Chiusa la discarica di Motta Sant'Anastasia
La Regione ne ha bloccato l'autorizzazione anche alla luce dei gravi fatti conseguenti all'operazione "Terra mia"
L'assessorato regionale all’Energia non ha rinnovato l’autorizzazione per la discarica di contrada Valanghe d’Inverno, a Motta Sant’Anastasia, in provincia di Catania, bloccando il rinnovo del decreto Arta 221 del 2009 che la autorizzava. La decisione è stata assunta ieri mattina all’unanimità dalla commissione stessa, anche alla luce delle dichiarazioni rese dal governatore in Aula ad aprile e dalle pesanti affermazioni dell’ex assessore Nicolò Marino fatte dopo gli arresti operati la scorsa settimana a Catania e a Messina nell’ambito dell'operazione "Terra mia". Nell’operazione sono stati arrestati il funzionario dell'assessorato regionale al Territorio e Ambiente Gianfranco Cannova, e gli imprenditori Calogero e Nicolò Sodano, fratelli agrigentini titolari della discarica "Soambiente" di Agrigento, Domenico Proto, catanese titolare della discarica "Oikos" di Motta Sant'Anastasia (finita nel mirino dell'ex assessore Marino) e Giuseppe Antonioli, amministratore della discarica di Mazzarrà Sant'Andrea (Messina), tutti e quattro sottoposti agli arresti domiciliari.
Intanto, la commissione Antimafia all’Ars ha chiesto l’audizione di Rosario Crocetta: "Il governatore venga in commissione Antimafia per essere ascoltato sulla gestione delle discariche in Sicilia".
Sempre nella seduta di ieri, la commissione ha deciso di calendarizzare l’audizione di alcuni prefetti, dei rappresentanti della società che gestisce la discarica di Siculiana, dei sindaci di Palermo, Gela e Sommatino e di Motta Sant’Anastasia, nel cui territorio ricade la mega-discarica gestita dalla Oikos. Il provvedimento firmato dal dirigente Marco Lupo dà 60 giorni di tempo alla Oikos, la società che gestisce la discarica, per presentare il piano di chiusura, in quanto la nuova discarica realizzata a fianco di quelle già esistenti e piene è stata aperta da meno di un anno e adesso deve essere bonificata. La società può fare ricorso al Tar, ma per la Regione a settembre la discarica deve essere chiusa.
Soddisfazione del Movimento 5 stelle per il no della Regione alla discarica in contrada Valanghe d'Inverno. "E’ stato conseguito un importantissimo risultato". "E’ stato bloccato il rinnovo del decreto A.R.T.A. n.221 del 2009 che la autorizzava. Lo scorso anno - hanno spiegato i Cinquestelle - avevamo sottoscritto la mozione all’Ars, in cui impegnavamo il governo alla revoca del medesimo decreto. Veniva chiesto, altresì, di provvedere all'individuazione di un sito alternativo, adeguatamente distante dai centri abitati".
"Ora serve che la Regione faccia un ulteriore passo avanti - aggiunge la deputata Angela Foti, componente della commissione Ambiente e Territorio - e pensi concretamente a sviluppare logiche e politiche efficienti di riduzione e riuso dei rifiuti; promuova uno smaltimento in discarica ad appannaggio esclusivo di impianti pubblici pensati solo per accogliere una quantità residuale a fronte di una ottimizzazione della raccolta differenziata, come del resto l'intera assemblea ha manifestato volontà con la recente approvazione della mozione 59". "Per ottenere questo - conclude Foti - è necessario che gli organi competenti velocizzino l'iter autorizzativo di isole ecologiche, nonché diano il via libera ai centri di riuso, ai piccoli impianti di compostaggio collettivo e di comunità. Chiudere le discariche non basta. Bisogna adesso dare lo stop anche ad iter autorizzativi che prevedono la distruzione termica delle biomasse, che i cittadini si riapproprino di questa ricchezza, e che si dia spazio all'impresa sana che si occupa di recupero dei materiali".
Risale a pochi giorni fa, invece, la denuncia dei parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle a seguito dello scandalo che ha fatto scattare i cinque ordini di custodia cautelare. Dal gruppo ribadiscono: "Alla luce delle sconvolgenti rivelazioni emerse, siamo ancora più fortemente convinti che la Regione debba rivedere l’iter autorizzativo e mettere in discussione ogni autorizzazione e ogni parere positivo rilasciato dall’assessorato Territorio e Ambiente, finché tutto non venga chiarito. Auspichiamo inoltre che scattino controlli a tappeto sulla sicurezza dell’ambiente a tutela della salute. Non diamo per escluso, infatti, che anche questi siano stati inficiati dalla corruzione. Finché i sistemi autorizzativi saranno altamente burocratizzati risulteranno fragili e fortemente permeabili alla corruzione".
Ascoltato dai magistrati, nei giorni scorsi il funzionario regionale Gianfranco Cannova ha ammesso di aver preso mazzette dai ras dello smaltimento rifiuti in Sicilia. Cannova ha si è inoltre reso disponibile a collaborare con la procura di Palermo. Ad assisterlo ci sono gli avvocati Massimo Motisi e Giuseppe Torre. Il funzionario, da venerdì in carcere e sospeso dal servizio all’indomani, ha fatto la sua scelta e ha detto ai magistrati: "Sono disposto a raccontarvi cosa accadeva alla Regione".
[Informazioni tratte da ANSA, SiciliaInformazioni.com, Sicilia5stelle.it, Repubblica/Palermo.it]
- Operazione "Terra Mia" (Guidasicilia.it, 19/07/14)