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Ciancimino jr deporrà nel processo al generale Mario Mori

Intanto ieri, durante lo stesso processo, è accaduto un ''colpo di scena'', protagonista un ex comandante del Ros di Palermo

11 novembre 2009

Massimo Ciancimino, il figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo, deporrà il 29 e il 30 gennaio prossimi nel processo al generale Mario Mori e al colonnello Mauro Obinu, accusati di favoreggiamento alla mafia. Lo ha deciso ieri mattina la quarta sezione del tribunale di Palermo, davanti alla quale si celebra il dibattimento ai due ufficiali dell'Arma. Ciancimino, che dovrà riferire degli incontri tra Mori e il padre, testimonierà nell'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo.
Ieri, durante l'udienza dello stesso processo per favoreggiamento alla mafia a Mori e a Obinu, è accaduto un "colpo di scena" che ha avuto come protagonista il colonnello Antonio Damiano, ex comandante del Ros di Palermo: Damiano doveva deporre su un momento centrale della vicenda processuale, quello relativo ai servizi di osservazione che, secondo l'accusa, avrebbero potuto portare alla cattura del boss Bernardo Provenzano già ad ottobre del 1995 (si tratta del cosiddetto mancato blitz di Mezzojuso, ndr); mentre ripercorreva alcune tappe del fatto il teste, che nel 1995 guidava il Ros di Caltanissetta, ha ammesso di avere attestato in una relazione che al servizio di osservazione del 31 ottobre del '95 era presente il colonnello Michele Riccio nonostante questi non ci fosse. Un falso che, a dire del militare, era finalizzato a tributare a un superiore un ruolo in un'indagine che proprio dal colonnello aveva avuto input.
La confessione in aula ha indotto il pm Nino Di Matteo a chiedere la sospensione dell'udienza per dare il modo al teste, che ammettendo la circostanza avrebbe potuto assumere la qualità di indiziato di reato connesso, di nominare un avvocato. Alla richiesta si è duramente opposta la difesa di Mori che ha sostenuto che il pm sapeva della falsità nella relazione fin dal 2002, perché il militare l'aveva già ammessa. "Nonostante fossero dati noti - ha detto l'avvocato Piero Milio - la Procura non ha mai iscritto Damiano nel registro degli indagati, quindi resta un teste". Tesi accolta dal tribunale che ha ordinato la prosecuzione dell'esame a cui, però, il pm a quel punto ha rinunciato. [Informazioni tratte da Ansa]

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11 novembre 2009
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