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Clean

Olivier Assayas filma una storia fatta apposta per Maggie Cheung, che fa diventare interessante un film non eccellente

30 maggio 2005






Noi vi segnaliamo...
CLEAN
di Olivier Assayas

Dopo una lunga relazione la vita di Emily Wang (Maggie Cheung) e Lee Hauser (James Johnston) sta andando in frantumi. Lui, rockstar in declino, sbarca il lunario esibendosi da una città all'altra e il figlio Jay (James Dennis) a causa della vita sregolata dei genitori, viene affidato ai nonni paterni, Albrecht (Nick Nolte) e Rosemary (Martha Henry).
Quando Lee muore per overdose nella stanza di un motel, Emily viene arrestata e la sua vita sembra andare in pezzi. Rilasciata sei mesi dopo, la donna decide di ricominciare una nuova vita, disintossicarsi e riprendersi il figlio. Per poter essere di nuovo una madre deve però cercarsi un lavoro e abbandonare il suo sogno di diventare una cantante. La sua lotta contro il mondo sarà dura e difficile e la porrà di fronte ad una inevitabile scelta dalla quale dipende il suo futuro e quello di Jay.

Cinema e musica
Olivier Assayas, regista e scrittore, ha concepito la storia di Clean pensando a Maggie Cheung. Voleva costruire un progetto intorno a lei che fosse la rappresentazione di una donna cinese in un film occidentale, senza tuttavia scadere nello stereotipo di genere. Essendo anche il marito della Cheung, Assayas sapeva sicuramente quali corde avrebbe toccato nella sua interpretazione. Per questo ha pensato ad un personaggio che cerca di sopravvivere agli eccessi della gioventù e che vede sgretolarsi il mondo di successo e benessere al quale era abituato. Emily, ad un passo dall'autodistruzione, decide di cambiare strada e di inventarsi di nuovo ma ricominciare tutto da capo è un processo lungo e difficile, dove il pericolo di perdersi è costantemente in agguato.
Nel cast anche Nick Nolte e due veri cantanti, Emily Haines, voce del gruppo Metric e James Johnston, musicista inglese che debutta al cinema nella parte di Lee Hauser.


Distribuzione Istituto Luce
Durata 110'
Regia Olivier Assayas
Con Maggie Cheung, Nick Nolte, Béatrice Dalle
Genere Drammatico


La critica
''Raccontata e riordinata così sembra una storia edificante, ma Assayas scopre le carte poco alla volta, con molta abilità; sa far respirare i suoi personaggi; non si concentra sulla sola Emily ma le crea intorno tutto un mondo fatto di vecchie conoscenze e di nuovi sentimenti (la ragazza, sua vecchia fan, che di colpo la mette di fronte alla sua immagine, un'immagine che non sapeva nemmeno di avere). Disegnando parallelamente la magnifica figura del suocero Nick Nolte, nonno (e a suo tempo padre) goffo ma affettuoso, debole ma capace di ascolto. Intimidito dal nipotino come lo fu dal figlio, 'perché i bambini capiscono tutto, ti leggono nel pensiero, ti giudicano in un lampo'. Una figura fragile ma centrale se toccherà a lui dare fiducia a Emily e riavvicinarla al bambino. Finalmente una speranza per il bastonatissimo Padre, insomma. E tanto peggio per chi accuserà il malinconico 'Clean' di facile ottimismo. Più irritante del politically correct c'è solo la dittatura della disperazione a tutti i costi. Dietro il rock e la droga, Assayas racconta l'elaborazione di un lutto. E bisogna essere davvero senza cuore per pensare che il lutto non debba mai finire.''
Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero'

'' 'Clean' dice il titolo: pulita. Per riuscire a voltare pagina e riavere la sua vita, Emily dev'essere pulita. Firma uno dei più promettenti nomi della generazione francese degli anni Ottanta, Olivier Assayas, di quella della Nouvelle Vague ma, diversamente da quella, proiettata lungo le strade dello show business internazionale. (...) Emily-Maggie Cheung potrebbe rientrare nel novero dei personaggi femminili all'attenzione della giuria, ma il film non offre emozioni e tanto meno commozione.''
Paolo D'Agostini, 'la Repubblica'
 
''Niente di che, salvo un forte ottimismo e la magnifica Maggie Cheung, cui si affianca nel ruolo del suocero Nick Nolte, irresistibilmente bravo, che ha sostituito all'ultimo minuto Alan Bates troppo malato e che dà al film un tocco dolcemente malinconico. (...) Clean ha una fluidità e disinvoltura di racconto, ma non può essere l'imperioso motto 'Quando non si ha scelta, si cambia' a dargli spessore: per fortuna tutto quello che fa Maggie Cheung, piangere, fumare, andare in motorino, mangiare, tutto diventa interessante''.
Lietta Tornabuoni, 'La Stampa'


Premio per la miglio interpretazione femminile a Maggie Cheung al 57mo Festival di Cannes (2004)

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30 maggio 2005
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