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Città spettrali

"Quella che il Giappone sta affrontando è la peggiore crisi dalla fine della seconda guerra mondiale"

14 marzo 2011

Tokyo, una città spettrale dove la gente cammina con l'elmetto anche dove non ci può essere pericolo di crolli e con tutto il kit- antiterremoto. E' la fotografia scattata da Sheela Alecci, giornalista 28enne free lance per tivu internazionali, originaria di Roma a Tokyo da quattro anni.
"Le scosse qui in Giappone sono una cosa normalissima. Solitamente ogni mese ce ne è una. Ma stavolta hanno superato ogni aspettativa. Le scosse continuano tutt'ora e si vive con la sensazione di un continuo mal di mare senza sapere mai che fare nonostante le esercitazioni ", ha spiegato all'Adnkronos la giornalista.
In questa occasione l'allarme, come racconta la Alecci, "è stato dato un minuto prima. Il che ha permesso di salvare tantissime persone". La preoccupazione è per l'esplosione di qualche reattore. "Pare che non ci siano pericoli di radiazioni a quanto hanno spiegato - ha osservato la giornalista italiana -. Stanotte abbiamo avvertito un'altra scossa al reattore nucleare e quindi si rimane in dormiveglia. Sempre con la paura".
La metropoli giapponese anche in queste ore continua a raccogliere una "fiumana di gente che attraversa la città con l'elmetto. Una scena di grande impatto e incredibile visto che non ci possono essere pericoli di crollo in aperta città - rileva Sheela Alecci - e con tanto di kit antiterremoto ma significativa dell'impatto che questo terremoto ha avuto sulla popolazione".
E camminando per le città devastate non è raro assistere ad un'altra immagine di grande impatto: "Impiegati avvolti nei cartoni come barboni di lusso che dormono all'aperto per paura dei crolli". E ad ogni scossa "quella sgradevole sensazione di mal di mare come quando si è in barca e il mare è grosso - racconta ancora la giornalista italiana - e il non sapere che fare e chi chiamare perché i telefoni sono spesso isolati".
Ancora l'altro ieri, giornata prefestiva, Tokyo si è presentata come una città spettrale. "Solitamente - racconta la Alecci - è piena di gente. Oggi non c'è nessuno in giro. Tutti hanno paura di prendere il treno. La gente cammina, cammina e magari preferisce dormire alla stazione anziché rinchiudersi da sola tra le quattro mura di casa perché qui a Tokyo le persone sono abituate a vivere sole, in monolocali. E si è soli anche nella paura di nuove scosse".

A tre giorni dalla violentissima scossa di terremoto e lo tsunami che ne è seguito, in Giappone si continuano a contare le vittime senza poter fare ancora un bilancio definitivo, tra morti accertati, dispersi e considerando anche le migliaia di sfollati.
Secondo i media locali il numero dei morti potrebbe sfiorare quota 1.700. Per l'Organizzazione mondiale della Sanità, le vittime accertate al momento sono più di 700, una cifra destinata a crescere. Ma il bilancio potrebbe lievitare paurosamente. Secondo fonti amministrative locali, citate dai media giapponesi, infatti, vi sono 9.500 dispersi a Minamisanriku, nella prefettura di Miyagi. Oltre 10mila i morti stimati sull'isola di Honshu, sempre nella prefettura di Miyagi.
Il governo giapponese ha mobilitato 100mila soldati che si aggiungono agli operatori civili dei soccorsi. Ha impegnato 190 aerei e 25 vascelli nelle operazioni di soccorso, rese più difficili anche dalla minaccia di nuovi tsunami in seguito alle scosse di assestamento.

