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Ciancimino jr e l'agente segreto con la faccia da mostro

Mentre Massimo Ciancimino continua a parlare con i pm, la Dda di Palermo ha ritrovato una sim con il numero di telefono del misterioso 007 ''Carlo-Franco''

05 agosto 2009

Massimo Ciancimino, il figlio di Don Vito, ieri di fronte ai magistrati di Caltanissetta è stato un fiume in piena: tre ore di colloquio ininterrotto con i titolari della nuova inchiesta sulle stragi del 1992. Aveva detto che forse si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere, Ciancimino jr, condannato in primo grado per riciclaggio del tesoro di famiglia, perché offeso da quanto detto dal procuratore generale nisseno, Giuseppe Barcellona, in un intervista al Giornale di Sicilia (LEGGI). Invece ha parlato, raccontando quanto ricorda di quando suo padre era vivo e rispondendo alle domande dei magistrati.
Il verbale è stato ovviamente secretato e ieri mattina Massimo Ciancimino si è recato anche in procura a Palermo dove ha risposto alle domande di Nino Di Matteo e Roberto Scarpinato, i pm titolari dell'inchiesta sulla trattativa Stato-Cosa nostra.

Ciancimino jr, dunque, continua a parlare con i magistrati ma racconta anche, quello che può raccontare, ai giornalisti. Ecco cosa ha raccontato, ad esempio, in un'intervista andata in onda l'altra sera a Lineanotte del TG3: "Una volta mio padre, in una discussione dai toni accesi, mi disse: 'non è tutta colpa mia se, da assessore ai Lavori Pubblici ricevo un latitante come Provenzano. Se Provenzano viene a bussare alla mia porta, dopo dieci, quindici anni di latitanza, una colpa ce l’ha anche lo Stato". Il figlio dell'ex sindaco di Palermo, che, ricordiamo, è  attualmente ascoltato dai magistrati di ben quattro Procure italiane, nell’intervista ha ricordato che in quella occasione il padre chiuse la concitata discussione con il silenzio. Silenzio seguito all’obiezione dello stesso Massimo Ciancimino: "Anche tu sei lo Stato!". Nell’intervista a Lineanotte del TG3 Ciancimino junior ha aggiunto: "Ai magistrati ho consegnato un memoriale con indicazioni importanti. Oggi, e lo capisco, c’è l’ansia per il 'papello'... Ho sempre detto che dalle grandi aspettative possono nascere grandi delusioni... Ho sempre detto che la prova non la fa Ciancimino, Ciancimino dà notizie, consegna documenti. E' compito dei magistrati stabilire il vero, l’attendibilità, l’originalità e il peso di queste cose all’interno delle loro inchieste. E' allora che si forma la prova. Io - ha concluso Massimo Ciancimino - rispondo a domande e porto la documentazione a me richiesta. E io non avrò mai atteggiamenti omertosi o di diniego nei confronti di persone che stimo".

Intanto quelle persone che Cinacimino jr. dice di stimare, i magistrati, e per la precisione quelli della Dda di Palermo hanno ritrovato la sim del telefono cellulare che era stata sequestrata a Massimo Ciancimino il giorno del suo arresto, e nella cui rubrica è memorizzato il numero dell'agente dei servizi segreti che sarebbe stato in contatto con il dichiarante e con suo padre, anche per mediare la trattativa fra mafia e Stato. Si tratta di "Carlo-Franco", l'agente con la "faccia da mostro", che farebbe parte di un apparato di sicurezza dello Stato, e che da oltre 16 anni è in contatto con i Ciancimino.
La sim con il numero di "Carlo-Franco" non si trovava fra gli atti del processo d'appello a Massimo Ciancimino, accusato di riciclaggio. I pubblici ministeri hanno così effettuato una ricerca che si è conclusa con il ritrovamento della scheda, che adesso è al vaglio degli inquirenti.
L'agente dei servizi "Carlo-Franco" viene citato da Massimo Ciancimino in diversi verbali di interrogatorio ai pm di Caltanissetta e Palermo. L'uomo, di cui il dichiarante non ha mai conosciuto la vera identità, ma solo un numero di cellulare che adesso è stato recuperato dai magistrati palermitani, avrebbe fatto anche da tramite fra Vito Ciancimino ed esponenti delle istituzioni. E a lui sarebbe stata consegnata anche la lettera, proveniente da Riina e Provenzano, in cui si fa riferimento "all'onorevole Berlusconi", al quale veniva chiesta - con minaccia di morte - di mettere a disposizione un'emittente televisiva (LEGGI). Il misterioso "Carlo-Franco" si sarebbe fatto vivo con Massimo Ciancimino poco tempo fa, e sempre al figlio dell'ex sindaco mafioso avrebbe passato "false" notizie su Bernardo Provenzano, subito dopo il suo arresto, e sul figlio di Totò Riina, che sono state poi riprese dai giornali. Su questi fatti la procura di Caltanissetta e quella di Roma hanno avviato un'inchiesta.

[Informazioni tratte da Ansa.it, LiveSicilia.it, La Siciliaweb.it]

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05 agosto 2009
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