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Claudio Scajola a Regina Coeli

L'ex ministro si dice pronto a lottare e a dimostrare la sua completa innocenza

13 maggio 2014

"E' pronto a lottare, a chiarire tutto. L'ho visto combattivo. Fisicamante sta abbastanza bene, ha avuto un problema di salute legato alla situazione che vive ma si sta curando perché vuole essere in piena forza per dimostare la sua completa innocenza".
Così all'Adnkronos il senatore di Gal, Lucio Barani, descrive le condizioni di Claudio Scajola al termine della visita nel carcere di Regina Coeli dove l'ex ministro è detenuto da giovedì scorso con l'accusa di aver favorito la latitanza dell'ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena (LEGGI).
"E' dinamico, attento come sempre - racconta Barani - e combattivo, vuole sbugiardare quanto ha sentito in tv e sui giornali in questi giorni sul suo conto. Mi ha citato Andreotti per le analogie con il suo caso. Secondo lui si è trattato di un arresto elettorale".
Scajola, che si trova in una cella singola, "ci ha tenuto a sottolineare - racconta ancora il senatore - che viene trattato bene e si è complimentato per l'efficienza e l'igiene della struttura".

Intanto, Chiara Rizzo, moglie dell'ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena, latitante a Dubai, ieri è stata interrogata per due ore davanti al giudice e al procuratore generale della Corte d'Appello al Parquet General di Aix-en-Province.
Rizzo, fermata domenica pomeriggio a Nizza dalla polizia francese su richiesta delle autorità italiane, è stata presa in carico dall'autorità giudiziaria francese. Le è stato chiesto se è disponibile a tornare in Italia, ha risposto di sì, ma in Francia, perché si possa prendere una decisione, deve arrivare la richiesta dell'autorità giudiziaria italiana. La prossima udienza è stata fissata per mercoledì. Se nel frattempo saranno arrivate le carte dal'Italia, Rizzo, che in giornata è stata trasferita nel carcere di Marsiglia, sarà estradata quanto prima.
I suoi legali italiani, gli avvocati Carlo Biondi di Genova e Bonaventura Candido di Messina, erano in Tribunale con la figlia di lei, Francesca, ma non hanno partecipato all'udienza per rispettare la prescrizione della magistratura italiana per cui l'indagata potrà incontrare i suoi legali soltanto cinque giorni dopo l'emissione dell'ordinanza.

Intanto, con riferimento a talune notizie diffuse dagli organi di informazione in merito all'inchiesta in corso che vede coinvolti Scajola e Matacena, da fonti di Montecitorio viene precisato che i conti correnti bancari gestiti dal Servizio Tesoreria della Camera dei deputati sono intestati alla Camera medesima e sono utilizzati esclusivamente per la regolazione di partite contabili connesse all'attività istituzionale di quest'ultima. Non esiste pertanto alcun conto corrente gestito dalla Tesoreria della Camera che sia intestato a singoli deputati o ex deputati.

Matacena: "Mia moglie una donna coraggiosa" - Il volto visibilmente provato, la voce che tradisce l'emozione, il latitante Amedeo Matacena parla da Dubai della vicenda che sta travolgendo la sua famiglia e dell'inchiesta della Dda di Reggio Calabria che ha portato in carcere il suo amico Claudio Scajola. Esprime un "profondo dolore" l'ex parlamentare del Pdl condannato in via definitiva a cinque anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. E ripete che ha pensato "di farla finita". Se è ancora vivo, ha detto ieri sera a Porta a Porta in collegamento via Skype, lo deve a Chiara, la moglie che è stata arrestata domenica a Nizza. Una "donna coraggiosa", che ha preso la decisione di rientrare in Italia in modo da "fare chiarezza sui contatti avuti con Scajola", cui lo lega ancora "un amore profondo".

"Chiara ha mostrato di essere una donna con un grande coraggio - ha affermato Matacena - Quando ha deciso di tornare in Italia per fare chiarezza sull'inchiesta che la coinvolge ha, di fatto, dimostrato di avere un carattere forte. Umanamente questa decisione ha un peso enorme".
A Bruno Vespa ha ribadito di aver pensato anche "di farla finita, ma Chiara - ha precisato - mi ha strappato la promessa che se i due ricorsi non avranno buon esito (uno in Cassazione, l'altro presso la Corte dei diritti dell'Uomo, ndr) rientrerò in Italia". "Non voglio ripetere - continua - ciò che ho già detto nelle scorse ore circa il mio stato d'animo. Dal punto di vista degli affetti sto vivendo un momento di grande difficoltà e non mi sento di aggiungere altro". Quindi ha un pensiero per la madre, Raffaella De Carolis, pure coinvolta nell'inchiesta, e per tutti i componenti della sua famiglia.

Di Claudio Scajola l'imprenditore reggino dice che "è una persona di gran cuore, una persona che vive intensamente i rapporti umani. Ed è anche un avvocato: in un momento di difficoltà chiunque si rivolgerebbe a un amico come lui". "Con Scajola - aggiunge - non abbiamo mai avuto rapporti di affari di nessun tipo e di nessun genere. Tra noi c'è una grande amicizia e una stima reciproca. Ci conosciamo dal '94, insieme abbiamo vissuto l'esperienza di Forza Italia".
Già nei giorni scorsi Matacena aveva ribadito che i rapporti con l'ex ministro Claudio Scajola risalivano a molti anni fa. I due, infatti, sono legati da amicizia dal 1994, quando Matacena fu eletto per la prima volta in Parlamento nelle liste di Forza Italia. Sia sui rapporti con Scajola che sul presunto tentativo di "schermare" le sue aziende per evitarne il sequestro e la confisca, Matacena confida nell'operato della magistratura ritenendo che "molte cose si potranno chiarire". "E si potrà fare chiarezza - conclude - anche attraverso tanti documenti che avremo modo di fornire al momento opportuno ai magistrati".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it]

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13 maggio 2014
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