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Chiude il museo Guttuso a Bagheria

Alla base della discutibile decisione del sindaco a 5 stelle la cattiva gestione della galleria d'Arte di Villa Cattolica

24 novembre 2014

Chiude il museo Guttuso di Bagheria. La notizia arriva all’improvviso e ci sconcerta. La più importante istituzione culturale della cittadina, ospitata a Villa Cattolica, e tra le più conosciute (sulla carta) del Meridione cessa l’attività e ad occuparsi del fatto arrivano i telegiornali nazionali. Dunque, ci corre l’obbligo di parlarne.
Vorremmo farlo senza pregiudizi e cercando di capire la questione meglio possibile, senza scadere nel luogo comune né tanto meno additare subito il colpevole tacciandolo di incapacità e/o spregiudicatezza. E’ difficile, perché lo sconcerto e l’incredulità è veramente tanta, ma vogliamo provarci.

Dunque, il sindaco a 5 stelle del comune di Bagheria decide di chiudere il Museo Guttuso dopo aver appurato che la galleria d'arte incassa 20 mila euro spendendone 480 mila. Il comune è in dissesto, quindi, detto fatto, firma l'ordinanza di chiusura.
"L'articolo 243 del testo unico 267/2000 - dice una nota del Comune - dispone controlli per gli enti strutturalmente deficitari e dissestati che riguardano le dotazioni organiche, la compatibilità finanziaria e soprattutto la copertura del costo dei servizi. Nello specifico la norma prevede che il costo complessivo della gestione dei servizi sia coperta con i relativi proventi tariffari e contributi, in misura non inferiore al 36 per cento. La normativa dunque non consente purtroppo di gestire servizi indispensabili per l'Ente che non rispettino la norma stessa: pertanto per il servizio museo Guttuso stante l'impossibilità di rispettare la copertura minima del 36% delle spese mediante i proventi tariffari derivanti dall'utenza, se ne deve rivedere la gestione".
Il giovane sindaco però tiene a precisare che "si tratta di una chiusura temporanea ma importante perché non è solo legata ai diversi lavori di ristrutturazione e riqualificazione che dovrà subire il museo ma discende anche dalla situazione economica e gestionale del museo dedicato al maestro del Novecento".

Viste le dichiarazioni, ci sembra di capire che, stando all'articolo 243 del testo unico 267/2000, il Comune di Bagheria - in dissesto finanziario - non può più occuparsi del Museo Guttuso e quindi si chiudono i portoni del museo ma temporaneamente. Quanto temporaneamente però, non è dato sapere.
L'assessore comunale ai Beni Culturali, Rosanna Balisteri, ha incontrato Fabio Carapezza Guttuso, erede del pittore bagherese, e la direzione degli archivi Guttuso per informarli della situazione e valutare percorsi condivisi. Condivisione che sembra proprio non esserci, visto che, dopo la notizia della chiusura, Carapezza Guttuso ha chiaramente affermato di voler riprendersi le opere del padre esposte nelle sale di Villa Cattolica.

"La chiusura del Museo Guttuso e la dismissione del personale che lo amministrava lede, sia giuridicamente che affettivamente, la validità ed il significato degli atti che hanno consentito la creazione del Museo Guttuso, ospitato a Villa Cattolica".
Per il figlio adottivo del maestro "venendo meno la fruizione non ha più senso la permanenza della Collezione" e quindi "gli archivi si riservano di valutare l’opportunità di chiedere la restituzione delle opere."
Sostanzialmente così facendo, Fabio Carapezza Guttuso, far valere uno dei punti dell'accordo siglato con l'amministrazione comunale di Bagheria circa venti anni fa e cioè, che qualora le opere del grande maestro bagherese non trovino adeguata tutela e valorizzazione all'interno del Museo di villa Cattolica, gli eredi possono chiedere che vengano restituite.
Carapezza fa riferimento anche alla tutela della tomba di Renato Guttuso, realizzata da Giacomo Manzù, che si trova all'interno di villa Cattolica.
Inoltre, aggiunge Carapezza Guttuso, "la comunicazione, data dall'assessore alla Cultura con soli due giorni di preavviso, ha impedito persino la ricerca di una soluzione alternativa e condivisa, mettendo tra l'altro a rischio gli importanti progetti, Itinerari Guttusiani, finanziati dal Pofers, che garantirebbero al Museo Guttuso, e quindi a Bagheria, un'importante flusso turistico culturale".
Appare chiaro che non esiste alcun percorso condiviso...

Il sindaco Patrizio Cinque nel corso di una intervista ha dichiarato che il Museo riaprirà (non si sa quando) gestito da un soggetto privato (non si sa chi), senza aggiungere altro.
Insomma, riamane lo sconcerto e l’incredulità e la voglia irrefrenabile di puntare il dito contro il colpevole tacciandolo di incapacità e/o spregiudicatezza. Rimane la voglia di scadere nel commento da quattro soldi, pensando che il sindaco avrebbe dovuto opporsi in qualche maniera alla chiusura del museo, e rinfacciandogli che quanto scritto nel programma elettorale non combacia assolutamente con un azione del genere. Non solo! viene anche voglia di rifiutare come spiegazione il discorso del dissesto, storia che il sindaco Cinque e la sua giunta sapevano tanto bene, da denunciarla ad ogni piè sospinto sia prima che durante la campagna elettorale.
Viene da pensare a come goffamente sia naufragato il progetto della raccolta differenziata, a come con leggerezza abbiano parlato di fare posteggi all’interno delle scuole e di come dall’oggi al domani il sindaco abbia accontentato i commercianti riaprendo inutilmente il corso Umberto al traffico.
Tutti commenti pieni di livore che sconoscono volontariamente ogni possibilità di ragionamento e comprensione. Ne siamo perfettamente coscienti. Ma da un giovanissimo sindaco a 5 stelle, in molti si aspettavano altro e non la solita solfa del "senza soldi non si cantano messe".
E’ bene che il giovane sindaco Patrizio Cinque sappia che, già da adesso, per quei molti delusi che in lui hanno riposto fiducia è diventato "il sindaco del corso aperto e del museo chiuso".
[F.M.]

Per una sintesi della storia del Museo Guttuso invitiamo alla lettura dell’articolo di Angelo Gargano, direttore del quotidiano online locale Bagherianews (CLICCA QUI

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24 novembre 2014
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