Chiesto il rinvio a giudizio per i 7 indagati dell'inchiesta sul Ciapi
Secondo la Procura di Palermo l'ente di formazione regionale avrebbe intascato illecitamente fondi per progetti mai realizzati
La Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio dei sette indagati dell'inchiesta sul Ciapi, l'ente di formazione regionale che avrebbe intascato illecitamente fondi per progetti mai realizzati.
Il rinvio a giudizio è stato chiesto dai pm Maurizio Agnello, Alessandro Picchi, Piero Padova, Sergio Demontis e Gaetano Paci, per il manager Faustino Giacchetto, l'uomo che, secondo l'accusa, avrebbe organizzato il sistema per gestire a suo piacimento, grazie alla presunta compiacenza di imprenditori, burocrati e politici, i quindici milioni destinati alla comunicazione del progetto Corap.
Il processo è stato sollecitato anche per l'ex presidente del Ciapi di Palermo, Francesco Riggio, Stefania Scaduto e Concetta Argento (rispettivamente segretaria e moglie di Giacchetto), l'ex dirigente dell'Agenzia regionale per l'impiego Rino Lo Nigro, l'ex assessore regionale Luigi Gentile e l'esponente del Pid, Domenico Di Carlo. Stralciata la posizione di un altro ex assessore regionale, Gianmaria Sparma, che ha chiesto di patteggiare la pena.
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere, corruzione, truffa e falso in atto pubblico. La Procura aveva chiesto che gli imputati fossero giudicati col rito immediato ritenendo evidenti le prove a loro carico, ma il gip Cesare Vincenti ha respinto l'istanza. [Informazioni tratte da ANSA, GdS.it]