Intanto si cominciano a contare i danni. A Rikuzen Takata, una cittadina costiera di 25mila abitanti che risulta fra le più colpite, sono state distrutte almeno 5mila delle 8mila case dell'abitato. A Minami Soma, nella prefettura di Fukushima, le case distrutte sono 1800. Oltre 210mila persone sono state alloggiate nei centri di emergenza nel Giappone settentrionale e orientale, ma migliaia di altre sono rimaste senza tetto nella gelida temperatura invernale. 21mila persone si trovano nelle 1340 tendopoli che le squadre di soccorso hanno realizzato nelle cinque provincie più colpite dal sisma e dallo tsunami.
Gli abitanti di Tokyo, intanto, stanno facendo incetta di beni di prima necessità nei negozi, mentre lunghe code si segnalano davanti alle pompe di benzina. Molti residenti si starebbero preparando a lasciare la città dopo le notizie sull'incidente nucleare alle centrali di Fukushima. I pochi treni in funzione sono pieni di passeggeri.

Il premier giapponese, Naoto Kan, ieri ha espresso fiducia nella possibilità per il paese di superare la crisi provocata dal terremoto, una crisi che ha comunque definito "la peggiore che il paese affronta dalla fine della seconda guerra".
Quanto alla centrale nucleare Fukushima I, ha detto il premier, la situazione nell'impianto è ancora grave. Secondo il governo nipponico esiste infatti ancora il rischio di una nuova esplosione, simile a quella avvenuta l'altro ieri, nella centrale. Secondo il portavoce Yukio Edano, questo rischio non può essere scartato a causa dell'accumulo di idrogeno nel reattore numero 3 della centrale anche se è prevedibile che nel caso in cui avvenga essa non causi danni gravi: in caso di esplosione, ha insistito "non ci saranno problemi per il reattore". Il reattore numero 3 della centrale presenta problemi al sistema di raffreddamento, ha spiegato lo stesso Edano, precisando che non vi è stata alcuna fusione nella centrale di Fukushima I. Sono già dieci le persone contaminate, 170mila le persone in fuga dall'area.
Il governo giapponese ha chiesto formalmente alla Gran Bretagna aiuti. Lo ha annunciato un portavoce del British Foreign Office a Londra. Anche la Russia ha inviato circa 200 uomini, tra medici e psicologi. Offerte di aiuto sono arrivate da ogni parte del mondo. Le Nazioni Unite hanno inviato nove esperti.
Ieri in Giappone sono arrivate squadre di ricerca e soccorso provenienti da 40 Paesi di tutto il mondo. Al largo del nord-est delle coste giapponesi è arrivata anche la portaerei americana 'Ronald Reagan' che ha iniziato le operazioni di soccorso. Dagli Stati Uniti sono partiti per prestare assistenza in Giappone anche due esperti in centrali nucleari mandati dalla U.S. Nuclear Regulatory Commission.

Intanto, è stata rivista a 9 la magnitudo del sisma mentre è stato revocato l'allarme tsunami lanciato dall'agenzia meteorologica nipponica per l'intera costa pacifica. Gli esperti hanno comunque avvertito su possibili scosse di assestamento anche di magnitudo 7 della scala Richter nei prossimi giorni. Una, di magnitudo 6, ieri ha colpito la costa nordorientale del Giappone. Lo ha reso noto l'istituto geologico statunitense. Kenneth Hudnut, geofisico della U.S. Geological Survey (USGS), ha inoltre spiegato alla Cnn che il potente sisma ha causato uno spostamento di 2,4 metri di Honshu, la principale isola dell'arcipelago giapponese.

Gli italiani in Giappone - Continua il lavoro dell'ambasciata d'Italia a Tokyo, impegnata ad avere notizie di tutti i connazionali presenti in Giappone. Ieri l'ambasciata è riuscita a mettersi in contatto anche con l'ultimo dei cinque italiani presenti nella zona delle centrali danneggiate e di cui non si avevano notizie. A spiegarlo all'Adnkronos è stato l'ambasciatore Vincenzo Petrone. "Delle 29 persone residenti nelle 4 prefetture critiche per il terremoto e lo tsunami - ha spiegato - 19 sono state raggiunte e stanno bene. Per 10 di loro stanno proseguendo le ricerche. La polizia locale ha comunque escluso che cittadini italiani risultino tra i morti e i feriti accertati al momento. Tra le persone che risultavano disperse 5 erano quelle presenti nell'area delle centrali danneggiate. Malgrado le difficoltà siamo riusciti a trovarli''.

[Informazioni tratte Adnkronos/Ing]

 

 

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14 marzo 2011
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