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Chiusa la stagione del ''maggioritario all'italiana''. Alle prossime elezioni voteremo col proporzionale

Dal Quirinale il via libera alla riforma elettorale proporzionale

23 dicembre 2005

Se lo aspettavano tutti, con ottimismo quelli della maggioranza, con timore quelli dell'opposizione. Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha firmato la riforma elettorale proporzionale con premio di maggioranza, voluta dalla Cdl.
Otto giorni dopo l'approvazione del Senato, ieri sera il presidente della Repubblica ha firmato il provvedimento che chiude la stagione del ''maggioritario all'italiana''.

Una notizia che è stata accolta con soddisfazione dal ministro delle Riforme, il leghista Roberto Calderoli. ''Sono molto felice - ha commentato il ministro, uno dei 'padri' della riforma - della firma di Ciampi e scoprire, diciamo così, di non aver scritto un testo incostituzionale''.
Ed è stata chiaramente soddisfatto l'Udc, il partito che più di tutti ha spinto per il ritorno alla proporzionale. ''È un regalo di Natale - ha commenta il presidente dei deputati centristi Luca Volontè - da parte del presidente della Repubblica''.

Non si sono invece scomposti i Ds, che insieme alle altre forze dell'Unione hanno a lungo tentato di ostacolare l'approvazione della legge.
''Il fatto che, com'era ampiamente previsto, il presidente della Repubblica abbia controfirmato la legge elettorale voluta dalla destra - ha sottolineato il coordinatore della segreteria Vannino Chiti - nulla toglie né alle critiche né ai rilievi che il centrosinistra ha sollevato né alle critiche severe di metodo''. ''La destra - ha osservato ancora Chiti - calpestando ogni regola di rapporto con l'opposizione si è confezionata una legge non pensando all'Italia ma ai suoi ristretti interessi''. ''Perderà ugualmente le prossime elezioni politiche - conclude Chiti - perché i cittadini vogliono voltare pagina e valuteranno anche questi suoi comportamenti''.

''Rispetto la decisione del capo dello Stato ma non la condivido'' si è limitato a dire il coordinatore dei Verdi Paolo Cento, mentre il leader dello Sdi Enrico Boselli, ha osservato che quello del capo dello Stato ''era un atto dovuto''. La legge non era incostituzionale, ha commentato il segretario dell'Udeur Clemente Mastella, che però promette battaglia per l'inserimento delle preferenze.
E il leader dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro, dice di volersi mettere già da oggi a raccogliere le firme per abrogarla.

Con la firma di Ciampi sotto la legge approvata lo scorso 14 dicembre, torna dopo 12 anni il sistema elettorale proporzionale che l'Italia repubblicana aveva utilizzato, fino al 1992, in tutte le elezioni politiche, tranne la parziale eccezione del 1953 (quando comunque la cosiddetta ''legge truffa'', che prevedeva un premio di maggioranza alla coalizione che superava il 50%, non riuscì a scattare per pochi decimi).
Il primo voto con il sistema maggioritario è del 27 e 28 marzo 1994 e ha portato alla prima vittoria di Silvio Berlusconi alla guida del Polo delle Libertà. Con lo stesso sistema si è poi votato nel 1996 e nel 2001.

- La nuova legge elettorale

- ''Il visto di Ciampi sul proporzionale'' di Luca Ostellino

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23 dicembre 2005
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