Chiusa l'esperienza Monti?
Il segretario del Pdl Alfano considera conclusa l’esperienza del governo Monti
"Consideriamo conclusa l'esperienza del governo Monti". Lo ha detto il segretario del Pdl, Angelino Alfano intervenendo alla Camera durante il voto al dl enti locali e dopo un incontro di quasi due ore al Quirinale con il presidente Napolitano. Dopo lo strappo del Pdl, con la decisione di non sostenere più il governo Monti, oggi è stata una giornata di colloqui al Colle.
Nel pomeriggio si sono presentati al Quirinale, per un incontro con il presidente della Repubblica, anche il segretario del Pd Pier Luigi Bersani e il leader Udc Pier Ferdinando Casini, per fare il punto sulla situazione politica creatasi nella maggioranza che sostiene il governo.
Proprio Bersani e Casini hanno duramente criticato la scelta del Pdl. "Qui muore la speranza che il centrodestra possa dare un contributo al cambiamento e all'innovazione" ha detto Pier Luigi Bersani, parlando alla Camera dei deputati. "Questa è la notizia, e di fronte a questa speranza noi ci prendiamo l'impegno di continuare a costruire una politica nuova, che rivendica il suo ruolo ma che conosce il suo limite", ha aggiunto il leader del Pd. "Saremo leali, pronti a esserlo fino alla fine della legislatura, leali nel sostegno al governo e alle indicazioni del capo dello Stato, che saprà guidarci in questo frangente difficile" ha detto Bersani. "Leali ma ingenui no: non potete pensare che oltre al peso della transizione ci mettiamo sulle spalle il peso della propaganda del Pdl", ha aggiunto il leader del Pd rivolgendosi al Pdl. "Siete stati irresponsabili, ci avete raccontato che la crisi era solo psicologica" ha attaccato Bersani.
Anche Casini rimprovera al Pdl di aver tolto il sostegno a Monti "solo per calcolo elettorale o per motivi connessi al provvedimento che questo governo sta varando" e che sforbicia i costi della politica. Chi si oppone alle misure, accusa, "lavora al mantenimento dello status quo", mentre "l'unica arma all'antipolitica è la buona amministrazione. Tra le ragioni del distacco tra gente e politica - rimarca il leader centrista - figurano anche le giravole di palazzo incomprensibili".
Alfano dal canto suo ha spiegato in Aula le ragioni dell'astensione del suo partito sottolineando che il Pdl non ha fatto cadere il governo per non far precipitare il paese nell'esercizio provvisorio. "Consideriamo conclusa esperienza del governo Monti, ma non vogliamo mandare le istituzioni allo scatafascio. Non siamo irresponsabili, semplicemente non crediamo che responsabilità coincida con cecità". Quindi ha replicato a Bersani: "Siamo convinti che la nostra forza è e resterà ancora maggioranza in questa paese". "Noi non faremo riscrivere da voi la nostra storia. Non lo consentiremo, anche perché quando scrivete la storia, amate usare il bianchetto per le cose che non vi convengono". "Non ci faremo attaccare addosso la lettera scarlatta dell'irresponsabilità".
Quanto al governo Monti, il Pdl esprime rispetto al premier per la sua "correttezza", ma "le cose vanno peggio e abbiamo il diritto di dirlo agli italiani. Le cose vanno peggio perché la disoccupazione è cresciuta, le tasse sono aumentae, l'inflazione è cresciuta. Gli errori più forti li ha fatti il Pd: mi riferisco alla riforma del lavoro".
"La possibilità di riaprire il dialogo con il Pdl dipende dalla loro decisione di staccare la spina al governo Monti". Il leader della Lega, Roberto Maroni, intervistato nel corso di "Radio anch'io" su Radio Rai 1, insiste che "finchè il Pdl sostiene Monti, non c'è possibilità di dialogo". L'ex ministro attende chiarimenti sulla leadership del Pdl: "Noi non trattiamo con le persone, ma sul piano politico con i movimenti politici. Il problema è capire bene chi decide nel Pdl, c'è un po' di confusione, spero si chiarisca in fretta". L'ex ministro dell'Interno riconosce che "Alfano è il segretario del partito, discuto con lui. Il problema è capire chi è che decide e mi pare che ci sia ancora confusione". "Il nostro auspicio - ha aggiunto - è che si voti la legge di stabilità e si vada subito alle urne, a febbraio o marzo, decida il presidente della Repubblica".
Intanto, Piazza Affari è fanalino di coda in Europa sull'incertezza politica aperta dalla decisione del Pdl sul governo Monti. Il Ftse MIb cede lo 0,78% mentre lo spread è tornato sopra i 330 punti.
OK AL TAGLIO DEI COSTI DELLA POLITICA - Al termine del dibattito alla Camera, è stato approvato in via definitiva con 268 voti favorevoli, uno contrario, e 153 astenuti, il decreto legge sul Enti locali, che interviene sui costi della politica. Si conferma una frattura interna al Pdl dopo la decisione di non sostenere più la maggioranza. In dieci infatti hanno votato sì, il doppio rispetto al voto di ieri alla Camera. Francesco Biava, Marcello De Angelis, Mario Landolfi, Carlo Nola, Barbara Saltamartini e Mario Valducci si aggiungono a Giuliano Cazzola, Franco Frattini, Gennaro Malgieri e Alfredo Mantovano. [Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it]