Chiederemo al Quirinale di "licenziare" Fini
Silvio Berlusconi e Umberto Bossi vogliono chiedere al presidente della Repubblica di dimettere il presidente della Camera
Dichiarazioni "unanimemente giudicate inaccettabili", quelle di Fini. Sono la "chiara dimostrazione che svolge un ruolo di parte ostile alle forze di maggioranza e al governo, del tutto incompatibile con il ruolo super partes di presidente della Camera".
E' quanto si legge nel documento congiunto che ha concluso il vertice tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi. Incontro convocato ieri ad Arcore per rispondere al discorso di Gianfranco Fini a Mirabello (LEGGI) e nel quale si è deciso di chiedere un incontro al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nei prossimi giorni.
"La decisione del presidente del consiglio Silvio Berlusconi e del ministro per le riforme Umberto Bossi di chiedere formalmente le dimissioni del presidente della Camera Gianfranco Fini è politicamente inaccettabile e grave sotto il profilo istituzionale, violando il principio costituzionale della separazione tra poteri".
Questa la dichiarazione in una nota il capogruppo di Futuro e Libertà per l'Italia, Italo Bocchino. "A Berlusconi e Bossi - continua Bocchino - va inoltre ricordato che furono proprio loro a inaugurare nel 1994 la stagione dei presidenti delle Camere di parte, che fino ad allora erano sempre stati concordati con l'opposizione o addirittura assegnati alla minoranza nell'ottica di favorire la nascita di un contrappeso parlamentare. Tale prassi fu modificata quando Berlusconi e Bossi indicarono Carlo Scognamiglio e Irene Pivetti ai vertici di Palazzo Madama e Palazzo Montecitorio". "Successivamente sempre Berlusconi e Bossi - ribadisce il capogruppo di FLI - hanno inaugurato nel 2001 la stagione dei presidenti di Parlamento leader di partito, eleggendo Pierferdinando Casini allo scranno più alto di Montecitorio. Tale innovazione si è poi consolidata con l'elezione di Fausto Bertinotti prima e di Gianfranco Fini poi". "Tutto ciò dimostra pertanto che la richiesta di Berlusconi e Bossi è strumentale, irrituale e irricevibile ed è gravissima sotto il profilo istituzionale, considerato che la terzietà riguarda il ruolo e non la personalità politica, riguarda la conduzione del ramo parlamentare presieduto e non la libera espressione dei propri convincimenti politici", conclude Bocchino.
Per il ministro degli Esteri Franco Frattini, invece, "se vi fosse uno strappo dei finiani contro il programma di governo, certamente la presidenza della Camera striderebbe con il ruolo di chi si è posto come un'entità a parte dal partito" ha detto a 'Radio24'. Secondo il titolare della Farnesina se i finiani non voteranno il programma del governo "è evidente che il ricorso alle urne sarebbe l'unica conseguenza possibile".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Agi]