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Clandestini, raddoppiano i Centri

Entro tre anni quattromila posti letto temporanei destinati ai senza permesso

17 ottobre 2002
La media è di 400 arrivi la settimana e le coste siciliane sono la meta preferita negli sbarchi di clandestini.

Il governo è corso ai ripari emanando qualche giorno fa un'ordinanza con cui si dà il via libera al raddoppio dei centri di permanenza temporanea e assistenza (da 14 a 28).

Il provvedimento del presidente del Consiglio è anche figlio della legge "Bossi-Fini" che ha esteso rispetto alla normativa precedente della "Turco-Napolitano" da trenta a sessanta giorni il periodo di permanenza dei clandestini nei centri per poterne accertare l'identità.

Attualmente i posti-letto disponibili nei 14 "Cpt" sparsi in tutt'Italia sono circa duemila e l'obiettivo nei prossimi tre anni è quello di portarli a 4.000: raddoppiando i giorni di permanenza con la "Bossi-Fini", vanno raddoppiati anche i letti per l'ospitalità.
La legge ha previsto un finanziamento di circa 62 milioni di euro (circa 124 miliardi di vecchie lire) fino al 2004 per il potenziamento e la costruzione dei centri.

L'ordinanza della presidenza del Consiglio affida al prefetto Anna Maria D'Ascenzo, capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del ministero dell'Interno, il compito di adottare tutte le misure necessarie per allestire le strutture destinate alla gestione dell'emergenza: centri di identificazione e primo soccorso (gli ex centri di prima accoglieza) e centri di permanenza temporanea ed assistenza.

Il capo del Dipartimento è autorizzato anche ad intervenire "per il risanamento, riadattamento ed allestimento di locali da adibire a strutture di supporto al coordinamento, alla comunicazione ed alla informatizzazione, nonché all'acquisto o noleggio di automezzi".

I centri di identificazione sono il primo ricovero per i clandestini che sbarcano.
Il più frequentato è quello di Lampedusa, che negli ultimi mesi ha visto passare migliaia di extracomunitari.
Gli altri sono ad Ancona, Bari, Como, Crotone, Foggia, Lecce e Trapani. La permanenza in queste strutture deve essere limitata a pochissimi giorni.

Poi il il trasferimento nei centri di permanenza temporanea e di assistenza che attualmente sono 14 (a Bologna e Modena le strutture più recenti). Qui scattano gli accertamenti dell'identità dei clandestini per un periodo che non può essere superiore ai sessanta giorni. Attraverso le impronte digitali viene compiuto un primo esame. Poi i contatti con i Paesi di provenienza.

Sono procedure piuttosto lunghe e il termine di due mesi dovrebbe essere sufficiente per completarle.

Per la gestione dei centri di identificazione e primo soccorso e per quelli di permanenza temporanea ed assistenza, i prefetti possono avvalersi della collaborazione di enti, organizzazioni di volontariato, associazioni umanitarie e del privato sociale.

Si individua nel limite massimo di 100 unità il personale impegnato nelle attività connesse all'ordinanza (di 8 articoli), da autorizzare a fare straordinari oltre il limite previsto dalle norme vigenti e comunque per un massimo di 70 ore mensili.
Saranno sufficienti con l'attuale media di sbarchi?

Antonio De Florio
Webgiornale.de

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17 ottobre 2002
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