genova. A Palermo, è l'analoga motivazione del sindaco Leoluca Orlando, "ci sono già le condizioni strutturali e professionali per svolgere da subito i lavori". E aggiunge una motivazione: il "sostegno per Palermo, dopo l'accordo sui nuovi carichi di lavoro raggiunto con Fincantieri", l'azienda che ha costruito la Concordia (LEGGI).
Motivi occupazionali, oltre che di sicurezza e di minori rischi ambientali vista la minore distanza, sono anche quelli della vicina Piombino. Il Comune, ricorda il sindaco Gianni Anselmi, si è "battuto perché si creassero le condizioni politiche, procedurali e finanziarie per l'adeguamento infrastrutturale" per il quale però i tempi sono stretti, strettissimi. Giugno è dietro l'angolo, i lavori da fare imponenti e due i cantieri a loro volta in corsa. Così il rischio per il porto toscano è quello di veder passare la Concordia al largo, ma per andare altrove. [Fonte: Corriere del Mezzogiorno]

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11 gennaio 2014
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