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Chiesti 4 rivii a giudizio per i presunti assassini di Francesco Ferreri, ucciso a Barrafranca (EN) due anni fa

06 aprile 2007

Il Pubblico ministero Antonio Calaresu ha chiesto il rinvio a giudizio per Giuseppe Faraci, 21 anni, Calogero Mancuso, 42 anni, Antonio Lo Bue, 41 anni, e Salvatore Randazzo di 21, accusati di omicidio volontario in concorso, e violenza sessuale aggravata e pedopornografia nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio del 13enne di Barrafranca (EN), Francesco Ferreri.
Intanto stamani è iniziata l'udienza al tribunale del riesame di Caltanissetta, per il provvedimento di custodia cutelare, per tre dei quattro indagati: Lo Bue, Randazzo e Mancuso. La Cassazione infatti nei mesi scorsi ha annullato parte dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Enna Francesca Cercone rinviando gli atti al tribunale di Caltanissetta. Stessa situazione anche per Faraci per il quale si attende la fissazione dell'udienza al riesame.

Il corpo di Francesco Ferreri, 13 anni, fu trovato in fondo ad un canale di scolo, nei pressi della diga Olivo di Barrafranca, il 18 dicembre 2005. Del ragazzo si erano perse le tracce due giorni prima. Francesco era tornato dal doposcuola e intorno alle 19, quando la madre si era allontanata da casa, era uscito lasciando cellulare e giubbotto nonostante fosse una sera piovosa. Le indagini dei carabinieri, coordinate dal sostituto procuratore di Enna, Antonio Calaresu e dalla procura per i minori di Caltanissetta si erano, sin da subito, indirizzate ad un gruppo di giovani e meno giovani tra i quali un minorenne, oggi accusati tutti di omicidio volontario in concorso, violenza sessuale aggravata e pedopornografia.
T.R., 16 anni, compagno di doposcuola di Francesco aveva avuto qualche giorno prima la scomparsa una lite con il ragazzo. Per mesi gli inquirenti hanno scavato nella vita dei quattro maggiorenni, Lo Bue, Mancuso, Faraci e Randazzo, arrestati assieme al minore nel maggio del 2006. Ad incastrare i cinque è stata la testimonianza di un altro ragazzino che ha consentito di ricostruire uno scenario pesante dietro la morte di Francesco.

Il minore testimone, che era già stato abusato dal gruppo e fotografato in pose oscene in una stalla di proprietà di Calogero Mancuso, ha raccontato che la sera della sparizione anche Francesco sarebbe stato abusato e fotografato. Di quelle foto destinate al mercato di internet nonostante la ricerca in tutta Italia della polizia postale non è stata trovata alcuna traccia. Le indagini difficili, anche per l'atteggiamento omertoso del paese, hanno permesso di raccogliere molti indizi ma poche prove. Così a dicembre la Cassazione ha annullato una parte dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere dei quattro maggiorenni, per il minore è in corso il processo, e ha rimesso gli atti al tribunale del riesame di Caltanissetta. [ViviEnna.it]

- Un terribile delitto (Guidasicilia, 19 dicembre 2005)

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06 aprile 2007
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